Psoriasi a placche: la terapia con biologici si può interrompere


Psoriasi a placche la sospensione e la successiva ripresa del trattamento con la maggior parte dei biologici ha mostrato un impatto minimo sull’efficacia della terapia

Psoriasi a placche: efficacia e soddisfazione dei pazienti per secukinumab in singola dose tramite auto-iniettore

Nella psoriasi a placche la sospensione e la successiva ripresa del trattamento con la maggior parte degli agenti biologici ha mostrato un impatto minimo sull’efficacia della terapia, secondo quanto emerso da una revisione della letteratura pubblicata sul Journal of Drugs in Dermatology.

La comprensione delle basi immunologiche della psoriasi cronica a placche ha portato allo sviluppo di diverse classi di agenti biologici, principalmente anticorpi monoclonali, inclusi inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF), dell’interleuchina-12/23 (IL-12/23), IL-17 e IL-23. Per migliorare l’aderenza sono stati studiati regimi di dosaggio alternativi, tuttavia per diversi farmaci la terapia continuativa sembra essere superiore in termini di efficacia rispetto al trattamento al bisogno.

«Nella pratica clinica può verificarsi un’interruzione temporanea del trattamento per una serie di motivi, come chirurgia elettiva, ospedalizzazione, malattie come Covid-19, gravidanza e allattamento, vaccinazione, viaggi e motivi finanziari» hanno scritto il primo autore dello studio Charlie Yue Wang e colleghi del dipartimento di studi clinici presso lo Skin Health Institute di Victoria, in Australia. «Considerate alcune preoccupazioni sulla possibile riduzione della risposta e/o lo sviluppo di anticorpi anti-farmaco a seguito dell’interruzione della terapia biologica, abbiamo riesaminato i dati di efficacia, sicurezza e immunogenicità della sospensione del trattamento negli studi clinici».

La revisione della letteratura ha identificato un totale di 13 studi controllati idonei all’analisi. Tre farmaci, etanercept, infliximab e secukinumab, hanno dimostrato un’efficacia superiore se somministrati continuamente. Sono tuttavia stati condotti studi di sospensione del trattamento con etanercept, adalimumab, brodalumab, guselkumab, ixekizumab, risankizumab, tildrakizumab e ustekinumab. I risultati di queste analisi non hanno mostrato alcun impatto significativo sui tassi di clearance cutanea a seguito dell’interruzione e della ripresa della terapia.

Impatto limitato sull’efficacia
In due studi su etanercept i tassi di risposta nei pazienti che avevano interrotto e poi ripreso la terapia erano rispettivamente del 64,3% e del 66,7%, mentre in quanti avevano continuato la terapia erano del 71% e del 70%.

La sospensione e la ripresa del trattamento con adalimumab ha prodotto una risposta del 73%, rispetto all’84% della terapia continua.

Varie dosi di brodalumab, ixekizumab e ustekinumab sono state associate a tassi di risposta in range sovrapponibili sia nel gruppo di sospensione che in quello di terapia continua. In alcuni casi, l’interruzione e la successiva ripresa hanno portato a tassi di risposta leggermente superiori rispetto al trattamento continuo.

I risultati per guselkumab hanno mostrato una risposta dell’80,4% nei pazienti che hanno interrotto e ripreso la terapia e dell’86% per quanti non l’hanno sospesa, mentre i dati relativi a due diversi dosaggi di tildrakizumab hanno mostrato che la sospensione e la ripresa hanno prodotto risposte superiori all’83%, a seconda della dose.

Per risankizumab la sospensione e il ritrattamento hanno portato a un tasso di risposta dell’83,7%, rispetto all’81,1% con la terapia continuativa.

I dati sulla sicurezza di uno studio hanno evidenziato che l’interruzione temporanea di infliximab può portare a gravi reazioni all’infusione, mentre la sospensione e la ripresa della terapia con altri biologici inclusi nell’analisi non sono stati associati a effetti collaterali gravi.

Bibliografia

Wang CY et al. Biological Therapy Interruption and Re-Treatment in Chronic Plaque Psoriasis. J Drugs Dermatol. 2021 Oct 1;20(10):1063-1071. 

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