Governo Draghi: al Senato avanti a voti di fiducia


Il Governo procede a colpi di fiducia: al Senato quattro voti in due giorni su riforma del processo penale (due) e civile, oltre che sul decreto Green pass

Il premier Mario Draghi, politica

Al Senato il Governo ha preannunciato quattro voti di fiducia in 48 ore, “un record”: sul disegno di legge delega di riforma del processo penale occorrono due voti, a cui aggiungerne uno sul disegno di legge delega di riforma del processo civile e uno sul decreto Green pass “che ora è alla Camera e dovrebbe arrivare domani pomeriggio”. Lo annuncia Luca Ciriani, presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, al termine della conferenza dei capigruppo di palazzo Madama.

Alla ripresa dell’Aula del Senato, spiega Ciriani, “ci sarà il voto sul calendario, poi appena arriverà la bollinatura, tra poco, del maxiemendamento il Governo porrà la fiducia sulla riforma del processo civile e si voterà stasera, credo verso le 18.30 l’inizio chiama. Poi domani – prosegue l’esponente di FdI – ci sarà il processo penale, che è complicato perche ha due fiducie, cui seguirà il voto finale giovedi mattina, e poi si prosegue con la fiducia per il decreto Green pass, che dovrebbe arrivare in tarda mattinata, con l’intenzione di terminare giovedi pomeriggio”.

FDI: “COMPORTAMENTO INACCETTABILE”

Secondo Ciriani, che il Governo abbia posto quattro fiducie da votarsi in 48 ore, una ogni 12 ore, “è totalmente inaccettabile, siamo alla compressione totale del ruolo democratico del Parlamento, in questo caso del Senato, l’azzeramento del ruolo nel disinteresse totale e generale delle istituzioni, dei commentatori. Questo non è più un Parlamento democratico – attacca il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia -, si impedisce la discussione e sistematicamente anche il più timido tentativo di confronto. A questo punto meglio chiudere il Senato e che il Governo faccia tutto da solo“.

Oggi “arriviamo al punto per cui non solo non è possibile discutere ma siamo alla fiducia generalizzata – lamenta il capogruppo FdI come riferisce la Dire (www.dire.it) – la fiducia non viene più messa solo in seconda battuta, dopo aver cercato di discutere i decreti in una Camera per poi essere blindati nella seconda. La fiducia viene messa sempre e ovunque”. Non solo, “se il Parlamento semplicemente chiede di poter discutere e i tempi non ci sono, perché il Governo ha messo fretta, e i senatori hanno l’ardire di presentare emendamenti in commissione per discutere, le commissioni vengono convocate all’una di notte e alle 5 del mattino per stroncare ogni possibilità di discussione“, conclude Ciriani.

QUI MONTECITORIO: IL COMPORTAMENTO DELLA LEGA

Sì alla fiducia, ma se ci sono dei problemi vanno affrontati. La leghista Rossana Boldi prende la parola in aula a Montecitorio e riassume la linea della Lega. Il partito di Matteo Salvini mette in guardia il governo Draghi, in particolare su due temi: la delega fiscale e la riforma delle pensioni. “Quando abbiamo deciso di partecipare a questo governo sapevamo che non sarebbe stato facile, data la variegata composizione, ma sicuramente non era possibile fare una scelta diversa”, ricorda Boldi che prende le mosse dalla fiducia sul decreto Green Pass 2 (quello del 6 agosto, su trasporti e scuola) ma allarga lo sguardo all’intera agenda dell’esecutivo. Nel partito percorso dallo scontro sotto traccia tra il segretario e il ministro dello Sviluppo. Il suo intervento viene trasmesso anche dai social di Salvini.

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Rinnoviamo la fiducia al presidente Draghi e al suo governo ma ricordiamo la promessa di non aumentare in nessun modo le tasse, di aprire i cantieri, di tenere sotto controllo i costi dell’energia. Noi facciamo proposte per la crescita del paese che prevedono investimenti diversi del reddito di cittadinanza. E non vogliamo aumenti di tasse: non esiste nessuna riforma del catasto a parità di tassazione”, dice Boldi, in riferimento a una delle possibili misure della delega fiscale. Boldi incalza anche su altri temi: “Non vogliamo che in una notte si ritardi la pensione di 5 anni per chi ne ha diritto”, aggiunge e sottolinea che per la Lega si deve parlare “di questo, non di ius soli, o di legge Zan, leggi ideologiche. Alle prossime elezioni chi le vuole si presenti con questo programma, se vince le realizzerà’”. Per la Lega è dunque “possibile porre dei problemi” al governo “quando dei problemi esistono con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise e di ricadute positive per il paese”, chiude la deputata.