Diabete: troppi pazienti sottovalutano ipoglicemia


Gli endocrinologi dovrebbero sensibilizzare maggiormente i pazienti con diabete di tipo 1 sulla prevenzione e cura dell’ipoglicemia

Gli endocrinologi dovrebbero sensibilizzare maggiormente i pazienti con diabete di tipo 1 sulla prevenzione e cura dell'ipoglicemia

Nel diabete di tipo 1 l’ipoglicemia è un evento comune, facilmente trascurato e spesso sottovalutato. Gli endocrinologi devono fare il possibile per prevenire e curare questa condizione, insegnando ai pazienti come monitorare la glicemia e come riconoscere i sintomi di un evento ipoglicemico. Sono le conclusioni di una relazione presentata al congresso dell’American Association of Clinical Endocrinology (AACE) 2021.

Circa il 30-40% delle persone con diabete di tipo 1 ha da uno a tre episodi di ipoglicemia grave ogni anno, mentre l’ipoglicemia lieve è 50 volte più comune» ha affermato nella sua relazione Kathleen Dungan della la Ohio State University School of Medicine. «Solo negli Stati Uniti ogni anno vengono effettuate circa 97mile visite al pronto soccorso per ipoglicemia, che dovrebbe invece essere valutata a ogni visita di un diabetico a rischio, ovvero chi assume insulina, sulfoniluree o altri farmaci che possono causare una significativa ipoglicemia».

Il consenso degli esperti generalmente classifica l’ipoglicemia in tre categorie. Il primo livello si ha con glicemia inferiore a 70 mg/dl, il secondo con glicemia inferiore a 54 mg/dl e il terzo corrisponde a qualsiasi evento grave caratterizzato da uno stato mentale o fisico alterato che richiede assistenza. I sintomi possono variare da sudorazione e sensazione di calore, tachicardia e palpitazioni, nausea e formicolio a ottusità mentale, confusione e disturbi visivi. I sintomi a volte possono essere lievi o, in caso di non consapevolezza dell’ipoglicemia, sconosciuti al paziente, ha fatto presente la relatrice.

«Ci affidiamo molto ai livelli di emoglobina glicata e, se sono buoni, abbiamo la tendenza a pensare che il paziente stia bene» ha aggiunto. «Ma non è così. I pazienti infatti non è detto che monitorino i propri valori glicemici o che comprendano appieno le conseguenze dell’ipoglicemia ripetuta o non rilevata».

Educare i pazienti a gestire l’ipoglicemia
I medici dovrebbero preparare i pazienti ad affrontare l’ipoglicemia insegnando loro come riconoscere i sintomi e dei fattori scatenanti di un evento lieve. Che significa monitorare frequentemente i livelli ematici di glucosio, indossare una tessera di identificazione medica, praticare la regola del 15 (consumare 15 g di carboidrati, attendere 15 minuti per vedere se il glucosio aumenta ed eventualmente ripetere i passaggi) e informare amici e familiari. Il glucagone deve essere prescritto a tutti coloro che hanno un maggior rischio di ipoglicemia di livello 2 o 3, in modo che l’abbiano a disposizione se necessario.

«Ci sono anche numerose opzioni in termini di terapia insulinica. Sappiamo che le nuove insuline basali a lunga durata d’azione comportano un rischio di ipoglicemia inferiore rispetto all’insulina glargine o detemir, che a loro volta causano meno ipoglicemia rispetto all’insulina NPH» ha detto Dungan. «Nei pazienti con diabete di tipo 2, le terapie risparmiatrici di insulina causano meno ipoglicemia. Ogni volta che è possibile ridurre al minimo l’uso di insulina o di sulfonilurea si minimizza il rischio di ipoglicemia».

Affrontare l’inconsapevolezza dell’ipoglicemia
L’ipoglicemia spesso non viene percepita come un problema fino a quando non si verifica un evento grave. Il primo passo è identificarla e far capire al paziente perché è importante. Spesso queste persone sono inconsapevoli perché hanno avuto frequenti eventi ipoglicemici, ha spiegato. «Se è possibile modificare la terapia per eliminare questi eventi, si può tornare alla normalità».

Una consapevolezza alterata è reversibile con 2 o 3 settimane di prevenzione dell’ipoglicemia ed esistono programmi educativi che possono aiutare i pazienti a ripristinare la loro percezione di un abbassamento dei livelli di glucosio.

«L’educazione e gli interventi cognitivi, oltre al monitoraggio continuo del glucosio, sono probabilmente la soluzione ideale per qualsiasi persona con inconsapevolezza dell’ipoglicemia» ha affermato. «La maggior parte dei pazienti che hanno questo problema e si sottopongono a più iniezioni di insulina al giorno probabilmente hanno bisogno di utilizzare anche un dispositivo CGM».

Bibliografia

Dungan K. The unrecognized crisis of severe hypoglycemia. Presented at: American Association of Clinical Endocrinology Annual Scientific and Clinical Conference; May 26-29, 2021 (virtual meeting).