Vitamina D con calcifediolo: nuove e convincenti evidenze


Supplementazione di vitamina D con calcifediolo: nuove e convincenti evidenze dopo decenni di studi che hanno portato a nuove scoperte

maria luisa brandi

Corretti livelli di vitamina D sono indispensabili per la salute dell’organismo, in particolare del tessuto osseo. Solo il 20% della vitamina D presente nell’organismo è introdotta con l’alimentazione, mentre quasi l’80% è prodotto della pelle esposta al sole, ma gran parte della popolazione presenta valori insufficienti di questa vitamina, a causa della scarsa esposizione ai raggi solari. Un problema questo che riguarda soprattutto la popolazione più anziana, che ha meno capacità di produrre vitamina D ed è anche meno soggetta a uscire.

La carenza di vitamina D provoca la riduzione dell’assorbimento intestinale del calcio, con ripercussioni negative sulla mineralizzazione dello scheletro: valori costantemente bassi di vitamina D portano a una condizione detta osteomalacia, che contribuisce alla fragilità ossea.

La vitamina D è anche fondamentale per il mantenimento della funzionalità muscolare: valori molto bassi di vitamina D sono associati a compromissione muscolare, che predispone a un maggior numero di cadute e quindi maggiori probabilità di fratturarsi.

La carenza di vitamina D è dunque diventata un problema di salute in tutto il mondo, così da decenni Bruno Farmaceutici, in partnership con la spagnola Faes Farma, ha deciso di investire nella ricerca sull’ipovitaminosi con l’obiettivo di contribuire in modo efficace alla soluzione del problema. Gli studi condotti sulle supplementazioni di vitamina D hanno portato Bruno Farmaceutici e Faes Farma a proporre il trattamento con calcifediolo, al posto del più diffuso colecalciferolo, in quanto il calcifediolo è il precursore diretto del calcitriolo e il biomarcatore dello stato della vitamina D.

Per valutare l’efficacia e la sicurezza delle supplementazioni usando calcifediolo è stato condotto, da un gruppo di ricercatori europei, tra cui per l’Italia la Professoressa Maria Luisa Brandi, uno studio clinico di un anno, i cui risultati sono stati resi pubblici in un articolo dal titolo Calcifediol is superior to cholecalciferol in improving vitamin D status in postmenopausal women: a randomized trial (Il calcifediolo è superiore al colecalciferolo nel migliorare lo stato della vitamina D nelle donne in postmenopausa: uno studio randomizzato), apparso sulla prestigiosa rivista scientifica “Journal of Bone and Mineral Research” dell’8 giugno 2021.

I risultati dello studio, condotto su 300 pazienti, hanno mostrato che già dopo il primo mese di trattamento con calcifediolo i livelli di vitamina D nel sangue si erano alzati di più di quanto avviene con il trattamento a base di colecalciferolo. Allo stesso tempo, lo studio ha mostrato che il trattamento con calcifediolo non dava alcun problema di sicurezza sui pazienti. Questi risultati hanno confermato quindi che il calcifediolo è più efficace, più veloce e più potente del colecalciferolo, e costituisce una valida opzione per il trattamento della carenza di vitamina D.

Un grande successo per il calcifediolo ed un grande risultato ottenuto dopo oltre 35 anni di ricerca sull’ipovitaminosi.