Leucemia mieloide cronica: nuovo studio su posatinib


Adeguare il dosaggio di ponatinib in base alla risposta può essere una strategia efficace nei pazienti con leucemia mieloide cronica

Leucemia mieloide cronica: ponatinib efficace

Adeguare il dosaggio di ponatinib in base alla risposta può essere una strategia efficace nei pazienti con leucemia mieloide cronica in fase cronica, resistenti o intolleranti a un trattamento precedente con inibitori delle tirosin-chinasi (TKI). A suggerirlo sono i risultati dello studio di fase 2 OPTIC, presentati di recente al Virtual Congress 2021 della European Hematology Association (EHA) da Jorge Cortes, dell’MD Anderson Cancer Center di Houston.

Lo studio OPTIC
Lo studio OPTIC (Optimizing Ponatinib Treatment In CML; NCT02467270) è un trial randomizzato, tuttora in corso, che ha coinvolto 283 pazienti con leucemia mieloide cronica in fase cronica che erano risultati resistenti o intolleranti ad almeno due TKI o che presentavano la mutazione T315I del gene BCR-ABL.

I partecipanti sono stati assegnati secondo un rapporto 1:1:1 al trattamento con diverse dosi iniziali di ponatinib: 45 mg, 30 mg e 15 mg. La dose di ponatinib è stata quindi ridotta a 15 mg tra i pazienti delle coorti trattate inizialmente con 45 mg e 30 mg che raggiungevano livelli del trascritto BCR-ABLIS pari o inferiori all’1%.

L’endpoint primario dello studio era il raggiungimento di livelli del trascritto BCR-ABLIS pari o inferiori all’1% a 12 mesi.

Pazienti quasi tutti resistenti
Al basale, l’età media era di 46 anni nella coorte da 45 mg, 51 anni nella coorte da 30 mg e 49 anni nella coorte da 15 mg.

Il 98% dei pazienti era già stato trattato con almeno due TKI in precedenza e più della metà (il 55%) con tre. Quasi tutti i pazienti (il 99%) avevano interrotto il TKI immediatamente precedente perché erano risultati resistenti al farmaco e solo uno perché intollerante ai TKI.

Inoltre, il 40% dei pazienti presentava almeno una mutazione di BCR-ABL al basale e nel 23% dei casi la mutazione in questione era la T315I.

«I pazienti avevano fattori di rischio cardiovascolare», ha osservato Cortes. «Più del 25% dei pazienti era iperteso, dal 15% al 20% aveva un’iperlipidemia e dal 3% al 7% dei pazienti era diabetico».

Risultato migliore con 45 mg poi ridotti a 15
Al momento dell’analisi primaria, con un follow-up mediano di 32 mesi, 134 pazienti (il 47%) erano ancora in trattamento e 240 (il 72%) erano stati esposti a ponatinib per almeno 12 mesi.

La percentuale di pazienti che hanno raggiunto livelli di trascritto BCR-ABLIS pari o inferiori all’1% a 12 mesi è stata del 44,1% nella coorte trattata inizialmente con 45 mg, 29,0% nella coorte trattata inizialmente con 30 mg e 23,1% nella coorte trattata inizialmente con 15 mg.

«È molto chiaro che il miglior tasso di risposta si ottiene con la dose iniziale pari a 45 mg e poi la riduzione a 15 mg» ha affermato Cortes.

Invece, non si è osservata alcuna differenza significativa nella sopravvivenza libera da progressione (PFS) o nella sopravvivenza globale (OS) fra le tre coorti. Infatti, il tasso di PFS a 3 anni è risultato del 73,25% nella coorte trattata inizialmente con 45 mg, 66,33% nella coorte trattata inizialmente con 30 mg e 69,97% nella coorte trattata inizialmente con 15 mg, mentre il tasso di OS a 3 anni è risultato rispettivamente dell’89,29%, 88,58% e 91,71%.

I dati di sicurezza
Gli eventi avversi sviluppati durante il trattamento più comuni sono risultati la trombocitopenia (27%), la neutropenia (17%) e l’anemia (7%).

Gli eventi avversi che si sono manifestati durante il trattamento hanno comportato l’interruzione del trattamento stesso nel 19,1% dei pazienti nella coorte trattata inizialmente con 45 mg, nel 16,0% dei pazienti nella coorte trattata inizialmente con 30 mg e nel 13,8% dei pazienti nella coorte trattata inizialmente con 15 mg oppure hanno richiesto riduzioni del dosaggio rispettivamente nel 46%, 35% e 32% dei pazienti.

«Tutti e tre i regimi di dosaggio hanno mostrato benefici in questi pazienti in gran parte resistenti. Tuttavia, la coorte passata da 45 a 15 mg è quella che ha mostrato la risposta migliore», ha concluso Cortes. « Dopo la riduzione della dose le risposte sono risultate durature e questo si è tradotto in un’ottima sopravvivenza globale e libera da progressione».

Fonte: 
J.E. Cortes, et al. OPTIC Primary Analysis: A Dose-Optimization Study Of 3 Starting Doses Of Ponatinib (Pon). EHA 2021; abstract S153. Link