Il Trentino punta sulla mobilità sostenibile


Stop alle auto private: un nuovo sistema di mobilità sostenibile per il Trentino, che porti a contenere del 55% l’emissione di gas climalteranti rispetto al 1990, entro il 2030

Stop alle auto private: un nuovo sistema di mobilità sostenibile per il Trentino, che porti a contenere del 55% l’emissione di gas climalteranti rispetto al 1990, entro il 2030

Un nuovo sistema di mobilità sostenibile per il Trentino, che porti a contenere del 55% l’emissione di gas climalteranti rispetto al 1990, entro il 2030. L’ambizioso obiettivo è stato lanciato nei giorni scorsi, con la tavola rotonda a Palazzo Geremia e il test drive di auto elettriche ed e-bike in piazza Fiera a Trento. Decine di persone hanno colto l’occasione per mettersi al volante o in sella ai mezzi green messi a disposizione dalla Provincia autonoma, da Federauto Trentino e dai rivenditori di e-bike e motoveicoli elettrici. I cittadini hanno anche raccolto informazioni sugli incentivi pubblici provinciali per l’acquisto, oltre che sugli itinerari dedicati alle due ruote sull’intero territorio e sull’ampliamento del bike sharing provinciale e.motion.

Nel corso dell’incontro pubblico, sono intervenuti il vicepresidente e assessore provinciale all’urbanistica, ambiente e cooperazione, l’assessore comunale di Trento alla transizione ecologica e mobilità che siede all’interno dell’Osservatorio in rappresentanza di tutti i Comuni del Trentino, il dirigente generale del Dipartimento territorio e trasporti, ambiente, energia e cooperazione, nonché manager provinciale della mobilità Roberto Andreatta, il presidente dell’Osservatorio provinciale per la mobilità sostenibile Tomaso Bertoli e il progettista del Piano urbano della mobilità sostenibile del Comune di Trento Tito Berti Nulli.

Nel corso del proprio intervento, il vicepresidente della Provincia ha evidenziato come un cambio culturale sia necessario, oltre che richiesto e favorito da una crescente sensibilità da parte delle nuove generazioni. Una vera e propria svolta che l’Amministrazione provinciale ha voluto sostenere attraverso l’approvazione del Piano energetico ambientale provinciale 2021-2030, che prevede – tra le altre cose – iniziative volte a favorire formazione, educazione e informazione puntuali in tema di mobilità sostenibile, sotto la regia dell’Agenzia provinciale per l’energia, anche attraverso il contributo scientifico di Università di Trento, Fondazione Bruno Kessler e Fondazione Edmund Mach. L’obiettivo principale, da raggiungere anche in sinergia con i Comuni, i Bim ed i privati, è la riduzione dell’utilizzo dell’auto individuale favorendo il telelavoro, l’uso di mezzi alternativi e la diffusione della mobilità elettrica. Anche per quanto riguarda le due ruote, verso le quali si avverte un crescente interesse da parte dei cittadini anche per gli spostamenti casa-lavoro. Con il doppio beneficio di contenere i costi di rifornimento e manutenzione e migliorare il proprio stato di salute. Per quanto riguarda le auto elettriche, l’Amministrazione provinciale ha garantito nel 2021 incentivi ad hoc (cumulabili con quelli statali) per sostituire il proprio veicolo a benzina o gasolio. Non mancano poi gli investimenti sul trasporto pubblico provinciale, anche per garantire il necessario distanziamento per contenere i rischi di diffusione del Covid-19.

Secondo il mobility manager della Provincia Roberto Andreatta, è necessario che questo cambio di marcia parta dai centri più popolosi come la città capoluogo. A Trento – stando ad una rilevazione di Sintagma dello scorso giugno – sono 22mila i residenti pendolari che utilizzano l’auto privata per un tragitto inferiore al quarto d’ora all’interno del comune. In totale, il 44% dei pendolari risiede a Trento e raggiunge il posto di lavoro che si trova sempre in città, dove è possibile usufruire di 2.000 corse giornaliere degli autobus. Confortante è comunque un dato che arriva da Corso Tre Novembre e che dimostra come la mobilità leggera sia sempre più apprezzata: qui transitano quotidianamente 3-4.000 biciclette.