Così l’UE combatte violenza di genere e domestica


La violenza di genere e quella domestica, che colpiscno in particolare le donne, restano una piaga in Europa. L’UE sta adottando varie misure per eliminarle

Violenza di genere: pubblicato il report del primo semestre 2021. Secondo il rapporto "Vite violate" è in diminuzione il numero di reati contro le donne

La maggior parte dei paesi dell’UE dispone di leggi per contrastare la violenza basata sul genere o sull’orientamento sessuale. Tuttavia, l’assenza di una definizione unica e di regole comuni, impedisce che venga affrontarla in modo efficace. Per questo il Parlamento europeo è tornato più volte a chiedere una normativa europea a riguardo.

Le principali vittime di tale violenza sono le donne e le ragazze ma anche gli uomini possono esserne colpiti. A loro volta, sono prese spesso di mira le persone LGBTIQ+.

Tale violenza, ha conseguenze negative sia a livello individuale che all’interno della famiglia, con ripercussioni tanto a livello di collettività che a livello economico.

Scopri l’azione del Parlamento per un’Europa più sociale.

Norme specifiche per sanzionare la violenza di genere

Nel settembre 2021, i deputati hanno invitato la Commissione a fissare la base giuridica per annoverare la violenza di genere tra i reati comunitari. Questo permetterebbe di equipararla a crimini come il terrorismo, la tratta degli esseri umani, la criminalità informatica, lo sfruttamento sessuale e il riciclaggio di denaro. Una tale iniziativa consentirebbe di stabilire definizioni e standard giuridici comuni, nonché fissare sanzioni penali minime in tutta l’UE.

Questa proposta fa seguito a quella dello scorso febbraio, in cui il Parlamento ha chiesto una direttiva europea per prevenire e combattere la violenza di genere in ogni sua forma. In tale occasione, i deputati hanno sottolineato anche la necessità di un “protocollo europeo sulla violenza di genere in tempi di crisi” per affrontare meglio il problema e difendere le vittime di violenza domestica. Il Parlamento ha affermato che i servizi di protezione per le vittime come ad esempio le linee di assistenza telefonica, gli alloggi sicuri e l’assistenza sanitaria, dovrebbero essere riconosciuti come “servizi essenziali” in ogni paese dell’UE.

Violenza tra partner nelle battaglie per la custodia

Durante la pandemia sono aumentati i casi di violenza tra partner e questo ha generando un impatto su tutta la famiglia. Nell’ottobre 2021 il Parlamento ha chiesto misure urgenti per proteggere le vittime della violenza nelle battaglie per la custodia, sottolineando che le udienze dovrebbero essere condotte da professionisti qualificati e svolgersi in ambienti a misura di bambino. I deputati hanno inoltre esortato i paesi dell’UE a sostenere le vittime per consentire loro di raggiungere l’indipendenza finanziaria e abbandonare le relazioni abusive e violente.

Si stima che il 22% delle donne abbia subito violenze fisiche e/o sessuali dal partner attuale o da partner precedenti e che il 43% abbia subito violenze psicologiche, la maggior parte delle quali denunciate.

Molestie sessuali e violenza online

La pandemia di Covid-19 ha portato anche a un drammatico aumento della violenza contro le donne sui social media e su Internet in generale. Nel dicembre 2021, i deputati hanno chiesto all’UE di adottare una definizione comune di cyberviolenza di genere e di renderla punibile per legge, con sanzioni minime e massime armonizzate per i paesi alti. La proposta si basa su una relazione del 2016 sulle molestie online.

Tra le azioni che il Parlamento vorrebbe rendere sanzionabili compaiono: le molestie informatiche, lo stalking informatico, le violazioni della privacy, le registrazioni e la condivisione di immagini di aggressioni sessuali, il controllo e sorveglianza a distanza (comprese le app spia), le minacce e gli appelli alla violenza, l’incitamento all’odio sessista, l’induzione all’autolesionismo, l’accesso illecito a messaggi o account di social media, la violazione dei divieti di comunicazione imposti dai tribunali e la tratta di esseri umani.

Convenzione di Istanbul

Il completamento dell’adesione dell’UE alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica resta una priorità.

Il Parlamento ha accolto con favore l’iniziativa del gennaio 2021, con cui la Commissione propone misure per raggiungere gli obiettivi della Convenzione di Istanbul, qualora alcuni Stati membri continuassero a bloccare la ratifica da parte dell’UE.

Mutilazioni genitali femminili

Il Parlamento ha approvato leggi e risoluzioni per aiutare a porre fine alle mutilazioni genitali femminili (MGF) in tutto il mondo. Sebbene questa pratica sia illegale nell’UE, si stima che nei soli 13 paesi europei presi in analisi, siano circa 600.000 le donne ad essere state vittime di MGF e 180.000 le ragazze a rischio di questa pratica.

Nel 2019, il gruppo The restorers composto da cinque studentesse del Kenya sviluppatrici di un’applicazione in grado di venire in aiuto alle ragazze vittime di mutilazione genitale, fu selezionato tra i finalisti al Premio Sacharov per la libertà di pensiero.

Nel 2014 il Parlamento europeo assegnò il Premio Sacharov al Dr Denis Mukwege, il ginecologo congolese noto per il suo lavoro in difesa dei diritti delle donne e in particolare delle vittime di stupri di gruppo e violenze sessuali nella Repubblica Democratica del Congo.

Le Donne: le principali vittime

  • Nell’Unione europea, una donna su tre ha subito violenza fisica e/o sessuale dall’età di 15 anni
  • Più della metà delle donne è stata molestata sessualmente
  • Quasi una volta su cinque l’autore della violenza contro le donne è il loro partner

(Fonte: Violence against Women, un’indagine commissionata dall’Agenzia per i Diritti Fondamentali dell’Unione Europea nel 2014)