A Tall el-Hammam gli indizi di Sodoma e Gomorra


Dagli scavi archeologici condotti nei resti dell’antica città mediorientale di Tall el-Hammam possibili indizi sulla Sodoma e Gomorra della Genesi

A Tall el-Hammam gli indizi di Sodoma e Gomorra

Poco più di un anno fa su Scientific Reports uscì un interessante articolo in cui si esponevano i risultati ottenuti analizzando l’insediamento preistorico di Abu Hureyra in Siria. In base alle tracce di vetro fuso e di nano diamanti ritrovati in situ i ricercatori concludevano che circa 12.800 anni fa la zona poteva essere stata colpita da una piccola cometa. Ciò renderebbe Abu Hureyra il più antico insediamento umano conosciuto distrutto a causa di un impatto. Probabilmente Abu Hureyra non è il solo caso di questo tipo: i risultati degli scavi archeologici effettuati nell’antica città mediorientale di Tall el-Hammam (TeH), mostrano che ha tutte le carte in regola per essere considerata una Tunguska protostorica.

Tutto inizia nel 2005 con l’inizio degli scavi archeologici condotti a Tall el-Hammam, un’antica città fortificata che si trova nella valle del Giordano meridionale, a nord-est del Mar Morto: le rovine di questo antico insediamento sono situate all’estremità meridionale della valle tra il Lago di Tiberiade e il Mar Morto. Il sito archeologico contiene i resti di un centro urbano fortificato che è stata la più grande città dell’età del bronzo della zona. Più che una semplice città, TeH comprendeva il nucleo urbano di una città-stato che fiorì senza sosta per circa 3000 anni a partire dal 4700 a.C. fino a quando fu distrutta circa nel 1650 a.C.. La cosa interessante è che TeH non era una città isolata. Attraverso la bassa valle del Giordano ci sono i resti di altre 15 città e più di 100 villaggi più piccoli che furono tutti abbandonati contemporaneamente alla fine della media età del bronzo per rimanere in gran parte disabitati per circa 300-600 anni. Che cosa determinò questo abbandono contemporaneo e generalizzato di così tanti nuclei abitati peraltro in una delle zone più fertili del Medio Oriente? Lo scopo principale della ricerca degli archeologi era proprio cercare di risolvere questo mistero, e per questo si sono concentrati sui resti databili nel periodo che va dal 1800 al 1550 a.C. circa.

La parte superiore di TeH aveva mura spesse circa 4 metri con massicce fondamenta che sostenevano bastioni fatti con mattoni di fango, edifici a più piani (sempre in mattoni di fango), tra cui un complesso di palazzi e un ingresso monumentale. Oggi quasi nessun mattone di fango rimane sulle fondamenta in pietra, fatta eccezione per una dozzina di strati di mattoni sopravvissuti sul lato nord-est della parte superiore alta 33 metri. Tutti i muri sono stati apparentemente tranciati quasi a livello con la cima delle fondamenta delle mura della città alta. In sintesi, i pochi mattoni di fango rimasti dalle sezioni di muro disintegrate sono per lo più polverizzati, raramente sono stati trovati intatti e talvolta arrossati dal fuoco. Non sono stati trovati segni di erosione naturale né da parte del vento né dall’acqua, il che significa che i mattoni di fango mancanti non si sono erosi nel tempo: all’appello manca il materiale equivalente a milioni di mattoni. Gli archeologi, analizzando il sito, hanno trovato grani di quarzo shockati che possono essersi formati solo a pressioni di circa 5-10 GPa, ceramiche – che fondono a temperature superiori a 1500 °C – con vescicolemattoni di fango e tegole di argilla fusi, processo che può avvenire solo a temperatura superiore a 1400 °C; elevate concentrazioni di sale nei sedimenti, compresi i sali di cloruro di potassio (KCl) e cloruro di sodio (NaCl) incorporati in mattoni di fango fusi, pezzi di carbonio simile al diamante che si sono formati ad alta pressione e temperatura, fuliggine, carbone e cenere che indicano la presenza di incendi avvenuti ad alta temperatura e sferule ricche di ferro e silicio, alcune delle quali fuse a temperature superiori a 1590 °C. Infine, nei sedimenti della città è stato trovato iridio, elemento molto raro nella crosta terrestre, ma abbondante negli asteroidi.

Analizzando i diversi eventi che potrebbero dare luogo almeno a una parte dei ritrovamenti (attività umane, fabbricazione di ceramiche, incendi, terremoti, guerre, fulmini, airburst e craterizzazione da impatto), gli archeologi hanno concluso che l’unico meccanismo che può spiegare l’intera gamma di prove raccolte è un impatto in grado di formare un cratere o un’esplosione cosmica in atmosfera, molto probabilmente con un’energia un po’ più grande dell’esplosione avvenuta a Tunguska nel 1908.

I dati raccolti nel sito archeologico suggeriscono che si sia verificata un’esplosione in atmosfera pochi chilometri a sud-ovest di Tall el-Hammam causando, in rapida successione, un’onda termica ad alta temperatura – generata dalla palla di fuoco dell’esplosione – che ha fuso i manufatti più esposti, tra cui tetti, mattoni e oggetti in ceramica. A questa è seguita un’onda d’urto ad alta temperatura e ipervelocità che ha demolito e polverizzato i muri di mattoni di fango, livellando la città e causando un’ampia mortalità umana. Gli effetti dell’onda d’urto si sarebbero fatti sentire a decine di chilometri di distanza causando l’abbandono di villaggi e città vicine. Si spiegherebbe così il cessare simultaneo di un gran numero di insediamenti, grandi e piccoli. Fra gli insediamenti abbandonati ci fu anche la città di Gerico, che si trova 22 chilometri a ovest di TeH, che venne ripopolata solo 300 anni più tardi. Nel complesso, si stima che la popolazione dell’area passò da circa 40.000-60.000 abitanti del periodo prima dell’impatto a solo alcune centinaia dopo l’impatto. Qualche testimonianza oculare di questo probabile evento catastrofico che 3600 anni fa distrusse Tall el-Hammam potrebbe essere stata tramandata oralmente e alla fine potrebbe essere diventata il racconto biblico della distruzione di Sodoma e Gomorra riportato nella Genesi, che narra:

Il sole spuntava sulla terra … quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Abramo … contemplò dall’alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace.

Gli scritti che compongono la Genesi sono databili al VI-V secolo a.C., quindi il passo che descrive la distruzione delle due città deriverebbe da una tradizione orale o scritta (andata perduta), risalente a circa 1000 anni prima. La descrizione delle due città bibliche si adatta abbastanza bene agli effetti di un’esplosione in atmosfera paragonabile a quella di Tunguska. In effetti sappiamo che i piccoli asteroidi di “classe Tunguska” sono molto più numerosi degli asteroidi più grandi (quelli in grado di provocare un’estinzione di massa tanto per intenderci), quindi è statisticamente lecito aspettarsi un certo numero di impatti avvenuti in epoca storica, una frazione dei quali possono senz’altro venire alla luce con gli scavi archeologici di antichi insediamenti o città del passato. Tutto sommato, i nostri antichi progenitori avevano i loro buoni motivi per temere l’ira degli Dei.

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