Consumi: alle giovani italiane piace il prosecco


In crescita le donne che consumano vini e spumanti: il segmento più coinvolto è quello delle giovani, tra i 18 e i 35 anni, che dimostrano una chiara preferenza per il prosecco

prosecco week

Per la prima volta in assoluto, nel 2021 le italiane hanno superato gli italiani nel consumo di vino: rispetto allo scorso anno infatti la percentuale di donne bevitrici è passata dal 49% al 55%.

A rivelarlo è un documento di Wine Intelligence per l’Osservatorio Uiv realizzato in collaborazione con Vinitaly. Il segmento più coinvolto è quello delle consumatrici più giovani, tra i 18 e i 35 anni, che dimostrano una chiarissima preferenza per il prosecco.

«Le donne, e soprattutto le più giovani, si approcciano al vino con una maturata consapevolezza – spiega Pierpaolo Penco, Italy country manager di Wine Intelligence – A questo si associa un trasversale aumento della conoscenza media del prodotto, che ha incoraggiato un incremento della spesa media sul mercato interno. Si tratta di una dinamica che ha interessato tutti i canali di vendita e in particolare l’Horeca, forte dell’entusiasmo a rimbalzo dopo le chiusure forzate durante la pandemia».

In generale aumenta tra tutti i consumatori una maggiore conoscenza del vino e, sempre secondo i dati dell’Osservatorio, due italiani su tre mostrano di conoscere il Brunello di Montalcino Docg, che è in testa alla classifica, seguito proprio Prosecco Doc, che è comunque il più consumato.

Andando oltre i confini nazionali, contemporaneamente al Vinitaly il “Sole24Ore” ha pubblicato un documentato articolo dal titolo “Il vino vero è alcolico ma i dealcolati sono un business”. Il punto di partenza è nella constatazione che il 70% della popolazione mondiale non fa uso di alcol, ma potrebbe alimentare un enorme mercato per il vino dealcolato.

Oltre alle constatazioni dai problemi europei legati alla diffusione degli abusi alcolici, anche questo fattore commerciale potrebbe spingere l’Unione Europea a proseguire sulla strada di una autorizzazione per quella produzione enologica senza alcol che tanto è osteggiata dai produttori italiani, ma che permetterebbe di raggiungere parecchie centinaia di milioni di nuovi consumatori.