Abbronzatura: i consigli per proteggere la pelle


Tempo di vacanze, l’esperta: “Sì a controlli della pelle prima dell’esposizione al sole per valutare le patologie e i danni pregressi”

Come prendere il sole evitando dermatiti, herpes e spellature

Mantenere la cute in salute proteggerla dai raggi solari che fanno tanto bene ma possono nuocere, se ci si espone troppo e male, è l’obiettivo che ci si deve porre ad ogni stagione soprattutto d’estate. Ogni pelle ha il suo fattore di protezione ideale, un elemento da ricordare quando si pensa di risparmiare acquistando un’unica crema solare per tutta la famiglia. E poi attenzione alle macchie che possono spuntare dopo l’esposizione, non solo un fatto estetico ma che possono essere l’espressione di nuovi nei o peggio di melanomi. L’agenzia Dire (www.dire.it) ha approfondito l’argomento con la dottoressa Alessandra Iorio, Dermatologa presso la Dermatologia Oncologica IFO di Roma e testimonial della campagna 5×1000 del nosocomio.

– Dottoressa è utile prima di esporsi al sole recarsi dal dermatologo e sottoporsi ad un check up della pelle (valutando a nei e lentigo) per capire quale sia il nostro fototipo e scegliere così la protezione più adatta?

‘Il check up dermatologico non è solo soltanto utile ma indispensabile per mantenere in salute la nostra pelle. Infatti va effettuato almeno una volta l’anno ed eseguito non solo a ridosso del periodo estivo ma piuttosto va programmato durante l’autunno-inverno. Talvolta si richiede al paziente dei controlli ‘accorciati’ e questo dipende dai fattori che vengono presi in esame dallo specialista durante la visita. Partire dall’individuazione del fototipo che corrisponde alle nostre caratteristiche somatiche il colore perciò della pelle, degli occhi, dei capelli e che cambia anche in base alla nostra capacità di abbronzarci o scottarci al sole. Ma la valutazione dermatologica deve tener conto anche dei nei e delle atipie che la pelle presenta. Un controllo quindi consentirà all’esperto di valutare anche eventuali danni solari pregressi e poi per patologie tumorali come il melanoma. Bisogna tenere conto anche se il soggetto pratica delle attività all’aperto sia lavorative che sportive. È bene valutare le patologie pregresse poiché il sole potrebbe essere un elemento aggravante. Il dermatologo ìn tal modo potrà essere in grado di consigliare una crema e un fattore solare specifici tenendo conto della formulazione e valutare il fattore di protezione che può variare da 8 a 50+. Io a miei pazienti consiglio fotoprotezioni alte 50+ e di non andare al di sotto del 30 e questo a prescindere dal fototipo perché il fine è garantire prevenzione e protezione dai danni solari. Accanto alla fotoprotezione topica si può ricorrere all’uso di integratori per bocca ricchi di vitamine e antiossidanti che servono e hanno funzioni protettive e che intervengono sul rischio di sviluppare tumori cutanei. E soprattutto hanno funzioni antiage perché esposizioni indiscriminate accelerano il processo di invecchiamento cutaneo’

. -Molti si limitano ad applicare la crema al mare e sottovalutano i rischi in città o quando si fa sport all’aperto. Come è bene comportarsi per non rischiare scottature e danni all’epidermide? Ci sono orari in cui l’esposizione deve essere evitata?

‘Vorrei innanzitutto che passasse un messaggio chiaro: il sole lo prendiamo tutti i giorni sia d’estate che d’inverno al mare o in città e ovviamente guidando la macchina. I primi danni visibili sono le ustioni, le scottature ma non bisogna dimenticare che possono originarsi anche danni a lungo termine che sono quelli che possono evolvere in tumori della pelle come il ‘non melanoma skin cancer’ che comprende i carcinomi basocellulari, il carcinoma squamocellulare e poi il melanoma. Noi non possiamo a fare a meno del sole perché fa bene aiuta la produzione di vitamina D, interviene sul tessuto osseo, sul sistema cardiovascolare migliora il nostro umore perché aumenta la produzione di endorfine però nonostante questi effetti ma ci sono anche effetti negativi. Per questo è molto importante educare alla prevenzione sin da piccoli. Dovremmo prendere l’abitudine, tutte le mattine, soprattutto se c’è il sole di applicare allo stesso modo della crema giornaliera la fotoprotezione 50+ nelle zone più fotoesposte in particolare il viso, décolleté, il dorso delle mani e il cuoio capelluto. Ricordo di evitare di esporsi durante le ore centrali nella giornata e se vogliamo fare sport facciamolo nelle ore più tarde. Così dico ai miei pazienti di evitare il sole nelle ore centrali e di tornare in spiaggia ad orario dell’aperitivo. Non bisogna esporre mai i bambini al di sotto di un anno ai raggi solari diretti e ricordarci che anche quando il cielo è nuvoloso possiamo scottarci perché i raggi solari passano anche attraverso le nuvole. Ci sono poi due categorie di persone che devono alzare il livello di guardia: i lavoratori outdoors, soggetti ad alto rischio di sviluppare i tumori della pelle che è bene adottino indumenti specifici anti-uv, usare cappelli con visera, occhiali a schermo e avvolgenti e naturalmente applicare la protezione solare. E poi c’è tutta la categoria degli sportivi che possono usare fattori protettivi con nebulizzatori che sono comodi, complianti ma che hanno lo svantaggio di avere una emivita molto breve’.

-Spesso da sotto l’ombrellone spuntano flaconi dalle taglie maxi destinati sia al viso che al corpo, usati trasversalmente da tutta la famiglia. Parlando soprattutto ai genitori questa è una pratica corretta o è raccomandabile usare creme solari specifiche e perché?

‘È una metodica economica perché si pensa con un unico flacone di coprire tutta la famiglia. In realtà le protezioni solari devono tener conto dell’età del paziente e di eventuali patologie cutanee. Per i bambini si prediligono filtri solari fisici 50+, un filtro capace di creare una sorta di ‘impermeabile’ sulla pelle che sia in grado di riflettere i raggi solari. Le vecchie formulazioni erano biancastre con composizione densa e difficile da spalmare, attualmente le nuove formulazioni hanno migliorato l’aspetto delle formulazioni di texure e sono facilmente spalmabili su tutto il corpo e mantengono caratteristiche di sicurezza e di non tossicità perché non vengono assorbite dalla pelle. Per l’adulto invece i filtri solari sono chimici e presentano elevati livelli di sicurezza. Bisogna tener conto di patologie come l’acne nel caso dei ragazzi e usare creme ad hoc. Alcune donne invece soffrono di melasma che necessita di un filtro solare specifico che contiene sostanze depigmentanti che evitano che la macchia possa scurirsi di più. E per altre patologie della pelle come le luciti ed eritemi via libera a filtri solari che contengono antifiammatori. Insomma ad ogni pelle e ad ogni età la sua crema’.

– Passata la bella stagione, specialmente in autunno, spuntano spesso sul viso e sul corpo fastidiose macchie solari. Come si possono prevenire? E quando invece il danno è fatto come possono essere trattate?

‘È importante chiarire il concetto di macchia che rientra in un range molto allargato di definizioni. Se parliamo di macchia come lentigo solari ci riferiamo a quei danni antiestetici cutanei che sono frutto di esposizioni non protette e scottature pregresse. In questo caso è un fatto piuttosto estetico e se non si presentano atipie, queste possono essere trattate con laserterapia. Una macchia può anche rappresentare il melasma e cioè macchie molto scure localizzate nelle donne a livello della fronte e baffetti e che sono conseguenza di fattori ormonali conseguenti all’uso di contraccettivi orali. Tali macchie, come la pelle ‘normale’, si abbronzano. A differenza dell’abbronzatura che va progressivamente via le macchie invece non solo si abbronzano ma si scuriscono anche si tratta di pigmenti molto profondi localizzati a livelli del derma. Accanto alla prevenzione topica, con applicazione di filtro solare, si ricorre spesso a cappelli con visiera larga per proteggere ampie zone del viso. Il trattamento va fatto sempre nel periodo autunnale e può prevedere l’uso di peeling anche domiciliari ma se la macchia è resistente bisogna optare per trattamenti in studio. La macchia però può anche essere un neo o un melanoma in questi casi perciò è determinante la visita dermatologica per capire di che macchia si tratti e per tutelare la nostra pelle’.