Sindrome delle apnee ostruttive e ipertrigliceridemia: nuova scoperta


In pazienti non obesi le metriche delle apnee ostruttive del sonno (OSA) sono risultate associate positivamente ai livelli sierici dei trigliceridi

Apnee ostruttive del sonno: le ripercussioni sul lavoro

In uomini con normale misura della circonferenza vita, le metriche delle apnee ostruttive del sonno (OSA) sono risultate associate positivamente ai livelli sierici dei trigliceridi, secondo i risultati di uno studio pubblicato su “Nature and Science of Sleep”.

Un gruppo di ricercatori – coordinato da Layla B. Guscoth, del South Australian Health and Medical Research Institute e della Facoltà di Salute e Scienze Mediche dell’Università di Adelaide (Australia) – ha valutato i partecipanti di genere maschile non selezionati che vivono in comunità negli studi MAILES (Men Androgen Inflammation Lifestyle Environment and Stress) e FAMAS (Florey Adelaide Male Aging Study).

Hanno esaminato l’associazione di OSA e ipossiemia notturna con i profili lipidici sierici e hanno suggerito che i profili di rischio cardiometabolico di individui sani con OSA richiedono attenzione clinica.

L’ostruzione parziale o completa delle vie aeree superiori riscontrata nella sindrome delle OSA provoca ipossia intermittente, accompagnata in modo variabile da frammentazione del sonno e sonnolenza diurna. Mentre la prevalenza di OSA da moderata a grave era del 49,7% nella coorte Swiss HypnoLaus, questa era del 74,7% negli uomini di età =/> 40 anni (o con sindrome OSA secondo i criteri ICD-3).

Guscoth e colleghi sottolineano, tuttavia, che le OSA sono spesso sottodiagnosticate o non riconosciute in vari contesti clinici e che le OSA si sono rivelate implicate nello sviluppo di condizioni cardiovascolari. Inoltre, l’ipossiemia notturna derivante dall’OSA durante il sonno REM (Rapid Eye Movement) è associata longitudinalmente alle malattie cardiovascolari e ai suoi fattori di rischio (ipertensione, insulino-resistenza, sindrome metabolica e aterosclerosi carotidea).

Verifica di un’associazione già indagata con risultati contrastanti
Ricerche precedenti suggeriscono che l’ipossiemia intermittente attiva il sistema nervoso simpatico, aumenta lo stress ossidativo e l’infiammazione sistemica e che, quando diventa cronica, riduce la clearance delle lipoproteine ricche in trigliceridi e inibisce l’attività della lipoprotein lipasi del tessuto adiposo.

Per chiarire i risultati non univoci degli studi che avevano già indagato potenziali associazioni OSA-dislipidemia e per confermare la ricerca che suggerisce un’associazione indipendente con l’OSA grave (indice di apnea-ipopnea [AHI] =/> 30/h), gli autori hanno condotto analisi stratificate per circonferenza vita al fine di valutare la sussistenza di un’associazione obesità-indipendente tra metriche OSA e dislipidemia.

I ricercatori hanno valutato 753 partecipanti a MAILES (età media 60,8 anni) sottoposti a polisonnografia domiciliare completa (Embletta X100). Hanno esaminato trigliceridi, lipoproteine ad alta (HDL) e bassa (LDL) densità, colesterolo totale, associazioni tra lipidi e misure continue di ipossiemia notturna (indice di desaturazione dell’ossigeno [ODI], AHI e REM-AHI) e hanno aggiustato i risultati dell’analisi per condizioni croniche, comportamenti a rischio e fattori socio-demografici.

La circonferenza media della vita era di 99,3 cm e la prevalenza di OSA (AHI =/> 10) era del 52,6%. Non sono state trovate associazioni significative tra le metriche OSA e le misure lipidiche in un’analisi complessiva, né in un’analisi di sensibilità che escludeva le terapie ipolipemizzanti.

In un’analisi aggiustata covariata stratificata in base alla circonferenza vita (< 95 cm, 95-100 cm, > 100 cm) per ridurre al minimo il contributo dell’obesità all’ipertrigliceridemia, i livelli dei trigliceridi sono risultati positivamente associati ad AHI, ODI e REM-AHI nei partecipanti con una circonferenza vita < 95 cm (P <0,05), ma non nei partecipanti con circonferenze vita tra 95 e 100 cm o > 100 cm.

Dannosi soprattutto gli eventi ostruttivi durante il sonno REM
Gli autori hanno anche osservato che l’OSA durante il sonno REM è caratterizzata da eventi ostruttivi più lunghi con maggiori fenomeni di desaturazione dell’ossigeno. Gli eventi ostruttivi durante il sonno REM, ha dimostrato la ricerca, possono essere più dannosi degli eventi ostruttivi durante il sonno non REM rispetto all’ipertensione, alle malattie cardiovascolari e al controllo glicemico nel diabete di tipo 2.

Valutando le singole categorie cliniche di OSA, Guscoth e colleghi hanno scoperto che l’OSA grave è significativamente associata a una maggiore probabilità di livelli di trigliceridi =/> 1,7 mmol/L (odds ratio 4,1, intervallo di confidenza al 95% 1,1-15,5, P = 0,039). L’analisi secondo la circonferenza vita ha confermato la relazione solo tra gli uomini tale misura < 95 cm.

Screening di problemi metabolici dagli esami del sangue annuali
«Suggeriamo pertanto che In base ai nostri dati non stratificati per circonferenza addominale, gli squilibri metabolici associati all’insulino-resistenza indotta da ipossia intermittente dovuta alle OSA non possono essere separati dall’effetto predominante dell’obesità viscerale. Quando stratificati per circonferenza addominale, i nostri dati mostrano che questi squilibri nei trigliceridi sono osservati solo nei partecipanti magri in cui l’obesità non ha un effetto dominante» concludono i ricercatori.

Questi risultati di alta prevalenza del rischio metabolico in pazienti magri con OSA sono molto preoccupanti, aggiungono, citando uno studio che ha mostrato un rischio del 61% di dislipidemia nei pazienti magri con OSA (AHI > 5/ora, indice di massa corporea < 25 kg/m2, e circonferenza vita < 80 cm nelle donne e < 90 cm negli uomini) e due delle tre componenti della sindrome metabolica nel 64% dei casi.

«Esami del sangue annuali a digiuno potrebbero identificare problemi metabolici quali elevati livelli di glucosio e trigliceridi a digiuno» osservano.

Bibliografia:
Guscoth LB, Appleton SL, Martin SA, et al. The Association of Obstructive Sleep Apnea and Nocturnal Hypoxemia with Lipid Profiles in a Population-Based Study of Community-Dwelling Australian Men. Nat Sci Sleep;13:1771-82. doi: 10.2147/NSS.S327478. Link