Australian Open: Djokovic vince la sfida con il governo australiano


La Corte Federale australiana ha restituito il visto a Novak Djokovic che parteciperà agli Australian Open grazie a un’esenzione medica per il vaccino Covid

Il tennista Novak Djokovic fotografato insieme all'ex comandante serbo Milan Jolovic che partecipò al genocidio di Srebrenica

“Sono lieto e grato che il giudice abbia annullato la mia cancellazione del visto. Nonostante tutto quello che è successo, voglio restare e provare a competere agli Australian Open. Rimango concentrato su quello. Ho volato qui per giocare in uno degli eventi più importanti che abbiamo davanti ai fantastici fan”. Così su Twitter il tennista serbo Novak Djokovic, al termine della giornata in cui la Corte Federale australiana ha deciso di restituirgli il visto con cui si era presentato per partecipare agli Australian Open grazie a un’esenzione medica, in quanto non in possesso di certificato vaccinale contro il Covid-19, obbligatorio per competere a Melbourne. Inizialmente, ricorda la Dire (www.dire.it), il visto non era stato accettato dalle autorità australiane e il numero uno al mondo era stato confinato al Park Hotel di Melbourne con il rischio di essere espulso dal Paese.

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LA CONFERENZA DELLA FAMIGLIA DI NOLE

Nel frattempo, in Serbia la famiglia Djokovic ha tenuto una conferenza stampa. Il padre di Novak, Srdan, ha esordito celebrando la vittoria del figlio: “Alla fine ha vinto lui, ha vinto la giustizia e ha vinto lo Stato di diritto“.

Poi è stato il turno del fratello, Djordje: “Noi come famiglia l’abbiamo trovata molto difficile come situazione, siamo molto commossi per mio fratello. È molto difficile difendere Novak e non offendere nessuno allo stesso tempo. Siamo combattenti per la giustizia e lo stato di diritto. Abbiamo fatto tutto il possibile per seguire le procedure”.

Djordje Djokovic ha detto in conferenza stampa che suo fratello Novak è già tornato in campo per allenarsi, appena avuta la sentenza che gli ha ridato il visto per entrare in Australia: “Novak è libero. Pochi minuti fa si è allenato su un campo da tennis. È venuto in Australia per giocare a tennis, per provare a vincere un altro Open d’Australia. È stato marchiato in modi diversi per molti anni e ha sempre sostenuto la libertà di scelta“.

“Voglio ringraziare tutti coloro nel mondo che si sono alzati in piedi e lo hanno sostenuto a Melbourne di fronte a quel cosiddetto hotel. Questa è la più grande vittoria nella sua carriera, più grande di qualsiasi Grande Slam“. Parola di Dijana Djokovic, mamma di Nole, durante la conferenza stampa della famiglia dalla Serbia. “Non ha fatto nulla di male, non ha infranto nessuna delle loro leggi. È stato oggetto di molestie. Ha lottato contro il sistema e il governo perché aveva il diritto di esserci. Mai prima d’ora abbiamo affrontato una situazione come questa”.

Ancora papà Srdan: “Novak è stato accolto all’aeroporto e gli hanno tolto tutti i diritti da essere umano. Lo volevano convincere a firmare un documento di revoca del visto e lui si è rifiutato di firmarlo perché non c’era motivo. Non aveva fatto nulla per contribuire a quella situazione. Non gli hanno concesso il diritto di comunicare con i suoi avvocati, con la sua squadra, con i suoi amici. È rimasto solo per diverse ore. Gli hanno persino portato via il telefono“.

E sulla possibilità che il governo australiano proceda comunque con l’espulsione del campione, il padre di Djokovic afferma: “L’ultima partita è stata giocata e ora hanno bisogno di inventare una partita diversa. Non ha permesso che questo lo lasciasse in ginocchio. Negli ultimi giorni sono successe varie cose ed è stato molto difficile. Ma è mentalmente forte, un giovane fantastico. Non ha mai offeso nessuno, è sempre stato in buoni rapporti con tutti. Ma ovviamente il fatto che provenga da un Paese piccolo e impoverito non era qualcosa che piaceva ai grandi potenti, e pensavano di avere poteri dati da Dio”.