Epilessia: con carbamazepina attenzione ai livelli di vitamina D


Epilessia: un farmaco anticonvulsivante ampiamente usato, la carbamazepina, appare associato a livelli ridotti di vitamina D

Epilessia: un farmaco anticonvulsivante ampiamente usato, la carbamazepina, appare associato a livelli ridotti di vitamina D

Un farmaco anticonvulsivante ampiamente usato, la carbamazepina, appare associato a livelli ridotti di 25-idrossivitamina D (25OHD), secondo nuovi dati pubblicati su “Epilepsy Research”.

I risultati di un’ampia meta-analisi hanno mostrato che coloro che i pazienti che assumevano carbamazepina avevano livelli significativamente più bassi di 25OHD rispetto ai controlli – ovvero coloro che erano trattati con un antiepilettico non induttore di enzimi oppure individui sani che non assumevano un antiepilettico – con una differenza media ponderata di 4,00 ng/mL.

«Consigliamo che i livelli di vitamina D dei pazienti di tutte le età che assumono carbamazepina siano monitorati almeno ogni 2 anni, che è lo stesso tempo che in genere si raccomanda per il monitoraggio della densità ossea» scrivono gli autori, guidati da Carla LoPinto-Khoury, professore associato di neurologia alla Lewis Katz School of Medicine presso la Temple University di Philadelphia.

«In effetti, occorre ricontrollare la vitamina D ogni anno in questi pazienti per verificare se presentano particolari fattori di rischio, come il non andare all’aperto o avere determinati problemi nutrizionali, per i quali si raccomanda l’integrazione, se necessaria» aggiungono.

Valutata la carbamazepina, nella lista dei farmaci essenziali dell’OMS
La carbamazepina è ampiamente usata per l’epilessia e in condizioni psichiatriche come il disturbo bipolare. È anche nella lista dei farmaci essenziali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Poiché è «molto economico» viene spesso utilizzato in Paesi in cui gli antiepilettici più costosi non sono disponibili, osservano LoPinto-Khoury e colleghi.

Uno dei potenziali effetti collaterali a lungo termine della carbamazepina è la carenza di vitamina D causata dall’induzione degli enzimi del citocromo P450 che metabolizzano la 25OHD, la forma fisiologicamente attiva, in metaboliti inattivi. A sua volta, la carenza di vitamina D «ha il potenziale di produrre diversi effetti avversi cronici sulla salute» come l’osteoporosi e le conseguenti fratture.

«Sappiamo da tempo che i farmaci antiepilettici, in particolare il fenobarbital e la fenitoina, sono associati a livelli più bassi di vitamina D, che possono portare alla perdita ossea. Questa importante scoperta è nota dal 1970» precisano gli autori. «Volevamo vedere se la stessa preoccupazione riguardasse la carbamazepina, soprattutto dato il suo uso diffuso».

LoPinto-Khoury e colleghi hanno condotto una ricerca bibliografica di articoli relativi alla carbamazepina e alla vitamina D. Dei 103 titoli pubblicati tra il 1984 e il 2015, hanno selezionato 12 studi da includere nell’analisi, comprendenti 331 pazienti trattati con carbamazepina, con una durata della terapia da 1 a 10 anni e 328 controlli.

La maggior parte degli studi ha incluso pazienti di sesso maschile e femminile, con il 24-63% dei partecipanti di sesso femminile; tuttavia, due studi includevano solo pazienti di sesso femminile e uno studio includeva solo pazienti di sesso maschile. Inoltre, sebbene la maggior parte (n = 9) degli studi fossero condotti negli adulti, tre si sono concentrati sui bambini. Gli studi sono stati condotti in un’ampia gamma di latitudini geografiche.

La differenza media grezza nei livelli di 25OHD tra carbamazepina e gruppi di controllo era di 4,00 ng/mL (IC al 95%, da -7,00 a -0,98), «indicando che, in media, i gruppi trattati con carbamazepina hanno dimostrato livelli di 25OHD 4,00 ng/mL inferiori ai gruppi di controllo» riassumono gli autori. Il valore Z per il test di ipotesi nulla era 2,60 (P = 0,009).

Meta-analisi solida sotto il profilo statistico
Gli autori avvertono che, «data la dispersione degli effetti, questa dimensione media dell’effetto si applica a questo particolare mix di studi, e quindi può essere diversa per un altro mix di popolazioni».

Quando hanno misurato l’eterogeneità, hanno trovato un valore Q di 77,86 con 11 gradi di libertà (P <0,001), «indicando che la vera dimensione dell’effetto non è identica in questi studi», commentano.

Tuttavia, la statistica I 2 era dell’86%, «il che ci dice che l’86% della varianza negli effetti osservati riflette la varianza negli effetti reali piuttosto che l’errore di campionamento», aggiungono. Un’ulteriore analisi della varianza degli effetti reali ha mostrato un T 2 di 23,24 (intervallo di previsione del 95%: da -15,27 a 7,27), con una deviazione standard di effetti reali (T) di 4,82.

I ricercatori hanno analizzato diverse potenziali variabili demografiche e cliniche delle variabili moderatore, tra cui l’integrazione di vitamina D e il tipo di gruppo di controllo (cioè, controlli sani non epilettici e controlli con epilessia che assumono antiepilettici che non inducono enzimi).

Hanno scoperto che negli studi in cui una percentuale del campione stava assumendo integratori di vitamina D, la differenza media tra quelli che assumevano carbamazepina e controlli era -0,96 (da -6,51 a 4,60; Z = -0,31; P = 0,76). D’altra parte, negli studi che hanno escluso l’integrazione di 25OHD, l’effetto medio è stato di -1,88 (da -4,06 a 0,29; Z = -1,69; P = 0,09).

Ci sono stati 10 studi che hanno utilizzato un gruppo di confronto di controllo sano e due che hanno utilizzato un gruppo di confronto di pazienti con epilessia che non assumevano carbamazepina (differenza media, -4,85 [IC 95%, da -8,03 a -1,68] e -0,24 [IC 95%, da -6,09 a 6,43], rispettivamente).

Dal deficit rischi non limitati alla sola osteopenia
Non ci sono stati effetti significativi derivanti dell’età, della durata del trattamento con carbamazepina o della latitudine geografica sui livelli osservati di 25OHD. Le analisi per potenziali bias hanno rivelato che «è improbabile che i risultati attuali siano il risultato di un errore di campionamento casuale» e «il bias di pubblicazione non ha probabilmente influenzato i nostri risultati» riferiscono gli autori.

«La nostra meta-analisi è stata fatta analizzando le variabili moderatore, quindi siamo stati in grado di scoprire che l’età e il genere non erano particolarmente associate alle differenze di vitamina D tra pazienti trattati con carbamazepina e controlli, né lo era la latitudine geografica, che è un marker per la quantità di sole» ricordano LoPinto-Khoury e colleghi.

I ricercatori hanno notato che la carenza di vitamina D potrebbe avere un impatto negativo non solo aumentando il rischio di osteopenia, ma anche influenzando altri sistemi corporei. «La vitamina D può influenzare i fattori di rischio vascolare come il colesterolo e il sistema immunitario, il che – specialmente ora, durante la pandemia – è preoccupante» sottolineano.

Bibliografia:
LoPinto-Khoury C, Brennan L, Mintzer S. Impact of carbamazepine on vitamin D levels: A meta-analysis. Epilepsy Res. 2021;178:106829. doi: 10.1016/j.eplepsyres.2021.106829. Link