Tumore al seno triplo negativo metastatico: arriva il parere positivo dell’Agenzia europea dei medicinali per sacituzumab govitecan
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Il Chmp ha dato parere positivo per l’approvazione di sacituzumab govitecan per pazienti adulti con cancro al seno triplo negativo (TNBC) localmente avanzato o metastatico non resecabile che hanno ricevuto due o più terapie sistemiche precedenti, almeno una delle quali per la malattia metastatica. Sviluppato da Gilead sarà messo in commercio con il marchio Trodelvy.
Il parere positivo degli esperti europei è supportata dai dati dello studio di fase 3 ASCENT, in cui sacituzumab govitecan ha dimostrato una riduzione statisticamente significativa e clinicamente rilevante del 57% del rischio di peggioramento della malattia o di decesso (sopravvivenza libera da progressione (PFS)), estendendo la PFS mediana a 4,8 mesi da 1,7 mesi ottenuti con la chemioterapia (HR: 0,43; 95% CI: 0,35-0,54; p<0,0001). Il farmaco ha anche esteso la sopravvivenza globale mediana (OS) a 11,8 mesi contro 6,9 mesi (HR: 0,51; 95% CI: 0,41-0,62; p<0,0001), che rappresenta una riduzione del 49% del rischio di morte.
Il cancro al seno triplo negativo
A livello mondiale, circa il 15% delle diagnosi di cancro al seno è rappresentato dal triplo negativo, una forma di tumore che risulta negativo ai recettori degli estrogeni, ai recettori del progesterone e al recettore di tipo 2 del fattore di crescita epidermico umano (HER2). Pertanto, questo tumore non risponde ai farmaci per la terapia ormonale o ai farmaci che prendono di mira l’HER2. Si tratta di una forma di tumore con un alto bisogno medico insoddisfatto, basti considerare che il tasso di sopravvivenza a cinque anni per questo sottotipo è del 12%, rispetto al 28% per altri tipi di cancro al seno, e questi scarsi risultati sono spesso accompagnati da una significativa diminuzione della qualità della vita, soprattutto nella malattia recidivata/refrattaria.
Come agisce il farmaco
Sacituzumab govitecan è costituito dal metabolita attivo dell’irinotecan, SN-38, collegato con un anticorpo IgG umanizzato diretto contro Trop-2, una glicoproteina della superficie cellulare espressa in oltre il 90% dei casi di TNBC che aiuta il cancro a crescere, dividersi e diffondersi.
L’inibitore della DNA topoisomerasi I, SN-38, è un composto chimico tossico per le cellule tumorali ed è circa 200 volte più attivo rispetto all’irinotecan ma non può essere somministrato sistemicamente ai pazienti a causa della sua scarsa solubilità e tossicità. Il linker messo a punto da Immunomedics, la società che lo ha sviluppato prima di essere acquisita da Gilead, che prende il nome di CL2A, permette di produrre coniugati SN-38 solubili in acqua con ottimi rendimenti, oltre a preservare il legame anticorpale e l’attività farmacologica.
Profilo di sicurezza
Tra tutti i pazienti valutabili per la sicurezza nello studio ASCENT (n=482), sacituzumab govitecan ha avuto un profilo di sicurezza coerente con l’indicazione precedentemente approvata. Le reazioni avverse di grado ≥3 più frequenti per il nuovo farmaco rispetto alla chemioterapia a singolo agente erano neutropenia (52% vs. 34%), diarrea (11% vs. 1%), leucopenia (11% vs. 6%) e anemia (9% vs. 6%). Le reazioni avverse che hanno portato all’interruzione del trattamento si sono verificate nel 5% dei pazienti che hanno ricevuto il farmaco.