Ansia patologica: una condizione che accomuna milioni di italiani


Un disturbo che secondo alcune stime interessa più di 8 milioni di italiani, con numeri che sono andati ad aumentare a causa dell’emergenza sanitaria. L’ansia è la patologia psichiatrica più diffusa nel nostro paese e altro non è che la reazione del nostro cervello a stimoli che comportano stress e paura che risultano per molti difficili da gestire. Una condizione che col passare del tempo corre il rischio di diventare patologica e di condizionare pesantemente la vita dell’individuo in tutte le sue sfaccettature, da quelle relative al mondo del lavoro, sino a quelle relazionali. Per questo motivo è importante ricevere il giusto supporto sin dalla comparsa dei primi sintomi, in modo da evitare strascichi in prospettiva. Ci si può rivolgere a uno psicologo nella zona in cui si vive, o in alternativa Serenis attraverso il suo sito permette di essere ascoltati da uno dei suoi professionisti in modo da iniziare un percorso utile per eliminare gli stati ansiosi che appesantiscono le nostre vite.

ansia patologica

L’ansia patologica

Davanti a stimoli e a situazioni di un certo tipo, che solitamente comportano stress e un impatto emozionale importante, la nostra psiche è portata a fornire un certo tipo di risposte. Spesso queste sono funzionali al superamento degli scogli che ci ritroviamo davanti, ma altre volte la loro entità va ben oltre la portata dello stimolo scatenante, portando a reazioni che invece sono disfunzionali e che comportano una difficoltà ad affrontare gli eventi e manifestazioni peculiari che diventano preponderanti e che vanno a condizionare la vita delle persone.
Uno schema che, se ripetuto nel tempo, può portare a condizioni patologiche che rischiano di diventare croniche.
I sintomi fisici più tipici dell’ansia generalizzata sono quelli che tutti quanti, a più riprese, abbiamo dovuto affrontare durante le nostre esistenze, ossia: brividi, tremori, vampate di calore, irrequietezza, sudorazione accentuata o mani fredde, incapacità di riposare come si deve e – nei casi più gravi – nausea e diarrea. Se invece entriamo nel campo delle reazioni di tipo psichico riscontriamo fenomeni che ricomprendono irritabilità, incapacità di concentrarsi o di rilassarsi, apprensione e paura di affrontare le situazioni che si ritengono più impegnative.
Si ha un’amplificazione sistematica degli eventi che causano a una perdita della propria autonomia e comportano un’attesa rassegnata delle situazioni negative, e la scelta stare alla larga da rapporti e situazioni in grado di scatenare reazioni come quelle appena passate in rassegna.

Gli attacchi di panico

Si tratta delle manifestazioni più comuni in presenza di stati d’ansia e consistono solitamente in reazioni accompagnate da sintomi ben precisi che arrivano ad un apice, sino a tornare in poco tempo alla normalità. Tra i sintomi fisici caratteristici degli attacchi di panico ritroviamo: tachicardia, sudorazione, sensazione di soffocamento e asfissia, nausea, dolori al petto, tremori, vampate di calore e brividi. Un attacco di panico può presentarsi anche scollegato da eventi scatenanti, ma col passare del tempo cominciano a riproporsi in relazione a eventi specifici e condizioni ben definite. I primi vengono definiti inaspettati, mentre per i secondi si parla di attacchi di panico situazionali. In entrambi i casi, trattandosi di un’esperienza estrema e decisamente poco gradevole, i soggetti interessati cominceranno ad evitare determinati scenari per non correre il rischio di riavere a che fare coi sintomi passati tipici. Uno paradigma che va a condizionare la vita di chi soffre d’ansia e che instaura di fatto un circolo vizioso dal quale diventa difficile uscire. Capita spesso che gli attacchi di panico si associno all’ansia di ritrovarsi in situazioni difficilmente evitabili o da luoghi dai quali è difficile allontanarsi, condizione nota come agorafobia. Questo tipo di scenario si presenta soprattutto in ambiti che per definizione risultano particolarmente affollati, come mezzi pubblici, piazze e centri commerciali. La tendenza sarà quella di evitare la frequentazione di questi luoghi per non correre rischi di ritrovarsi a vivere reazioni non gestibili.