Guerra in Ucraina: ripartono i negoziati tra Kiev e Mosca


Guerra in Ucraina: al via il quarto round di negoziati con la Russia ma in diverse città ucraine continuano bombardamenti e scontri. Kiev: “Sarà dura”

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Sarà una “discussione dura” quella che avrà luogo durante la quarta sessione di negoziati tra Ucraina e Russia cominciati in video collegamento oggi, diciannovesimo giorno dell’operazione militare russa contro il Paese vicino cominciata il 24 febbraio. A sostenerlo, in un video su Twitter pubblicato poco prima dell’inizio dell’incontro, è il consigliere del presidente ucraino Mikhail Podolyak, capodelegazione di Kiev ai colloqui. Il consigliere del presidente Volodymyr Zelensky ha anche ribadito i nodi chiave all’incontro della parte ucraina: cessate il fuoco, ritiro immediato delle truppe di Mosca e garanzie di sicurezza per Kiev.

Quello di oggi è il primo incontro a tenersi in videocollegamento dopo che i primi tre, sempre secondo quanto riportato dalla parte russa, si sono volti in località non precisate della Bielorussia, prima al confine con l’Ucraina e poi con la Polonia. Il contesto in cui si svolgono i negoziati è complesso. Combattimenti proseguono ormai in quasi tutto il territorio dell’Ucraina. Da circa due giorni le forze armate russe hanno cominciato a colpire con maggiore assiduità anche nei dintorni di L’viv (Leopoli), città più importante della regione occidentale del Paese, distante qualche decina di chilometri dalla Polonia e rifugio per molte delle persone che hanno lasciato le zone dove si stanno svolgendo le ostilità più intense. Ieri dei missili russi hanno raggiunto una base militare presso la cittadina di Yavoriv, situata a meno di 20 chilometri dalla Polonia, Stato membro della Nato e dell’Unione europea, provocando la morte di almeno nove soldati così come riportato da fonti ucraine.

 

Ordigni russi continuano a colpire Kiev, mentre nei sobborghi della capitale proseguono scontri a terra fra le due truppe. Stando a quanto riferito dal servizio statale di emergenza ucraino, rilanciato dal quotidiano locale in lingua inglese The Kyiv Independent, almeno una persona è rimasta uccisa oggi quando un missile ha colpito un complesso residenziale in città.

 

A preoccupare maggiormente è però il fronte meridionale del conflitto. Il Comitato internazionale della Croce rossa (Icrc) ha lanciato un allarme per quanto riguarda la città portuale di Mariupol sul Mar d’Azov, che accoglie oltre 400mila abitanti, teatro da giorni di un assedio dell’esercito russo. Su Twitter l’organismo umanitario ha denunciato che “il tempo sta finendo per migliaia delle persone bloccate a Mariupol” che “stanno vivendo un incubo e non ne possono più”. L’Icrc ha invocato con urgenza” il raggiungimento di un “accordo umanitario”.

Zelensky, spiega la Dire (www.dire.it), ha affermato oggi che nella città portuale sarebbero rimaste uccise finora almeno 2.500 persone. In attesa degli esiti dell’incontro di oggi, l’Ucraina proverà nel corso della giornata ad evacuare civili tramite “dieci corridoi umanitari concordati“, stando a quanto reso noto dalla vice-primo ministro Iryna Vereschuk.