L’informazione oggi: la Resistenza di Calvino e Deleuze


Dietro lo sfondo dell’informazione dei media e delle logiche di mercato, troviamo nelle parole di Calvino e Deleuze le armi per una Resistenza

Calvino, idee per una nuova informazione

Media e trend

All’inconsistenza dell’informazione attuale, che non informa, che non scatena un’azione collettiva, ma trascina nell’immobilismo sociale, nelle parole di Calvino e Deleuze si intravede una forma di Resistenza. Pacifica, s’intende. I media tradizionali rispondono alle logiche del marketing. Individuano il trend del giorno: la stessa notizia, spesso di futile importanza, rimbalza da un quotidiano all’altro. Inoltre, il mercato dell’editoria, per sua natura, individua un target, ed è in questo che tutte le testate d’informazione prendono ad assomigliarsi. Hanno tutte lo stesso target: il cittadino disilluso e avverso al “sistema”.

Si crea così un continuo auto potenziamento, sia da una parte che dall’altra. Dove il cittadino disilluso legge un’altra notizia di malfunzionamento del sistema e dà un feedback positivo in quanto appaga le sue aspettative, ed il quotidiano è spinto a pubblicare un’altra notizia di disfunzionamento del sistema grazie a cui riceve un altro feedback positivo dal lettore che lo spingerà a scrivere un’altra notizia dello stesso tema e così via. Questo stato dell’informazione lascia il cittadino in uno stato di insoddisfazione che lo mantiene saldo nel suo status quo di soggetto politico passivo.

Deleuze e l’informazione contromano

Fare informazione è un altro modo di fare politica, sebbene si sia dalla parte della società civile. Chiunque voglia assumersi questo compito, però, si scontra ben presto con le leggi dell’editoria. Del mercato dell’editoria, per essere chiari. La notizia non deve informare, ma deve vendere. La notizia che si vende più velocemente è quella che segue i trend. Chiunque voglia fare reale informazione, allora, deve, di necessità prendere la via dell’informazione contromano. Il mondo dell’editoria si prefigura come un’informazione dei “potenti”, da cui sfuggire. Seguendo le linee guide dello scrittore Franz Kafka, individuate dal filosofo Deleuze, dobbiamo essere come degli stranieri nel mondo dell’informazione.

Deleuze e l’informazione da cani

Essere nel territorio, ma starne fuori. Spogliare il linguaggio dell’informazione GIllez Deleuze, cosa possiamo imparare per fare informazione dei suoi soliti e nauseabondi significati e significanti diffusi. Di contro a “ciò che può essere e non può essere detto” impariamo a scrivere come i cani: trovare i punti di non-cultura, di sottosviluppo, creare un’informazione minoritaria che non segue il trend, ma il linguaggio stesso utilizzato vuole via via essere il nuovo trend. Inserendosi nello scenario dell’informazione con un linguaggio “da cani, antifilosofico, anticulturale,” propriamente popolare. Ma nell’espressione, non nel contenuto. Invertendo così il modo di fare informazione.

Calvino. Le idee per una nuova informazione

E lo stesso consiglia Italo Calvino. Egli era nella letteratura che vedeva la controcorrente. Possiamo allora servirci dell’Idea di Letteratura di Calvino in funzione della nostra Resistenza al modo diffuso di fare informazione. Serviamoci allora, come primo punto, del molteplice. Di varie riflessioni che assumono nella notizia un’unità. Unire quanto più riusciamo a trovare e ridurlo al minimo in termini di caratteri. Una concisione. Ne verrà fuori una sorta di bizzarìa priva di senso a cui guardare con perplessità.

Oppure, come suggerisce Calvino, una molteplicità del sapere esposto in modo scorrevole, ironico e controllato. L’intento è, nel marasma delle immagini a cui siamo sottoposti ogni giorno, riportare il lettore alle immagini irreali e invisibili della mente. All’idea, propriamente intesa. Questo deve essere il nuovo modo di fare informazione: riportare l’individuo nel mondo delle idee, di modo che possa raffigurarsele e tendere ad esse. Condurlo dallo stato passivo ad uno attivo. Questa e solo questa può essere informazione utile.

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