Diabete: tanti benefici dallo stop al tabacco


Diabete di tipo 1: i consumatori di tabacco hanno esiti clinici correlati alla patologia peggiori rispetto a quanti hanno smesso di farne uso

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Tra gli adulti con diabete di tipo 1, gli attuali consumatori di tabacco hanno esiti clinici correlati al diabete peggiori rispetto a quanti hanno smesso di farne uso o non l’hanno mai fatto, come riporta uno studio pubblicato sul Journal of Diabetes and Its Complications.

«Questo studio ha rilevato che chi fa attualmente uso di tabacco tendeva ad avere profili peggiori rispetto a quanti non lo avevano mai consumato in diversi esiti clinici, inclusi valori di emoglobina glicata più elevati, punteggi più alti di distress da diabete (peso psicologico percepito dal malato per dover gestire la propria malattia cronica e affrontare il futuro), punteggi più bassi relativi alla cura di sé e un meno frequente automonitoraggio della glicemia» hanno scritto il primo autore Carla Rash e colleghi del Calhoun Cardiology Center, Behavioral Cardiovascular Prevention Division and department of medicine presso la UConn Health. «Al contrario gli ex consumatori avevano esiti simili a chi non ne aveva mai atto uso, suggerendo che smettere di consumare tabacco può migliorare alcuni oucome della malaattia».

Esiti clinici peggiori nei consumatori di tabacco
I ricercatori hanno sottoposto dei questionari standardizzati a 933 adulti (età media 38 anni, età mediana alla diagnosi 13 anni, 61% donne, 90% adulti bianchi non ispanici, 83% con assicurazione privata) inclusi nel registro TID Exchange. Tra i partecipanti il 18% ha riportato l’uso corrente di tabacco (con il 31% che lo usa quotidianamente), il 27% l’uso passato e il 55% nessun utilizzo. Tra gli attuali consumatori il 10% usava tabacco da masticare e il 13% usava sigarette elettroniche, con un utilizzo quotidiano nel 69% dei casi.

Dopo aver controllato per età, razza/etnia, tipo di assicurazione, uso del monitoraggio continuo della glicemia e del tiralatte, i valori di emoglobina glicata (HbA1c) sono stati positivamente associati alla frequenza del consumo di tabacco. L’HbA1c media era più alta negli utilizzatori attuali rispetto a quanti non ne avevano mai fatto uso (P=0,001), simile tra ex e non consumatori e più elevata con l’uso giornaliero rispetto a quello meno frequente (P=0,002).

Allo stesso modo la cura di sé, valutata tramite la Self-care Inventory-Revised e Problem Areas in Diabetes Scale era peggiore nei consumatori rispetto a chi non ne aveva mai fatto uso, così come per il distress da diabete e la frequenza dell’auto monitoraggio della glicemia (P=0,001 per tutti). Non sono state osservate differenze significative tra ex e mai consumatori.

Gli attuali utilizzatori di tabacco avevano punteggi BMI-z più bassi rispetto agli altri due gruppi (P<0,001), che avevano punteggi simili.

«Abbiamo identificato una serie di esiti correlati al diabete peggiori tra chi fa uso corrente di tabacco, che potrebbero avere associazioni correlate alla dose e all’intensità del consumo di tabacco» hanno concluso gli autori. «È incoraggiante il fatto che gli ex consumatori erano in gran parte simili ai mai consumatori, suggerendo che smettere di fare uso di tabacco può migliorare gli outcome. È necessaria una comunicazione su misura e sforzi mirati di prevenzione e intervento per ridurre ulteriormente il consumo di tabacco in questa popolazione ad alto rischio».

Bibliografia

Rash CJ et al. Tobacco use patterns and clinical outcomes in the T1D exchange. J Diabetes Complications. 2022 Feb;36(2):108128. 

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