Diabete: finerenone riduce la fibrillazione atriale


Il trattamento con finerenone di pazienti con diabete di tipo 2 e malattia renale diabetica si è associato a un calo significativo dell’incidenza della fibrillazione atriale

Il trattamento con finerenone di pazienti con diabete di tipo 2 e malattia renale diabetica si è associato a un calo significativo dell'incidenza della fibrillazione atriale

Il trattamento con finerenone di pazienti con diabete di tipo 2 e malattia renale diabetica si è associato a un calo significativo dell’incidenza della fibrillazione atriale (AF) di nuova insorgenza come endpoint prespecificato ed esplorativo dello studio pivotale FIDELIO-DKD, i cui risultati sono stati esposti all’American College of Cardiology 2021 (ACC.21) e contemporaneamente pubblicati online sul “Journal of the American College of Cardiology”.

Finerenone appartiene a una nuova classe di antagonisti recettoriali dei mineralcorticoidi (MRA) che hanno una struttura non steroidea, in contrasto con spironolattone ed eplerenone. Ciò significa che finerenone non produce effetti avversi associati agli steroidi legati a determinati altri MRA, come la ginecomastia, e può anche differire in altre azioni.

I risultati primari
I risultati primari di FIDELIO-DKD (Efficacy and Safety of Finerenone in Subjects With Type 2 Diabetes Mellitus and Diabetic Kidney Disease) – che ha randomizzato 5.734 pazienti di 913 siti in 48 Paesi, tra cui 461 pazienti con una storia di AF – sono stati pubblicati sul “New England Journal of Medicine” nel 2020.

Finerenone (alla dose di 10 mg o 20 mg al giorno) rispetto al placebo aveva dimostrato di ridurre gli esiti cardiovascolari in 5.674 pazienti (età media: 66 anni; 70,2% maschi; circa 70% caucasici) con nefropatia cronica e diabete di tipo 2 oltre una follow-up mediana di 2,6 anni.

Analisi esplorativa focalizzata sulle aritmie atriali, esiti positivi
In questa analisi esplorativa, Gerasimos Filippatos, professore di cardiologia e direttore della Clinica di insufficienza cardiaca e cardio-oncologia dell’Ospedale universitario Attikon e dell’Università di Atene, ha valutato l’impatto del finerenone sull’esito prestabilito dello sviluppo di AF di nuova insorgenza e flutter atriale.

I risultati hanno mostrato che il 3,2% (n=82) e il 4,5% (n=117) dei gruppi finerenone e placebo, rispettivamente, presentavano AF di nuova insorgenza o flutter ( hazard ratio, 0,71;
IC al 95%, 0,53-0,94; p=0,016).

L’incidenza per 100 anni-paziente è stata di 1,20 con finerenone rispetto a 1,72 con placebo. I risultati sono stati simili tra i sottogruppi di pazienti prespecificati. La maggior parte degli eventi erano AF; solo lo 0,6% era flutter atriale.

Il trattamento con finerenone si è legato a una riduzione relativa del 29% rispetto al placebo nei casi di AF, ha riferito Filippatos. La riduzione assoluta è stata modesta, con una riduzione dell’1,3% dal tasso di incidenza del 4,5% con placebo a un tasso del 3,2% con finerenone durante 2,6 anni di follow-up mediano.

Il legame osservato tra il trattamento con finerenone con una ridotta incidenza di AF è apparso costante indipendentemente da età, genere, etnia, caratteristiche renali dei pazienti al basale, livelli di base della pressione arteriosa sistolica, potassio sierico, indice di massa corporea, HbA1c o uso di farmaci ipoglicemizzanti.

Il rischio ridotto di AF di nuova insorgenza è stato osservato a sei mesi ed è stato mantenuto durante lo studio. Da notare, per gli esiti primari e secondari chiave, che l’effetto di finerenone era simile nei pazienti che avevano (8,1%) o non avevano AF al basale.

Le analisi presentate da Filippatos hanno anche dimostrato che, indipendentemente dal fatto che i pazienti avessero o meno una storia di AF, non vi è stato alcun impatto né sul beneficio primario del trattamento con finerenone visto in FIDELIO-DKD, che è stata una significativa riduzione del rischio relativo del 18% rispetto al placebo nel tasso combinato di insufficienza renale, un calo del 40% o maggiore rispetto al basale nel tasso di filtrazione glomerulare stimato, o morte renale.

Allo stesso modo, lo stato di AF precedente non ha avuto alcun effetto sull’endpoint secondario chiave dello studio, una significativa riduzione del rischio relativo del 14% nel tasso combinato di morte cardiovascolare, infarto del miocardio non fatale, ictus non fatale o ospedalizzazione per insufficienza cardiaca.

Studi in corso per valutare gli effetti a lungo termine
I possibili effetti di attenuazione di finerenone su infiammazione e fibrosi potrebbero anche mediare l’effetto apparente del farmaco sull’AF, ha detto Filippatos. L’autore, inoltre, ha fatto notare che questa è un’analisi secondaria di uno studio controllato randomizzato con un basso numero di eventi di AF  di nuova insorgenza e come tale dovrebbe essere interpretato con cautela.

«La ricerca futura dovrebbe valutare gli esiti clinici a lungo termine del trattamento con finerenone nei pazienti con CKD e T2D, compreso il suo impatto sull’ictus e altri eventi cardiovascolari e sulla sopravvivenza» ha precisato.

Il ricercatore ha aggiunto che ulteriori dati relativi a un possibile effetto sull’AF di finerenone emergeranno presto dallo studio FIGARO-DKD, che ha arruolato pazienti simili a quelli di FIDELIO-DKD ma con stadi più moderati di malattia renale, e dallo studio FINEARTS-HF, che sta esaminando l’effetto di finerenone in pazienti con insufficienza cardiaca con una frazione di eiezione di almeno il 40%.

I nuovi risultati riportati da Filippatos «dovrebbero essere considerati generatori di ipotesi. Fino a quando non avremo maggiori informazioni, le terapie a monte, compresi gli MRA, devono essere utilizzate in popolazioni di pazienti appropriate sulla base di benefici definiti con la speranza che riducano anche lo sviluppo di AF e flutter atriale nel tempo» hanno scritto Gerald V. Naccarelli, del Penn State University College of Medicine di Hershey, e coautori in un editoriale di commento.

Filippatos G, Bakris GL, Pitt B, et al. Finerenone Reduces Onset of Atrial Fibrillation in Patients with Chronic Kidney Disease and Type 2 Diabetes. J Am Coll Cardiol. 2021 May 4. doi: 10.1016/j.jacc.2021.04.079. Epub ahead of print. 
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