Il rover cinese Zhurong prosegue la missione su Marte


Il rover cinese Zhurong ha completato con successo la sua missione nominale di tre mesi e ora continuerà l’esplorazione di Marte

tragitto zhurong

Secondo la China National Space Administration, il rover cinese Zhurong ha completato con successo la sua missione nominale di tre mesi e, da quanto si apprende da un annuncio di martedì scorso dell’agenzia spaziale cinese, la missione verrà estesa per continuare l’esplorazione di Marte. Il rover si dirigerà verso un’antica zona costiera della Utopia Planitia, la vasta pianura all’interno del più grande bacino d’impatto conosciuto nel Sistema solare, dove attualmente risiede.

Alto 1.85 metri, il rover da 240 chilogrammi è il componente principale della missione Tianwen 1, la prima avventura interplanetaria della Cina. Si tratta del sesto rover su Marte, dopo i cinque inviati dagli Stati Uniti.

Tianwen 1 ha percorso più di 470 milioni di chilometri ed è entrata nell’orbita di Marte il 10 febbraio scorso. Zhurong è arrivato sul Pianeta rosso il 15 maggio e si è separato dalla sua piattaforma di atterraggio una settimana dopo, completando la sua missione al 90esimo sol, il 15 agosto. A oggi Zhurong ha ottenuto circa 10 GB di dati scientifici e si è spostato di circa 900 metri.

Si spera che, grazie ai suoi dati, sarà possibile maturare una comprensione più profonda della geologia marziana e capire se sul Pianeta rosso siano presenti le prove dell’esistenza di un antico oceano nella Utopia Planitia.

Il successo di Zhurong ha segnato il completamento di tutti gli obiettivi della missione di Tianwen 1: orbitare su Marte per un’osservazione completa del pianeta, atterrare sul pianeta e dispiegare un rover per condurre operazioni scientifiche.

Per vedere i risultati della nuova esplorazione dovremo attendere qualche mese, perché per via della congiunzione solare – durante la quale è prevista l’interruzione delle sue comunicazioni con la Terra – il rover sospenderà le sue operazioni da metà settembre fino a fine ottobre.

FONTE: INAF