Reddito alimentare: la petizione spopola online


La petizione sul reddito alimentare vola online. Il social influencer del Partito Democratico Leonardo Cecchi pronto a portare la sua proposta nelle istituzioni

reddito alimentare

Dal web ai Comuni, dalla rete alle istituzioni. La proposta del ‘reddito alimentare’ lanciata su change.org da Leonardo Cecchi, social influencer del Partito Democratico, si prepara al salto di qualità dopo aver superato le 50 mila firme online.

Sto avviando delle interlocuzioni con alcuni comuni– racconta Cecchi alla Dire- perché è possibile iniziare a sperimentare il reddito alimentare anche nelle città e nelle amministrazioni locali. Ma è soprattutto importante avviare un test locale per far funzionare ancora meglio questo strumento a livello nazionale. Per questo ho realizzato una scheda tecnica dove spiego in che modo è possibile farlo, facendo anche beneficiare i supermercati aderenti all’iniziativa dei vantaggi fiscali derivati dalla legge antispreco del 2016”.

Cecchi spiega che “ogni giorno buttiamo via tonnellate di cibo in ottimo stato. Invenduto, per lo più. E mentre accade questo, ci sono milioni di persone in condizioni di povertà assoluta o semi-assoluta che si riducono a dover rinunciare a un pasto al giorno o anche peggio. Con il Reddito alimentare possiamo porre fine a questa assurdità. L’invenduto potrà esser dato a chi ha bisogno, a chi non arriva a fine mese. Facendoglielo avere direttamente dentro i supermercati e gli alimentari, il tutto con un certo anonimato”.

Il Reddito alimentare ideato da Cecchi, spiega la Dire (www.dire.it), funziona come “uno strumento a sostegno delle persone indigenti. Si riconosce a chi è in difficoltà economica il diritto ad avere generi alimentare equivalenti ad una data cifra (tra i 300 e i 500 euro). Attraverso una card simile ad una prepagata, il percettore può andare direttamente nei supermercati e prelevare l’invenduto, “pagando” poi con la card. I supermercati ci guadagnano perché per ogni genere alimentare donato hanno benefici fiscali. L’infrastruttura che fa funzionare il meccanismo è una semplice app dove i supermercati inseriscono le disponibilità dell’invenduto, e i percettori possono così vederle per poi andare a ritirarle. E il tutto a un costo contenutissimo per lo Stato”.