Navigare l’Arno: un obiettivo a portata di mano


Navigare l’Arno: un traguardo sempre più vicino. Partito il tavolo di lavoro dedicato nell’ambito del Patto per l’Arno

Navigare l’Arno: un traguardo sempre più vicino. Partito il tavolo di lavoro dedicato nell’ambito del Patto per l’Arno

Ha preso il via il tavolo di lavoro dedicato alla navigabilità del Fiume Arno, dalla sorgente alla foce. Per l’occasione si è tenuto l’incontro “Navigare l’Arno. Antiche vie d’acqua, percorsi di futuro” che ha raccolto rappresentanti di enti e istituzioni nell’ambito del percorso progettuale partecipativo del “Patto per l’Arno” promosso da Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino SettentrionaleAnbi ToscanaAnci ToscanaConsorzi di Bonifica Alto, Medio e Basso Valdarno, Regione Toscana e Comuni interessati dal fiume.

«Si tratta di un’iniziativa da tempo nelle nostre corde, da quando l’Arno, grazie al lavoro congiunto di Regione, Comuni e Consorzi di Bonifica viene sempre meno percepito come pericolo e sempre più come risorsa – ha detto Marco Bottino presidente di Anbi Toscana e del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno -. Vogliamo lavorare con enti e associazioni del territorio in modo che l’Arno sia navigabile per diporto e per turismo. L’obbiettivo è che diventi possibile in maniera sempre più diffusa navigare l’Arno per chi fa sport. Da parte dei Consorzi confermo la più ampia collaborazione: faremo in modo di dedicare tempo, energie e risorse per i progetti che verranno».

«Il Patto per l’Arno, partito circa un anno fa, è un progetto complesso, articolato ma che ci ha visto condividere, insieme a Consorzi, Comuni e Regione, l’idea che la gestione del rischio sia solo uno degli aspetti da considerare nel progetto di valorizzazione del fiume – ha detto Massimo Lucchesi segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale –. Occorre andare oltre, cercare di svolgere attività sul fiume, recuperare tradizioni legate alla fruibilità dell’Arno. Il percorso che anche oggi portiamo avanti serve per mettere in campo idee e realizzarle. Lo spirito dei Contratti di Fiume è proprio quello di discutere e trovare soluzioni insieme, tenendo sempre presente la fisionomia del fiume e cercando di progetti compatibili».

«Stiamo lavorando per una città sempre più sostenibile e green, cercando di realizzare un vero e proprio ecosistema urbano, capace di coniugare la centralità delle aree verdi con nuovi spazi urbani innovativi e servizi a misura di cittadino. La valorizzazione di tutto il bacino dell’Arno è asse portante di questa strategia – ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella -. Vogliamo preservare e salvaguardare il fiume sotto un duplice profilo: quello della sicurezza idro-geologica, dell’Arno e dei suoi affluenti, innanzitutto, per evitare che si ripetano tragedie come quella della quale tra pochi giorni ricorre l’anniversario. Un obiettivo per cui è stato fatto molto, dalla regimazione delle acque, alla messa in sicurezza delle sponde, pulizia delle stesse. E poi fondamentale è la valorizzazione del fiume e delle sue sponde come spazio intorno al quale e lungo il quale vivere la città, cosa che abbiamo fatto soprattutto con l’Estate fiorentina, e con il progetto del parco fluviale».

«Questo patto è quello che noi chiamiamo “contratto dei contratti”, un allargamento a scala di bacino del singolo contratto, che dà a ogni territorio la possibilità di mantenere la propria identità – ha dichiarato Massimo Bastiani, presidente del Tavolo Nazionale sui Contratti di Fiume -. L’Arno, nella bassa, media e alta valle, incontra le comunità e l’esperienza che queste hanno del fiume. Credo che oggi i cittadini siano tornati a occuparsi nuovamente del fiume che diventa così uno strumento di connessione dei territori: ci sono grandi aspettative verso quelli che anche nel Pnrr vengono chiamati Progetti di Comunità. Questo percorso si avvia attraverso momenti partecipati in cui, inoltre, si condividono le priorità sulle quali intervenire».

«Occorre impostare un nuovo approccio culturale nei confronti dell’Arno: fatti investimenti importanti per la sicurezza, adesso siamo nella condizione di riprenderci un rapporto diverso con il fiume – ha detto Federico Eligi, consigliere del presidente della Regione Eugenio Giani delegato alla navigabilità del fiume Arno -. Dobbiamo cercare di sviluppare un ragionamento comune per arrivare a un accordo che definisca ruoli e obbiettivi. Intanto mettere insieme quello che già c’è puntando su ciò che è facilmente raggiungibile in uno spazio ridotto di tempo, mettendo insieme le varie iniziative che sono in essere».

«Il Patto per l’Arno è uno strumento straordinario per l’interesse collettivo di fruizione e valorizzazione del nostro grande fiume toscano – è stato il commento di Serena Stefani, vicepresidente di Anbi Toscana e presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno –. Per il comprensorio del Consorzio Alto Valdarno abbiamo deciso di creare tre contratti territoriali: H2O Casentino, Abbraccio d’Arno e Acque d’Arno. L’obbiettivo è essere vicini alle esigenze del territorio attraverso percorsi fortemente partecipativi che partano dal basso e coinvolgano cittadini e associazioni. Un’opportunità di godibilità e di benessere, con l’auspicio che diventi anche un motore per lo sviluppo turistico del territorio».

«Oggi l’Arno rappresenta un punto di forza. Con questo progetto, voluto fortemente dall’Autorità di Distretto, noi Consorzi lavoriamo per portare avanti progetti e iniziative – ha spiegato Maurizio Ventavoli presidente del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno -. Anche nel territorio del Consorzio Basso Valdarno avremo a breve il nostro patto per l’Arno, che firmeremo il 9 novembre. L’evento di oggi ci offre la possibilità di analizzare quello che è stato e sarà il percorso di progetto della navigabilità, alla luce dell’indagine che ha reso evidente la presenza di punti d’interesse lungo tutta l’asta del fiume, per finalità, sportive, turistiche e ricreative».

«Penso che sia fondamentale pensare l’Arno come un unicum e dare vita a progetti di respiro sempre più ampio – ha affermato l’assessore alla navigabilità del Comune di Pisa, Raffaele Latrofa -. Il progetto, al quale stiamo già lavorando, consentirà alle imbarcazioni di recuperare il percorso ad anello che collega il centro di Pisa con il porto di Livorno, ospitando anche iniziative di tipo turistico ricettivo: sei nuovi ormeggi galleggianti nel parco di San Rossore, un nuovo scalo in città, in prossimità della Cittadella fino all’introduzione di sharing di mini imbarcazioni elettriche, in un percorso interscambio tra classico turismo pedonale e turismo fluviale».

«Abbiamo aderito con entusiasmo a questo Patto proprio perché il nostro territorio è attraversato dall’Arno e si è sviluppato attorno al fiume – ha detto Laura Ermini, assessore all’ambiente del Comune di San Giovanni Valdarno (Ar) –. Morfologicamente non può essere navigato sul nostro territorio, ma stiamo lavorando per renderlo più vivibile, attraverso la messa in sicurezza e interventi di difesa spondale tra i due ponti. Molto importante sarà anche la ciclopista dell’Arno, da Stia a Pisa, per oltre 200 km: un percorso turistico da incentivare e garantire. L’Arno è un patrimonio da vivere e occorre attrarre i fondi necessari per mantenerlo valorizzarlo».

Nel corso dell’evento, anche la relazione del professor Francesco Salvestrini, ordinario di Storia medievale all’Università di Firenze, che ha raccontato la storia della navigabilità dell’Arno, attestata da una lapide funeraria già dal I secolo d.C., e più in generale del rapporto tra il fiume e la città. Un focus dedicato alla vita con e sul fiume Arno. «La navigabilità – ha spiegato Salvestrini – è rimasta ininterrotta fino alla seconda metà dell’Ottocento, quando la costruzione della ferrovia e dei ponti ha allontanato le persone dal fiume».