Sindromi mielodisplastiche: la diagnosi è la chiave


Sindromi mielodisplastiche, Voso (Univ. Tor Vergata): diagnosi è fondamentale, Zini: Lazio maglia nera dei donatori di sangue

sindromi mielodisplastiche

“Le Sindromi Mielodisplastiche sono malattie neoplastiche del midollo, in cui si verifica un’alterazione che può essere genetica, nella maggior parte dei casi, che induce un blocco della maturazione delle cellule del sangue, per cui si accumulano anche nel midollo. E’ molto importante caratterizzare bene queste malattie al momento della diagnosi, perchè sono anche molto eterogenee: vanno da malattie in cui l’anemia è l’unico sintomo, e si tratta di quell’anemia dell’anziano che in genere è resistente alla supplementazione con il ferro e con le vitamine, a forma più aggressive che tendono ad evolvere anche in leucemia acuta”.
Lo ha spiegato Maria Teresa Voso, professore associato di ematologia, Università di Roma Tor Vergata, presidente della Società italiana di ematologia sperimentale, responsabile del laboratorio di diagnostica avanzata oncoematologica, in occasione della presentazione di ‘Magnifico Donare’, la campagna di sensibilizzazione promossa per il terzo anno consecutivo da United Onlus – Federazione Italiana delle thalassemie, emoglobinopatie rare e drepanocitosi, e AIPaSiM Onlus – Associazione Italiana pazienti con sindrome mielodisplastica, in collaborazione con Avis e con il supporto non condizionante di Celgene, ora parte di Bristol myers squibb.
Partita da Milano e Bari nell’autunno 2019, conclusa la lunga pausa dovuta alla fase di emergenza sanitaria da Covid-19 la campagna ‘Magnifico Donare’ è giunta in maniera virtuale nel Lazio dopo aver fatto tappa anche a Reggio Calabria, Cagliari e in Emilia-Romagna.
Voso ha aggiunto che “si tratta di malattie eterogenee. Nel Lazio l’incidenza è variabile con l’età: sono più frequenti nell’età avanzata, con un’età mediana alla diagnosi intorno ai 70-74 anni. Nel Lazio, anche se non ci sono registri precisi e aggiornati, possiamo contare circa 200 nuovi casi l’anno”.
Voso ha sottolineato inoltre che “bisogna investire al momento della diagnosi per caratterizzare bene queste malattie, anche per fare quel percorso virtuoso della medicina personalizzata per essere in grado di individuare nelle varie fasi della patologia anche i trattamenti a bersaglio”.
“L’anemia è il sintomo prevalente e, al momento dell’esordio, in questa fase di diagnostica è sicuramente necessaria la trasfusione di sangue in una parte consistente di pazienti. Anche le terapie che purtroppo abbiamo a disposizione per queste malattie non garantiscono, comunque, una guarigione. Nelle varie fasi della malattia la necessità di trasfusione di sangue si manifesterà molto spesso e per noi è dunque vitale il rapporto con i donatori e con centri trasfusionali per le necessità di questi pazienti” ha concluso.
Tutte le informazioni sulla campagna, le videoanimazioni e il videoclip di Magnifico Donare sono online su www.magnificodonare.it
Zini: maglia nera al Lazio per numero donatori sangue
“La regione ne ha 23 per 1.000 residenti, Friuli primo con 40”. “Il Lazio ha guadagnato l’ultimo posto in classifica con il numero di donatori di sangue più basso nella graduatoria delle regioni italiane. Da sempre il Lazio non è autosufficiente”. Lo ha detto Gina Zini, direttore Uoc emotrasfusione e Banca del Cordone Unicatt, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs – Roma, Università Cattolica del Sacro Cuore, in occasione della presentazione di ‘Magnifico Donare’, la campagna di sensibilizzazione promossa per il terzo anno consecutivo da United Onlus – Federazione Italiana delle thalassemie, emoglobinopatie rare e drepanocitosi, e AIPaSiM Onlus – Associazione Italiana pazienti con sindrome mielodisplastica, in collaborazione con Avis e con il supporto non condizionante di Celgene, ora parte di Bristol myers squibb.
Zini ha sottolineato che “nell’ultimo report del Centro nazionale sangue il Lazio è all’ultimo posto, con 23 donatori per 1.000 residenti. Tanto per dare un’idea, il Friuli Venezia Giulia è al primo posto con 40 donatori per 1.000 residenti”. Nel corso del suo intervento, Zini ha tenuto a precisare che “il Lazio ha un problema enorme ma sicuramente non si può generalizzare, perchè ci sono zone autosufficienti e che supportano Roma, come il viterbese. Il problema è certamente la metropoli e campagne come questa sono assolutamente necessarie”.
“Il calo maggiore delle donazioni di sangue – ha proseguito Zini – si registra tra i giovani tra i 18 e i 25 anni: in Italia abbiamo solo 200.000 donatori in questa fascia di età. Nel nostro paese l’età media dei donatori si sta alzando in maniera progressiva. Sono aumentati i donatori tra i 45 e i 60 anni, considerando che 65 anni è l’età massima per la donazione”. “Nel nostro Servizio sanitario nazionale, il sangue è posto come un diritto assistenziale. A fronte di questo è assolutamente necessario incrementare la sensibilizzazione alla donazione a livello nazionale” ha concluso.
Tutte le informazioni sulla campagna, le videoanimazioni e il videoclip di Magnifico Donare sono online su www.magnificodonare.it