Demenza: le Comunità amiche hanno un sito dedicato


Online il sito dedicato alle “Comunità amiche delle Persone con Demenza”: informazioni, consigli, esperienze e un quiz per testare la conoscenza della malattia

Demenza: le Comunità amiche hanno un sito dedicato

Consentire a sempre più persone di conoscere la demenza e fornire un vero e proprio vademecum costantemente aggiornato con le informazioni e gli strumenti pratici per realizzare iniziative “Amiche delle Persone con Demenza”. È questo l’obiettivo del sito realizzato dalla Federazione Alzheimer Italia, che aggiunge un ulteriore tassello al progetto delle “Comunità Amiche delle Persone con Demenza”. L’iniziativa, avviata in Italia nel 2016, è nata con l’obiettivo di creare una rete di cittadini consapevoli che sappiano rapportarsi alle persone con demenza e farle sentire a proprio agio nella propria comunità, ma anche avviare un processo di cambiamento sociale in cui le persone con demenza si sentano completamente accolte e incluse. In Italia si stima che la demenza colpisca 1.241.000 persone e sono già 32 i quartieri, i paesi e le città che hanno accolto l’invito della Federazione Alzheimer Italia.

Il nuovo sito intende essere un luogo dove le Comunità Amiche delle Persone con Demenza attive su tutto il territorio italiano possano dare il via ad uno scambio di esperienze, vissuti e buone pratiche che favorisca e incoraggi sempre più persone a mettersi in gioco e comprendere meglio cosa significa vivere con la demenza, per contribuire a costruire una società più inclusiva.

Collegandosi al nuovo sito è possibile, innanzitutto, informarsi e aumentare la propria conoscenza della demenza: cos’è, quali sono i sintomi e le regole per tenere allenata la propria mente. Una sezione illustra il progetto “Comunità Amiche delle Persone con Demenza”: la nascita, il percorso necessario per aderire all’iniziativa, alcuni esempi e progetti internazionali e una mappa interattiva che mostra le 31 comunità sul territorio. Segue una parte che si occupa di fornire le informazioni e le indicazioni anche pratiche per creare una “Comunità Amica delle Persone con Demenza” e come coinvolgere la propria rete di conoscenze per dare il via a sempre più realtà e luoghi inclusivi per le persone con demenza. Una sezione è interamente dedicata a raccontare le storie delle Comunità attraverso le voci di tante persone, volontari, negozianti, rappresentanti delle istituzioni e delle Forze dell’Ordine, insegnanti e studenti che, con passione e impegno, portano avanti iniziative e progetti di inclusione per le persone con demenza.

Il sito ha anche l’obiettivo di essere anche un vero e proprio percorso formativo che, affrontando i principali temi medici e comportamentali, spiega come tutti possano diventare “Amici delle Persone con Demenza” e dimostrare come anche la conoscenza e la vicinanza possano concretamente dare un aiuto a coloro che affrontano la malattia. Cliccando su “Partecipa” l’utente viene poi accompagnato a scoprire quali sono i passi concreti per intraprendere questo percorso: si parte con l’informazione su cosa significa essere “Amico delle Persone con Demenza” e chi può diventarlo. Attraverso un quiz con 10 domande è possibile mettere alla prova la propria conoscenza della demenza e ricevere un vero e proprio attestato che certifica il proprio impegno.

“Le Comunità Amiche delle Persone con Demenza sono luoghi dove ascolto, comprensione e inclusione sono le parole all’ordine di ogni giorno. Noi della Federazione Alzheimer Italia ci impegniamo perché sempre più persone conoscano la demenza per cancellare lo stigma nei confronti dei malati e dei loro familiari. Il motto “Working to become” ci dice che si tratta di un percorso in continua evoluzione e senza la parola “fine”: l’obiettivo del sito è quindi quello di fornire alle persone e alle comunità gli strumenti di conoscenza ma anche pratici perché siano sempre più consapevoli e attente ai diritti delle persone con demenza”, commenta Gabriella Salvini Porro, presidente di Federazione Alzheimer Italia.

Il sito “Dementia Friendly” è stato realizzato grazie al contributo di Fondazione Roche.