“Il baby killer della banda della Magliana” presentato a Roma


I lati oscuri della Banda della Magliana negli anni di piombo.  Fine degli anni sessanta e gli inizi degli anni ottanta tra noir e fantasia

I lati oscuri della Banda della Magliana negli anni di piombo.  Fine degli anni sessanta e gli inizi degli anni ottanta tra noir e fantasia

Gli autori Antonio Del Greco e Massimo Lugli si ributtano nel noir. Sesto romanzo nella variante più spericolata del poliziesco. Si consiglia: “Vietato ai minori senza stomaco”.

La morte di Luigi Morani lascia molti dubbi. Sarà vero che è ancora vivo sotto falso nome cambiando sembianze a Roma? Ma c’è tanto altro ancora. Tra verità, e un taglio bizzarro che crea al lettore un avido senso d’ingorda lettura.

E’ tutto da scoprire nella storia raccontata da chi conosce la matrice postulatrice per accattivarsi il lettore curioso che ama il brivido della suspense. Chissenefrega se è vero o falso! Si gode, soprattutto di emozioni in bianco e nero…

Nella biblioteca Marconi a Roma

E’ stato presentato il libro: “Il baby killer della banda della Magliana”. Un noir che ci riporta indietro nel tempo. Gli anni di piombo quando il crimine si allea con delinquenza più efferata. E incomincia ad impadronirsi di tutto ciò che può gestire. Soprattutto la cosa pubblica. Finanche quelle toghe pronte ad abbassare la testa per il potere poi conferitogli a suon di abusi e corruzioni.

Tanti i racconti che hanno arricchito indagini su indagini sulla storia della Magliana. Un luogo che diventò il territorio dei maglianesi. spacciatori, criminali, sanguinari uomini senza scrupoli che si sono portati dietro, nel girone dell’inferno, ogni persona o personalità che rivestiva un ruolo che potesse essere utile ai loro sporchi affari. Camorristi esponenti della malavita internazionale ma anche agganci con i servizi segreti deviati.

Come sia arrivato a quella potenza, è tutto da ripercorrerlo nel tempo.

La Banda era così potente da corrompere cancellieri dei tribunali, poliziotti, usceri, giudici. Nello specifico ce lo raccontano i due autori, il romanziere, Massimo Lugli del giornalismo romano, ex inviato di La Repubblica e autore di numerosi libri di successo, scrive di cronaca nera e criminalità da più di quaranta anni. Giornalista on the road. Ama provare le sensazioni per poi trasmetterle nei racconti. Mentre Antonio Del Greco è un ex dirigente della Omicidi di Milano poi trasferito a Roma. Riferisce di fatti che ci racconta con garbo ma anche con scene violente. Momenti di criminalità spietata ma anche amore. Può amare uno spietato delinquente in maniera passionale? Si, è storia!

Tante sono state le sue le ricerche su alcuni dei più interessanti casi di cronaca nera degli ultimi anni. E, forse, con tanti lati ancor oggi oscuri. Dal canaro della Magliana alla cattura di Johnny lo Zingaro, passando per il delitto di via Poma.  L’estrema destra eversiva, l’arsenale di via Liszt, la figura di Aldo Semerari e la loggia P2le vicende della banda della Magliana dal 1977 al 1992.

La Storia

Un ragazzo che uccide una persona che non c’entra nulla. Da qui, incomincia la sua storia. Con fenomeni terroristici di destra e sinistra . Brigate rosse, banda dei marsigliesi che operavano su Roma. Diverse organizzazioni criminali politiche e comuni.

Lugli è stato trasportato nel sesto romanzo: “Idea del Greco, è una storia diversa da ciò che abbiamo letto e visto sulla banda. Luigi Morani un nome di fantasia che in realtà si chiama Antonio Rizzillo. Lati oscuri di questo personaggio” dice ancora Rugli “dichiarato per morto. Si dice che sia vivo. Addirittura che sia a Roma”. Lugli ne consiglia la lettura, ma è riservato a un pubblico adulto per forti figure sanguinose e sesso.

Un Opera di fantasia presa dalla realtà. Ambientata in un retroterra dove la cronaca era più intensa, temeraria. E qui gli occhi di Lugli s’illuminano d’immenso. Il flash, seppur istantaneo, lo riporta indietro nel tempo. Da giornalista da strada e cronista di punta della cronaca nera. “Il report era diverso, dovevi arrivare sul posto e raccontare”. Raccontare per presa diretta, con emozioni che consentono al lettore di far emergere il pathos che c’è negli umani. Dalla concitata lettura persecutoria, fino al “punto.”

Ma, come detto, la storia della banda della Magliana è una tragedia italica e il nostro Paese è da sempre terra di casi misteriosi e insoluti, persone scomparse che non hanno avuto giustizia, morti senza colpevoli e massacri, a distanza di decenni, senza un responsabili e un mandanti.