Se Macbeth si affida alla psicanalisi


Al Metastasio di Prato va in scena “Macbeth, le cose nascoste”, una riscrittura del capolavoro che intreccia l’azione con l’inconscio e le sue pulsioni. Sul palco il personaggio di Shakespeare si fa letteralmente in tre, con Tindaro Granata, Christian La Rosa e Angelo Di Genio

Macbeth
“Macbeth, le cose nascoste” (foto Lac) in scena al Metastasio 

Da giovedì 2 a domenica 5 dicembre il sipario del Teatro Metastasio si apre su MACBETH, LE COSE NASCOSTE, una riscrittura psicanalitica del capolavoro shakespeariano firmata Carmelo Rifici,  (20.45 feriali, 19.30 sabato, 16.30 domenica)

La creazione del direttore artistico di LuganoInScena prosegue la sua ricerca sulla riscrittura dei classici ed è frutto di un’accurata ricerca drammaturgica e scenica realizzata con il prezioso aiuto di Angela Demattè e Simona Gonella, qui in veste di dramaturg.

Macbeth, le cose nascoste spezza letteralmente in tre il personaggio del titolo e Lady Macbeth. Il testo è adattato per tre personaggi, ragionato su una tripartizione dell’azione che si esprime nel rapporto con il pubblico, fra l’attore e il proprio inconscio e nella relazione/messinscena del testo. Le parti si capovolgono, gli attori si scambiano i ruoli principali affrontando la dimensione archetipica dell’opera shakespeariana. Il tre, numero magico e perfetto sin dall’antichità, fa capo alla psicoanalisi junghiana e, difatti, per accedere a quel mondo inconscio fatto di pulsioni, paure, desideri, cose nascoste che scuote tutti noi e che ribolle e scalpita nell’opera, Rifici si è avvalso dell’aiuto e della complicità di due grandi pensatori, Giuseppe Lombardi, psicanalista junghiano e Luciana Vigato, psicoterapeuta.

Un percorso durato quasi due anni, in cui gli attori si sono sottoposti a delle vere e proprie sedute di analisi – alcune delle quali saranno proiettate sul palco – per ricavare delle riflessioni sui temi della tragedia o delle impressioni sui personaggi nati dalla penna tragica dell’autore inglese, in relazione al vissuto degli stessi attori. Così il regista cerca di capire quanto di quel testo e sotto testo risieda e risuoni nell’uomo contemporaneo: “Ci voleva proprio Jung per provare a decifrare un testo che si porta dietro qualcosa di turbolento e di antico, ma anche attualissimo, che non è chiaro come Shakespeare facesse a conoscere” afferma Carmelo Rifici. In questa intrigante creazione psicanalitica si cerca uno spazio di possibile condivisione tra spettatori e interpreti, riducendo la distanza e dando vita a un viaggio nella mente e nell’animo dell’attore che, inevitabilmente e con naturalezza, crea empatia tra gli occhi che osservano e l’auto narrazione degli interpreti. Un lavoro dirompente che mette a nudo e che mostra la propria intimità portando in superficie sentimenti profondi, dolorosi e complessi. Uno spettacolo che scopre con stupore e forza emotiva le parti buie, le inquietudini e le streghe che ci abitano: “Un momento vero, intimo ma fondamentale per denudarsi e far poi “entrare” il Macbeth” spiega lo stesso regista.

A portare sulla scena le cose nascoste, che non conosciamo, sono i tre Premi Ubu Tindaro Granata, Christian La Rosa e Angelo Di Genio, affiancati da Elena Rivoltini, Leda Kreider, Maria Pilar Pérez Aspa e Alessandro Bandini, che veste i panni degli sventurati figli della tragedia scozzese. Ad arricchire il cast: la musica del compositore Zeno Gabaglio, l’artista Piritta Martikainen autrice del video, lo spazio scenico creato da Paolo di Benedetto, i costumi contemporanei di Margherita Baldoni e l’illuminazione del light designer Gianni Staropoli recente vincitore del terzo Premio Ubu.

 

BIGLIETTI DA 12 A 28 EURO

TUTTE LE INFO SU www.metastasio.it