No al test d’inglese per i nigeriani: la petizione raccoglie migliaia di firme


In 60mila firmano la petizione per dire no al test d’inglese per i nigeriani: la certificazione prevista per i parlanti inglesi non nativi ha un costo di 210 sterline

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Attraverso una petizione lanciata su Change.org quasi 60.000 persone hanno chiesto di porre fine all’obbligo per i nigeriani di sostenere il test internazionale di lingua inglese, vale a dire l’International English Language Testing System (Ielts), la certificazione prevista per i parlanti inglesi non nativi, gestita dal British Council. Un collettivo di associazioni della Nigeria, Paese in cui la lingua ufficiale è proprio l’inglese come eredità del dominio coloniale, ha definito “ingiusto” da parte delle istituzioni britanniche costringere le persone a sostenere l’esame, che risulta propedeutico per poter studiare nel Regno Unito.

La certificazione, che viene richiesta anche da alcuni Paesi dell’Unione europea e dagli Stati Uniti, è inoltre valida per soli due anni e prevede un costo di 210 sterline, “pari al triplo di uno stipendio medio di un nigeriano”, come avvertono i responsabili dell’iniziativa.
Nel testo che accompagna la raccolta firme si mette in luce un’altra “ingiustizia”: il ministero dell’Interno britannico ha esentato da questo esame ben 18 Paesi a livello globale, ma nella lista non figura neanche un Paese africano nonostante “Stati come la Nigeria, ma anche il Ghana, il Kenya o il Sudafrica siano ex colonie della Corona britannica e siano membri del Commonwealth”.

Secondo i responsabili, a confermare il fatto che non è necessario sottoporre i nigeriani a un simile esame, corrono in soccorso i numeri: tra i 112 Paesi i cui cittadini hanno effettuato il test nel 2021, la Nigeria si è piazzata al 31esimo posto, ossia nella fascia dei parlanti classificati dagli esperti dello Ielts in possesso di una conoscenza “elevata e molto elevata della lingua”. Con 560 punti, la Nigeria figura inoltre al terzo posto tra i Paesi africani, preceduta dal Kenya (587 punti) e dal Sudafrica (606).

Contattato sulla questione dall’emittente Bbc a settembre scorso, spiega la Dire (www.dire.it), il portavoce del ministero dell’Interno ha chiarito che, per poter esentare gli Stati dalla certificazione di lingua inglese, l‘Home Office deve essere certo che almeno il 51% dei cittadini “impieghino l’inglese come prima lingua”. I responsabili della campagna oggi chiariscono che, dopo quelle dichiarazioni, hanno contattato il ministero per sapere quali sono i criteri necessari per stabilire tale soglia e cosa avrebbero dovuto fare per avviare la pratica. “Dopo più di tre mesi dalla nostra urgente richiesta- concludono gli attivisti- l’Home Office non ha ancora risposto”.