Dermatite atopica: abrocitinib meglio di dupilumab


Dermatite atopica: l’inibitore della Janus chinasi (JAK) 1 abrocitinib ha mostrato un’efficacia significativamente superiore a dupilumab

Dermatite atopica: l'inibitore della Janus chinasi (JAK) 1 abrocitinib ha mostrato un'efficacia significativamente superiore a dupilumab

Nei pazienti adulti con dermatite atopica da moderata a grave, l’inibitore della Janus chinasi (JAK) 1 abrocitinib ha mostrato un’efficacia significativamente superiore a dupilumab in tutti i parametri valutati, con un profilo di sicurezza coerente con gli studi precedenti. È quanto emerge dai risultati preliminari del trial di fase III JADE DARE, presentati da Pfizer che sta sviluppando la molecola.

«I risultati del nostro primo studio formale testa a testa mostrano che abrocitinib ha il potenziale per fornire un significativo sollievo dai sintomi per i pazienti e si aggiungono alla nutrita mole di dati del programma di sviluppo JADE», ha affermato Michael Corbo, responsabile dello sviluppo nell’area infiammazione e immunologia presso Pfizer. «Siamo lieti che i risultati dello studio mostrino il potenziale impatto che abrocitinib potrebbe avere per aiutare quanti convivono con la dermatite atopica da moderata a grave a ridurre significativamente il prurito e ad avere una pelle quasi completamente libera da lesioni».

La dermatite atopica è una malattia cutanea cronica caratterizzata da infiammazione della pelle e difetti della barriera cutanea. Provoca lesioni caratterizzate da eritema, prurito, formulazione di papule e di croste. È una delle dermatosi infantili più comuni, croniche e recidivanti, che colpisce fino al 10% degli adulti e fino al 20% dei bambini in tutto il mondo.

Abrocitinib è una piccola molecola a somministrazione orale che inibisce selettivamente JAK 1. Si ritiene che questa azione influenzi più citochine coinvolte nella fisiopatologia della dermatite atopica, tra cui le interleuchine IL-4, IL-13, IL-31, IL-22 e la linfopoietina stromale timica (TSLP).

Il trial di fase III JADE DARE
Lo studio testa a testa è stato progettato per confrontare direttamente l’efficacia di abrocitinib 200 mg rispetto a dupilumab 300 mg in soggetti adulti in terapia topica di base per la dermatite atopica da moderata a grave nel corso di 26 settimane. Abrocitinib è stato somministrato per via orale una volta al giorno e dupilumab tramite iniezione sottocutanea a settimane alterne, dopo una dose di induzione di 600 mg.

Gli endpoint co-primari di efficacia erano la percentuale di pazienti che ottenevano un miglioramento di almeno 4 punti nella Peak Pruritus Numerical Rating Scale (PP-NRS4) rispetto al basale alla settimana 2 e la percentuale di pazienti che raggiungevano un Eczema Area and Severity Index (EASI)-90 (miglioramento ≥90% rispetto al basale) alla settimana 4. L’endpoint secondario chiave era la percentuale di pazienti che raggiungevano l’EASI-90 alla settimana 16. Lo studio consentirà di valutare qualsiasi differenza di efficacia che può persistere dopo 6 mesi di trattamento.

Abrocitinib efficace con buon profilo di sicurezza
Lo studio ha raggiunto tutti gli endopint co-primari e secondari chiave di efficacia, mostrando che abrocitinib era statisticamente superiore rispetto a dupilumab in tutte le misure di efficacia valutate.

Una percentuale maggiore di pazienti trattati con abrocitinib ha manifestato effetti collaterali rispetto a dupilumab. La percentuale di soggetti con eventi avversi che hanno portato all’interruzione dello studio era simile in entrambi i bracci di trattamento. Si sono verificati due decessi in pazienti trattati con abrocitinib, ritenuti non correlati al farmaco in studio. Uno è stato attribuito al COVID-19 e il secondo a emorragia intracranica e arresto cardiorespiratorio e classificato come evento cardiovascolare avverso maggiore (MACE). In generale il profilo di sicurezza di abrocitinib era coerente quanto già emerso in precedenza nel programma JADE.

I risultati completi di JADE DARE saranno presentati in occasione di un prossimo congresso scientifico e pubblicati. Al momento opportuno Pfizer intende condividere questi dati con la Food and Drug Administration statunitense e gli altri enti regolatori in tutto il mondo per valutarne l’approvazione.