Osteoporosi: da Trieste nuova tecnologia per studiare l’osso


Osteoporosi: dall’Università di Trieste una nuova tecnologia per lo studio dell’osso. Oltre 7.000 pazienti sono stati sottoposti all’innovativo test diagnostico

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Nasce nel dipartimento di ingegneria e architettura dell’Università di Trieste il progetto per identificare le persone a rischio frattura a causa dell’osteoporosi e su cui si fonda il BES TEST® (Bone Elastic Structure Test): un nuovo esame basato sui raggi X, veloce e accurato. Si tratta di un esame diagnostico con un approccio assolutamente innovativo e unico al mondo che misura la qualità della struttura interna dell’osso, un metodo completamente diverso da quello della densitometria (MOC) che invece consiste in una valutazione radiografica di quanto calcio contenga lo scheletro.

Il BES TEST si basa su un software analogo a quelli che gli ingegneri utilizzano per testare la resistenza di parti in acciaio e, nello specifico, sulla simulazione dell’applicazione di forze su quella che può essere considerata una biopsia virtuale dell’architettura ossea del paziente, ottenuta da immagini radiografiche. Il sistema analizza la radiografia che viene eseguita alla mano, tramite un comodo dispositivo portatile, e determina così lo stato dell’architettura dell’osso. L’osteoporosi, infatti, causa non solo una riduzione della densità, ma anche un’alterazione delle “intelaiature” interne che reggono i carichi a cui le sottoponiamo: è il danno a queste strutture che spiega molte fratture.

“In un materiale così articolato – ha spiegato Francesca Cosmi, professoressa di Ingegneria presso l’Università degli Studi di Trieste e ideatrice del progetto – il calo della massa ossea non basta da solo a spiegare tutte le fratture osteoporotiche. Da questa premessa è nato in me il desiderio di approfondire il problema della valutazione del rischio, studiando come la complessa struttura trabecolare influenzi la distribuzione delle forze all’interno dell’osso, in modo da migliorare la conoscenza della situazione specifica del paziente”.

Dal 2015 ad oggi oltre 7.000 pazienti si sono sottoposti al BES TEST: è una metodologia utilizzabile da qualunque medico e impiega una dose bassissima di raggi X, con costi e rischi inferiori. Questo esame si può considerare complementare agli strumenti in uso per la diagnosi dell’osteoporosi, poiché identifica anche le persone con precedenti fratture atraumatiche – questo rischio di frattura interessa il 50% della popolazione – che con l’esame di routine (MOC) non vengono valutate a rischio. Inoltre, è un test utile anche per il monitoraggio di una strategia terapeutica, in quanto permette al medico di studiare eventuali modifiche in corso d’opera ed in tempi brevi, anche pochi mesi.

Francesca Cosmi è una scienziata che studia la struttura delle ossa. Nata nel 1960 a Udine, è professoressa di Ingegneria presso l’Università degli Studi di Trieste, inventrice del BES TEST e co-fondatrice di M2TEST, la startup medicale volta a far conoscere e diffondere questo nuovo servizio di analisi. Laureata in ingegneria meccanica al Politecnico di Milano, dove ha conseguito anche il dottorato, ha svolto attività di ricerca presso il centro NASA di Pasadena (California), l’Università di Berkeley, il MITI Tsukuba (Giappone) e l’UFRJ (Brasile). È autrice di brevetti statunitensi e italiani e di oltre 150 pubblicazioni scientifiche. Il progetto da cui è nato il BES TEST ha vinto diversi premi. Dal 2019 al 2021, Francesca Cosmi è stata Senior Visiting Scientist presso il CRO National Cancer Institute di Aviano (PN), allo scopo di approfondire le opportunità offerte da BES TEST nell’identificazione e monitoraggio delle osteoporosi secondarie, ad esempio dovute alle terapie con blocco ormonale.