Guerra in Ucraina: Lavrov minaccia la Nato, aperti nuovi corridoi umanitari


Guerra in Ucraina, oggi aperti nove corridoi umanitari. Il russo Lavrov: “Con peacekeeping Nato si rischia scontro diretto”

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Sono nove i corridoi umanitari per l’evacuazione di civili accordati da Russia e Ucraina per oggi, 28esimo giorno dell’operazione militare su larga scala lanciata da Mosca nel Paese lo scorso 24 febbraio. A renderlo noto è stata la vice primo ministro di Kiev Iryna Vereshchuk.

Stando a quanto comunicato dalla dirigente del governo ucraino non è previsto un passaggio sicuro che parta da Mariupol, porto sul Mar d’Azov teatro da settimane di un assedio russo. Gli abitanti della città che vogliano abbandonare la zona, colpita da massicci bombardamenti, possono però partire da Berdyansk, situata a circa 70 chilometri da Mariupol in direzione sud-ovest lungo la costa.

La situazione del località portuale, che prima dell’inizio delle ostilità aveva una popolazione di quasi 450mila abitanti, continua a essere al centro delle denunce del governo ucraino e a preoccupare l’opinione pubblica internazionale. Il presidente Volodymyr Zelensky ha detto ieri che a Mariupol ci sono circa “100mila persone” bloccate “in condizioni disumane, senza cibo, acqua, medicine e sotto costanti attacchi e bombardamenti”.

La città affacciata sul Mar d’Azov è stata citata ieri anche dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che a una conferenza stampa a New York si è chiesto: “Quante bombe devono ancora cadere? Quanti abitanti di Mariupol devono essere ammazzati? Quanti altri ucraini e russi saranno uccisi prima che tutti si rendano conto che questa guerra non ha vincitori, solo vinti?”. Ribadendo “l’impossibilità che qualcuno vinca” il conflitto in corso in Ucraina, Guterres ha detto che le ostilità “non stanno andando da alcuna parte” e ha affermato che “ci sono abbastanza elementi sul tavolo” per far tacere le armi e dare una possibilità a una soluzione pacifica.

LAVROV: PEACEKEEPING NATO? SI RISCHIA SCONTRO DIRETTO

L’eventuale invio di forze di pace della Nato in Ucraina rischia di provocare uno “scontro diretto” fra le forze dell’Alleanza atlantica e quelle dell’esercito russo. A sostenerlo è il ministro degli Esteri di Mosca, Sergej Lavrov, alla vigilia del summit della Nato sul conflitto in Ucraina previsto per domani a Bruxelles.

Le parole del capo della diplomazia di Mosca, rilanciate dall’agenzia russa Tass, fanno riferimento alla proposta partita dal governo della Polonia di inviare in Ucraina una missione di peacekeeping della Nato. La possibile iniziativa, formulata la prima volta la settimana scorsa in occasione di una visita a Kiev dei primo ministri di Slovenia, Repubblica Ceca e appunto Polonia, verrà presentata domani al tavolo del summit dell’Alleanza atlantica. A oggi il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha sempre ribadito l’intenzione dell’organizzazione di non inviare soldati nel Paese dell’Europa orientale.

Commentando l’eventuale scenario all’Istituto statale di Mosca per le relazioni internazionali (Mgimo) Lavrov si è augurato che Varsavia “capisca la posta in gioco” e ha ribadito che l’invio di soldati Nato “porta allo scontro diretto” fra Russia e Alleanza atlantica che “tutti vogliono evitare e che non dovrebbe mai avvenire”.

Il ministro, spiega la Dire (www.dire.it), è anche tornato sulle dichiarazioni fatte ieri dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha aperto a una possibile discussione sulla neutralità dell’Ucraina proposta da Mosca e anche sullo status di Crimea e Donbass, due dei nodi chiave all’origine del conflitto, premettendo che qualsiasi decisione in merito verrà sottoposta al vaglio del popolo ucraino con un referendum. Secondo Lavrov gli accenni allo svolgimento di un plebiscito popolare arrivati da Kiev mirano solo “ad allungare i tempi del processo negoziale” in corso fra i due Paesi.