Artrite psoriasica: secukinumab migliora la depressione


Secukinumab migliora l’attività di malattia e la depressione indipendentemente dal genere nei pazienti affetti da artrite psoriasica secondo un nuovo studio

Diagnosi di artrite psoriasica, salute

Secukinumab migliora l’attività di malattia e l’umore depressivo indipendentemente dal genere nei pazienti affetti da artrite psoriasica (PsA). Queste le conclusioni di uno studio recentemente presentato nel corso del Congresso dell’American College of Rheumatology.

Razionale e obiettivi dello studio
In letteratura esistono osservazioni in base alle quali le disparità di genere potrebbero influenzare la storia naturale della PsA. Lo studio tedesco osservazionale AQUILA rappresenta una fonte di dati real world sull’influenza del genere dei pazienti con PsA relativamente all’efficacia terapeutica e alla persistenza in terapia con secukinumab, un anticorpo monoclonale totalmente umanizzato che inibisce selettivamente IL-17 A.

L’obiettivo dell’analisi ad interim presentata al Congresso è stato quello di descrivere le caratteristiche demografiche iniziali nonché valutare gli outcome di trattamento con secukinumab sull’attività di malattia, la sintomatologia depressiva e il tasso di persistenza in terapia in base al genere dei pazienti con PsA.

Disegno dello studio
AQUILA è uno studio multicentrico osservazionale, tuttora in corso, che include più di 3000 pazienti con PsA attiva o spondilite anchilosante. Questi sono stati seguiti in un follow-up durato fino ad un anno.  Nello specifico, l’analisi ad interim si è focalizzata sui pazienti con PsA di sesso maschile e femminile reclutati nello studio.

I dati raccolti hanno riguardato:
– L’impatto di malattia (Psoriatic Arthritis Impact of Disease – 12 item, punteggio PsAID-12)
– L’attività di malattia cutanea (indice PASI)
– La conta articolare
– La severità della sintomatologia depressiva (Beck’s Depression Inventory version II, BDI-II)
– La valutazione globale dello stato di salute fatta dai pazienti (PGA)
– I tassi di persistenza in terapia (calcolati in base al tempo dall’inclusione nello studio all’abbandono prematuro del trattamento con secukinumab)

Al basale erano stati inclusi 1.278 pazienti con PsA: il 41,5% (n=531) di sesso maschile) e il 58,5% (n=747) di sesso femminile.

Come atteso, i dati demografici dei pazienti appartenenti ai due sessi differivano, prevalentemente, per la proporzione di pazienti in sovrappeso, fumatori, pretrattati con FANS e con farmaci biologici/biosimilari.

Risultati principali
I valori medi di PsAID-12 sono risultati più elevati nelle pazienti con PsA, ad indicare un maggior impatto di malattia nel sesso femminile. Ciò detto, i punteggi PsAID-12 sono migliorati in maniera pressochè similare in ambo i sessi dal basale ad un anno (da 4,8 al basale a 2,9 ad un anno nel sesso maschile; da 5,3 a 3,5 nel sesso femminile).

Un trend simile è stato documentato in termini di miglioramenti dei punteggi medi PGA in ambo i sessi: da 4,9 al basale a 3 ad un anno nel sesso maschile; da 5,6 a 3,5 nel sesso femminile.

Anche i punteggi PASI relativi alla gravità delle lesioni psoriasiche e della loro estensione sono migliorati in modo simile un entrambi i sessi (da 6,8 a 1,9 nel sesso maschile; da 7 a 1 in quello femminile), come pure la conta delle articolazioni dolenti/tumefatte) (da 6,8/3,7 al basale a 3,1/0,9 ad un anno nel sesso maschile; da 7,3/3,7 a 2,8/0,9 nel sesso femminile).

I pazienti di sesso maschile hanno sperimentato punteggi complessivi inferiori al Beck Depression Inventory, anche se in ambo i sessi sono state documentate riduzioni di questo punteggio relativo alla sintomatologia depressiva (uomini: da 10,2 a 8,1; donne: da 13 a 10,6).

Da ultimo, i tassi di persistenza in terapia sono risultati numericamente (ma non statisticamente) migliori nei pazienti di sesso maschile rispetto a quelli di sesso femminile.

Riassumendo
Nel complesso, I dati ad interim di questa analisi confermano, innanzi tutto, che secukinumab migliora l’attività di malattia, l’impatto sulla stessa e l’umore dei pazienti. Per quanto le pazienti presentino un impatto di malattia maggiore rispetto ai pazienti di sesso maschile, in entrambi i generi il trattamento è stato in grado di determinare miglioramenti sovrapponibili in tutti gli outcome considerati.

Secukinumab, quindi, rappresenta un trattamento efficace, caratterizzato da tassi di persistenza in terapia elevati nel mondo della pratica clinica reale, indipendentemente dal sesso di appartenenza.

Bibliografia
Kiltz U et al. How Does Gender Affect Secukinumab Treatment Outcomes and Retention Rates in Patients with Psoriatic Arthritis? – Real World Data from a German Observational Study [abstract]. Arthritis Rheumatol. 2021; 73 (suppl 10).