Con il celiometro nuove informazioni sul clima dalle nubi polari


Il celiometro è uni nnovativo strumento in dotazione all’Osservatorio ENEA della base Zucchelli per lo studio degli strati nuvolosi

celiometro

I ricercatori dell’Osservatorio meteo-climatologico ENEA in Antartide potranno studiare da quest’anno le variazioni del clima attraverso le nubi polari, grazie ad uno strumento altamente innovativo che consente di monitorare la copertura nuvolosa del cielo e misurare l’altezza degli strati nuvolosi. Si tratta di un un celiometro CL61 di ultima generazione appena installato presso la base Mario Zucchelli dai tecnici e ricercatori impegnati nella 37a spedizione del Programma nazionale di ricerche in Antartide (PNRA).

L’Osservatorio antartico dell’ENEA è uno dei primi a livello internazionale a poter utilizzare questo nuovissimo strumento, grazie a uno specifico accordo di collaborazione scientifica con l’azienda produttrice, la finlandese Vaisala, che prevede anche la condivisione dei dati acquisiti nella campagna e la successiva comparazione con quelli prodotti dal precedente modello.

Il celiometro è un dispositivo composto da un emettitore laser e un ricevitore: il fascio laser emesso verso l’alto viene diffuso verso il basso con intensità differenti a seconda del tipo e quantità di particelle presenti nei vari strati dell’atmosfera, la luce diffusa viene catturata dal ricevitore permettendo di misurare l’altezza della nube.

Rispetto ai precedenti modelli già in uso nella base italiana e in quella italo-francese di Concordia, il nuovo dispositivo permetterà di raccogliere informazioni anche sulla fase, liquida o solida, delle particelle di acqua che compongono le nubi presenti lungo il profilo verticale, fino a 10 km circa dalla superficie terrestre.

“Il celiometro è uno strumento completamente automatico e necessita di pochissima manutenzione. Con l’aggiunta di queste nuove funzionalità sarà possibile effettuare un monitoraggio dell’atmosfera qualitativo, su lungo periodo, con una frequenza di campionamento molto alta e con costi relativamente bassi, contribuendo in maniera significativa alla comprensione della tipologia di nubi e del loro conseguente impatto sul clima antartico”, spiega Paolo Grigioni, ricercatore ENEA del Laboratorio di Osservazioni e Misure per l’ambiente e il clima, nonché coordinatore dell’Osservatorio in Antartide.

Da oltre 30 anni, l’Osservatorio effettua il monitoraggio delle condizioni meteorologiche al suolo e in quota su parte del continente polare. Attualmente il network osservativo conta 16 stazioni meteorologiche automatiche dislocate in un’area che va dalla stazione Mario Zucchelli, sulla costa della Terra Vittoria, fino alla parte più alta del plateau antartico, dove si trova la base Concordia. Inoltre l’Osservatorio gestisce, in collaborazione con il personale dell’Unità Tecnica Antartide ENEA, il programma di radiosondaggi per la misura dei profili verticali dell’atmosfera.

I dati raccolti dall’Osservatorio, disponibili attraverso il sito web www.climantartide.it, vanno ad alimentare diversi dataset climatici, come il REference Antarctic Data for Environmental Research (READER) della Scientific Committee on Antarctic Research (SCAR), e sono inviati all’interno del Global Telecomunication System (GTS), sistema per la distribuzione dei dati meteorologici del progetto World Weather Watch del World Meteorological Organizzation (WMO). Quest’ultimo dataset è di fondamentale importanza poiché contribuisce alla generazione delle previsioni meteorologiche mondiali.

Negli ultimi 10 anni, l’Osservatorio ha ampliato i parametri misurati dando particolare rilevanza all’osservazione e caratterizzazione sia delle nubi che delle precipitazioni, grazie anche all’installazione di differenti tipi di pluviometri.

“La comprensione del clima e dei suoi cambiamenti legati all’influenza antropica rappresenta una delle necessità più impellenti della nostra società ed è essenziale per poter applicare protocolli e politiche adatte alla mitigazione degli effetti, potenzialmente devastanti, che questi cambiamenti possono apportare alla società e all’ambiente. Il continente antartico con la sua calotta polare rappresenta la maggiore riserva di acqua dolce del pianeta ed è una delle componenti fondamentali del sistema terra. Grazie al suo isolamento e alle sue particolarissime condizioni, l’Antartide rappresenta un laboratorio naturale eccezionale per lo studio dell’atmosfera”, conclude Paolo Grigioni.

Finanziate dal Ministero dell’Università e Ricerca (MUR) nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), le spedizioni antartiche italiane sono gestite dall’ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica e dal Consiglio Nazionale Delle Ricerche (Cnr) per la programmazione e il coordinamento scientifico.