Premiati gli sforzi per salvare i gorilla di montagna


Covid, bracconaggio e guerre civili in Africa minacciano i gorilla di montagna, ma gli sforzi di conservazione stanno dando i loro frutti

Cresce ancora la popolazione globale dei gorilla di montagna secondo un'indagine condotta in due parchi nazionali in Uganda e in Congo

Nonostante le criticità degli ultimi mesi dovute alla pandemia da Covid-19, gli sforzi di conservazione per la salvaguardia del Gorilla di montagna continuano a dare dei buoni frutti. La sottospecie, suddivisa in due popolazioni, è presente unicamente in due aree protette: nel Parco Nazionale del Virunga, posto ai confini tra l’Uganda, il Rwanda e la Repubblica Democratica del Congo, e nel Parco Nazionale del Bwindi in Uganda.

EFFETTO PANDEMIA SULLA SPECIE

All’esterno delle due aree protette si rinviene la maggiore densità umana del continente africano. Questa situazione determina due fattori di rischio importanti per il gorilla di montagna: l’elevata possibilità per gli individui ospitati nelle aree protette di contrarre il virus per diretto contatto uomo-gorilla e l’aumento delle attività illegali dovute a un minor controllo delle aree a causa dei mancati afflussi turistici.

OLTRE 822 TRAPPOLE TROVATE NEL 2020

Nonostante una fase iniziale di incertezza e paura, basti pensare che nei primi due mesi di pandemia sono state rinvenuti nelle Riserve dai ranger 822 trappole illegali contro le 21 del 2019 e che per mano di un bracconiere sia deceduto Rafiki, uno dei più carismatici silverback (maschi adulti) del Virunga, nel periodo successivo entrambe le minacce sono state scongiurate grazie all’assidua e rinforzata attività del personale delle riserve.

A sottolineare gli straordinari sforzi di conservazione portati avanti nell’ultimo anno, in onore della giornata mondiale del gorilla, il Rwanda Development Board organizza e trasmette in diretta sul proprio canale Youtube la cerimonia in cui vengono scelti i nomi per 24 giovani gorilla nati nella passata stagione riproduttiva all’interno delle riserve, perpetuando un’antica tradizione del Rwanda che prende il nome di “Kwitalzina”, ovvero “affidare un nome”.

IL GORILLA DI MONTAGNA È ANCORA IN PERICOLO

Non bisogna tuttavia abbassare la guardia relativamente alla conservazione di questa sottospecie così carismatica, che, tra le diverse minacce, presenta anche le conseguenze indirette degli scontri civili e militari nelle aree in cui è presente. Nel report del 2021 della IUCN “Conflitti e Conservazione” il gorilla di montagna è inserito tra le 200 specie che più ha risentito negli anni e risente tutt’ora della complicata situazione politico/sociale degli stati in cui è presente.