Covid: tenofovir aiuta pazienti con epatite B cronica


Tenofovir riduce la gravità dell’infezione da Covid-19 in pazienti con epatite B cronica secondo i risultati di uno studio spagnolo

Coronavirus covid proteina spike variante delta

I pazienti con epatite B cronica (CHB) in terapia con tenofovir (TDF) hanno un rischio inferiore di infezione grave da COVID-19 rispetto a quelli in trattamento con entecavir (ETV). E’ quanto evidenzia uno studio spagnolo che è stato presentato all’International Liver Congress 2021.

Sappiamo che i pazienti HIV-positivi in trattamento con tenofovir (TDF)/emtricitabina (FTC) hanno un rischio inferiore di COVID-19 e del relativo ricovero in ospedale rispetto a quelli sottoposti ad altre terapie.

Gli autori di questo studio hanno ipotizzato che TDF riduca l’incidenza e la gravità di COVID-19 nei pazienti con CHB. Allo scopo di verificare questa ipotesi hanno analizzato l’incidenza e la gravità del COVID-19 in pazienti con epatite cronica B in trattamento antivirale con TDF o entecavir.

E’ stata dunque eseguita una ricerca di pazienti con infezione da COVID-19 (definita da una reazione a catena della polimerasi) tra il 1 febbraio e il 30 novembre dello scorso anno nel database di pazienti adulti (>18 anni) con CHB (definita da un AgHB positivo) seguiti in 28 ospedali spagnoli e in terapia con TDF o ETV.

Gli endpoint erano la mortalità, la necessità di ricovero in unità di terapia intensiva (ICU), il supporto ventilatorio (ventilazione meccanica non invasiva o intubazione orotracheale) e lo sviluppo di una malattia COVID-19 grave quindi con polmonite grave bilaterale, sindrome da distress respiratorio acuto, sepsi o shock settico (criteri OMS).

Sui dati raccolti è stata eseguita un’analisi statistica bivariata tra gruppi di trattamento.
L’effetto del trattamento antivirale sul rischio di COVID-19 grave è stato stimato con il metodo della probabilità inversa del punteggio di propensione alla ponderazione del trattamento (IPTW).

La ricerca nel database di 4736 pazienti affetti da epatite cronica B ha identificato 117 persone con anche COVID-19 (2,5%, 95% CI 2,1-2,9%), di cui 67 in terapia con TDF e 50 con ETV.

L’incidenza di COVID-19 nei pazienti in terapia con TDF o ETV era simile (0,023 contro 0,026, p=0,44). Nella regressione logistica multivariata aggiustata per età, sesso, obesità, comorbidità e stadio della fibrosi, il TDF ha ridotto di 6 volte il rischio di COVID-19 grave (punteggio IPTW aggiustato- -OR 0,17, 95% CI 0,04-0,67, p=0,01).

In conclusione, gli autori sottolineano che i pazienti con epatite cronica B in trattamento con tenofovir hanno un rischio inferiore di sviluppare un’infezione grave da COVID-19 rispetto a quelli in terapia con entecavir. Il TDF sembra esercitare un effetto protettivo in questi pazienti.