Vaccino Covid efficace sui pazienti trattati con rituximab


I pazienti immunocompromessi, in trattamento con rituximab, sono in grado di produrre anticorpi contro il Covid-19 con la terza dose di vaccino

Una fiala di vaccino Astrazeneca per il Covid da somministrazione

Risultati confortanti per i pazienti reumatologici in trattamento con rituximab: i risultati di uno studio austriaco (1), presentato come late-breaking abstract nel corso del recente congresso dell’American College of Rheumatology hanno mostrato che i pazienti immunocompromessi, in trattamento con rituximab, sono in grado di produrre anticorpi contro il virus responsabile di Covid-19 (sieroconversione) dopo una terza dose di vaccino anti-Covid, anche in caso di mancato sviluppo di anticorpi dopo le prime due dosi di vaccino effettuate. I dati sono molto interessanti e dissipano alcuni dubbi sollevati in precedenza sull’efficacia della vaccino-profilassi contro Covid-19 in questo sottogruppo particolare di pazienti.

Razionale e disegno dello studio
Dopo che i i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie Usa (CDC) hanno implementato una raccomandazione a favore della terza dose di vaccini anti-Covid 19 nei pazienti immunocompromessi (Ndr: la pagina è stata recentemente aggiornata agli inizio di novembre con le indicazioni per chi ha effettuato la vaccinazione con il vaccino monodose  Janssen, l’unico con tecnologia a vettore adenovirale disponibile negli Usa) (2), l’ACR ha prodotto un aggiornamento delle linee guida per questa misura di profilassi vaccinale rivolta specificamente ai pazienti reumatologici, includendo anche i pazienti trattati con rituximab (3).

“I pazienti in terapia con agenti che depletano le cellule B come rituximab  – spiegano gli autori dello studio – presentano un decorso particolarmente severo di malattia sostenuta dall’infezione da SARS-CoV-2. Studi precedenti, in effetti, hanno mostrato la possibilità di osservare una ridotta risposta immunitaria umorale (anticorpi) e cellulare dopo due somministrazioni di vaccino anti-Covid a mRNA nei pazienti trattati con rituximab. Non era ancora chiaro, invece, ovviamente in ragione dell’assenza di dati disponibili, se questi pazienti potessero trarre beneficio da una terza dose di richiamo (booster) e se l’adozione dello stesso o di un diverso regime di trattamento vaccinale potesse risultare più efficace e sicuro”.

Per valutare l’efficacia e la sicurezza di una terza dose di vaccino anti-Covid 19, è stato messo a punto un trial clinico randomizzato un cieco che si è proposto di mettere a confronto l’aggiunta di una terza dose di vaccino in individui inizialmente sottoposti a vaccinazione con due dosi di vaccino m-RNA senza mostrare, tuttavia, l’implementazione di una risposta anticorpale significativa.

Lo studio ha cercato di determinare la differenza nello sviluppo di anticorpi contro SARS-Cov-2 tra i pazienti sottoposti a terza dose con la stessa tipologia di vaccino (Pfizer o Moderna) vs. quelli sottoposti a terza dose vaccinale con un vaccino a tecnologia diversa (vettore adenovirale) (NdR. Lo studio è stato condotto in Austria; negli Usa non è presente il vaccino a vettore adenovirale prodotto da Oxford-AstraZeneca).

Sessanta pazienti reumatologici in trattamento con rituximab che non avevano sperimentato la formazione di anticorpi contro SARS-CoV-2 dopo un ciclo di due somministrazioni di vaccino a mRNA, sono stati randomizzati a ricevere una terza dose con la stessa tipologia di vaccino o con un vaccino a vettore adenovirale.
L’endpoint primario dello studio era rappresentato dalla differenza nello sviluppo di anticorpi diretti contro SARS-CoV-2 tra le due tipologie vaccinali a 4 settimane dalla loro somministrazione.

Lo studio prevedeva anche la valutazione di alcuni endpoint secondari chiave come lo sviluppo complessivo di anticorpi e la risposta immunitaria cellulare, nonché l’analisi dei dati di safety.

Risultati principali
A 4 settimane, considerando l’endpoint primario, è emerso che i tassi di sviluppo di anticorpi erano simili tra i pazienti sottoposti a terza dose di vaccino mRNA e quelli sottoposti a terza dose di vaccino a vettore adenovirale (32% vs. 22%).

Considerando gli endpoint secondari, si è visto che la sieroconversione complessiva (sviluppo di anticorpi contro SARS-CoV-2) era pari al 27%, con uno sviluppo di risposte mediate da cellule T osservato nella totalità dei pazienti sottoposti a vaccino a vettore adenovirale vs. 81% osservato nei pazienti sottoposti a terza dose di vaccino mRNA.
Non solo: risposte immunitarie cellulari di nuova induzione sono state rilevate nell’82% dei pazienti, il tutto in assenza di eventi avversi seri legati all’immunizzazione.

Riassumendo
In conclusione, gli autori dello studio hanno ribadito come “…i dati ottenuti suffraghino l’efficacia e la sicurezza di una dose di una terza dose di richiamo vaccinale anti-Covid 19 nei pazienti immunosoppressi, indipendentemente dal vaccino impiegato per la terza dose (a mRNA o a vettore adenovirale). Le risposte immunitarie cellulari e umorali possono essere indotte in pazienti con deplezione di cellule B – sottoposti a trattamento con rituximab”.

Bibliografia
1. Bonelli M et al. Additional Heterologous versus Homologous Booster Vaccination in Immunosuppressed Patients Without SARS-CoV-2 Antibody Seroconversion After Primary mRNA Vaccination: A Randomized Controlled Trial.  ACR2021; Late breaking abstract L17

2. https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/vaccines/booster-shot.html

3. https://www.rheumatology.org/Portals/0/Files/COVID-19-Vaccine-Clinical-Guidance-Rheumatic-Diseases-Summary.pdf