Covid: rischio eventi avversi più alto nei pazienti oncologici


I pazienti con Covid-19 sottoposti di recente a trattamenti antitumorali sono a rischio elevato di eventi avversi secondo un nuovo studio

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In uno studio di coorte, Mariana Chavez-MacGregor e colleghi hanno osservato che i pazienti oncologici con COVID-19 presentavano esiti più sfavorevoli rispetto a quelli non affetti dal cancro, se avevano ricevuto di recente trattamenti antitumorali. I pazienti oncologici senza recenti trattamenti anticancro presentavano risultati simili a quelli senza malattia oncologica.

Lo studio pubblicato in JAMA Oncology comprendeva i dati di Optum, che include i dati del fascicolo sanitario elettronico anonimizzato del COVID-19 relativi a 507.307 americani adulti con diagnosi di COVID-19 ricevuta tra l’1 gennaio e il 31 dicembre 2020.

I tassi di mortalità, ventilazione meccanica, ricovero in terapia intensiva e in ospedale entro 30 giorni dalla diagnosi di COVID-19 sono stati analizzati nei pazienti senza patologia oncologica, in pazienti con cancro in trattamento radioterapico o terapia sistemica entro i 3 mesi precedenti alla diagnosi di COVID-19 (gruppo di trattamento recente) e in pazienti con tumori che non avevano ricevuto trattamento recente. Le analisi sono state aggiustate per età, comorbilità, sesso, razza/etnia, obesità grave, ricovero in strutture di assistenza qualificata entro i 3 mesi precedenti alla diagnosi di COVID-19, trimestri dell’anno 2020, tipo di assicurazione e area geografica.

Tra i 507.307 pazienti con COVID-19 (età media 48,4 ±18,4 anni; 55,4% donne), 493.020 (97,2%) non avevano il cancro. Dei 14.287 pazienti oncologici (2,8%), 9.991 (69,9%) non erano stati sottoposti a trattamenti recenti e 4.296 (30,1%) avevano ricevuto recentemente le terapie.

In analisi non aggiustate, i pazienti oncologici presentavano maggior probabilità di sviluppare esiti avversi dell’infezione rispetto a quelli senza tumore, indipendentemente dai recenti o meno trattamenti anticancro; ad esempio, i tassi di mortalità da COVID-19 a 30 giorni erano dell’1,6% nei pazienti senza cancro, 5% nei pazienti che non avevano ricevuto recenti trattamenti antitumorali e 7,8% nei pazienti con terapie anticancro recenti.

In analisi aggiustate, rispetto ai pazienti senza cancro, i pazienti oncologici che non avevano ricevuto trattamenti recenti mostravano un rischio significativamente ridotto di ventilazione meccanica (odds ratio [OR] 0,61; intervallo di confidenza [IC] al 95%: 0,54 – 0,68) e ricovero in ospedale (OR 0,79; IC 95%: 0,75 – 0,83) a 30 giorni, senza differenze significative nel rischio di mortalità (OR 0,93; IC 95%: 0,84 – 1,02) o di ricovero in terapia intensiva (OR 0,98; IC 95%: 0,91 – 1,06).

Rispetto ai pazienti non affetti da cancro, i pazienti oncologici con trattamento antitumorale recente mostravano un rischio significativamente maggiore di mortalità a 30 giorni (OR 1,74; IC 95%: 1,54 – 1,96), di ricovero in terapia intensiva (OR 1,69; IC 95%: 1,54 – 1,87) e in ospedale (OR 1,19; IC 95%: 1,11 – 1,27), senza differenze sul rischio di ventilazione meccanica (OR 1,00; IC 95%: 0,88 – 1,13).

Tra tutti i pazienti oncologici, paragonati ai pazienti con tumori solidi non metastatici, quelli con tumori solidi metastatici avevano un rischio significativamente maggiore di mortalità (OR 2,36) e di ricovero in ospedale (OR 1,37). I pazienti con tumori ematologici avevano un rischio significativamente maggiore di mortalità (OR 1,72), ventilazione meccanica (OR 1,42), ricovero in terapia intensiva (OR 1,29) e in ospedale (OR 1,44).