Prurigo nodularis: dupilumab agisce su prurito e lesioni


Prurigo nodularis: dupilumab riduce significativamente prurito e lesioni cutanee secondo i risultati di uno studio di fase III

Prurigo nodularis: serlopitant in monosomministrazione orale non ha raggiunto l'endopoint primario in due studi di fase III: stop alla sperimentazione

Negli adulti con prurigo nodularis incontrollato, l’anticorpo monoclonale dupilumab ha raggiunto i gli endpoint primari e tutti i principali endopint secondari, riducendo significativamente il prurito e le lesioni cutanee rispetto al placebo. Sono i risultati del trial di fase III PRIME2, presentati da Regeneron Pharmaceuticals e Sanofi che stanno sviluppando congiuntamente questa indicazione.

Le persone affette da con prurigo nodularis provano un prurito intenso e persistente, con spesse lesioni cutanee (chiamate noduli) che possono coprire la maggior parte del corpo. La malattia viene sovente descritta come dolorosa con bruciore e formicolio a livello cutaneo. I segni e i sintomi debilitanti possono avere un impatto negativo sulla qualità della vita correlata alla salute, compresa quella mentale, le attività della vita quotidiana e le interazioni sociali. Non esistono trattamenti sistemici approvati per questa condizione e di norma vengono utilizzati steroidi topici ad alta potenza, purtroppo associati a rischi per la sicurezza nell’uso lungo termine.

Lo studio clinico PRIME2
PRIME2, parte del programma clinico LIBERTY-PN PRIME, è un trial randomizzato di fase III, in doppio cieco e controllato con placebo che ha valutato l’efficacia e la sicurezza di dupilumab in 160 adulti con prurigo nodularis non adeguatamente controllato con le terapie topiche o per i quali le stesse non erano consigliabili. Durante il periodo di trattamento di 24 settimane, i pazienti hanno ricevuto dupilumab o placebo ogni due settimane con o senza trattamenti topici (i corticosteroidi topici a bassa/media dose o gli inibitori topici della calcineurina venivano continuati se erano assunti al momento della randomizzazione).

L’endpoint primario ha valutato la proporzione di pazienti con un miglioramento clinicamente significativo del prurito alla settimana 12 (misurato da una riduzione ≥4 punti nella Worst-Itch Numeric Rating Scale (WI-NRS) a 10 punti. Gli endpoint secondari chiave includevano la proporzione di pazienti con un miglioramento clinicamente significativo del prurito alla settimana 24 e la percentuale di pazienti con pelle libera o quasi libera da lesioni alla settimana 24 (misurata da un punteggio di 0 o 1 nell’Investigator’s Global Assessment PN-Stage, IGA PN-S, in una scala da 0 a 4).

Ulteriori endpoint secondari includevano la qualità della vita correlata alla salute (misurata dalla variazione vs basale nel Dermatology Life Quality Index a 30 punti), il dolore cutaneo (misurato dalla variazione vs basale su una scala a 10 punti) e i sintomi di ansia e depressione (misurata dalla variazione del valore basale secondo la Hospital Anxiety and Depression scale a 42 punti).

L’età media nello studio era di 49 anni e il 64% era di sesso femminile. Circa il 33% dei pazienti era asiatico, il 13% era latino/ispanico e il 5% era nero/afroamericano. Nello studio, il 46% dei partecipanti aveva almeno una malattia infiammatoria di tipo 2 coesistente. Circa il 24% dei pazienti arruolati aveva una storia precedente con immunosoppressori sistemici (non steroidei) e l’11% era stato trattato con antidepressivi.

Riduzione significativa di prurito e lesioni cutanee
I risultati principali del trial hanno mostrato:

  • Il 37% dei pazienti del gruppo dupilumab ha manifestato una riduzione clinicamente significativa del prurito rispetto al basale rispetto al 22% dei pazienti trattati con placebo (p=0,0216) alla settimana 12, l’endpoint primario.
  • Alla settimana 24, quasi il triplo dei pazienti trattati con dupilumab ha manifestato una riduzione clinicamente significativa del prurito rispetto al basale: 58% rispetto al 20% nel gruppo placebo (p<0,0001).
  • Alla settimana 24, quasi il triplo dei pazienti con dupilumab ha ottenuto uun punteggio 0/1 nell’IGA PN-S: il 45% dei pazienti rispetto al 16% del gruppo placebo (p<0,0001).

I soggetti trattati con dupilumab hanno ottenuto miglioramenti significativamente superiori nelle misure della qualità della vita correlata alla salute, del dolore cutaneo e dei sintomi di ansia e depressione.

I risultati di sicurezza dello studio erano generalmente coerenti con il profilo di sicurezza noto di dupilumab nelle sue indicazioni approvate. Gli eventi avversi emergenti dal trattamento sono stati generalmente simili tra i gruppi attivo e placebo, rispettivamente 57% vs 51%. I tassi di congiuntivite (6% vs 0%) e infezioni virali da herpes (6% vs 0%) erano simili a quelli osservati in precedenza negli studi sulla dermatite atopica. Con dupilumab è stato osservato un tasso numericamente inferiore di infezioni cutanee (5%) vs placebo (9%). Da notare che hanno interrotto il trattamento prima della settimana 24 il 3% dei pazienti sottoposti a dupilumab e il 30% di quelli trattati con placebo.