Emodialisi: Epo aumenta rischio di frattura all’anca


Nei pazienti sottoposti ad emodialisi, l’eritropoietina (EPO) si associa ad un incremento del rischio di frattura all’anca secondo un nuovo studio

Nei pazienti sottoposti ad emodialisi, l'eritropoietina (EPO) si associa ad un incremento del rischio di frattura all'anca secondo un nuovo studio

Nei pazienti sottoposti ad emodialisi, l’eritropoietina (EPO) si associa ad un incremento del rischio di frattura all’anca. Queste le conclusioni di uno studio recentemente pubblicato su JBMR.

Razionale e disegno dello studio
L’EPO rappresenta il regolatore primario dell’eritropoiesi del midollo osseo. Studi condotti su modelli murini hanno fornito evidenze del fatto che EPO è in grado anche di promuovere il rimodellamento osseo e che l’eritropoiesi stimolata da EPO si accompagna a perdita di massa ossea indipendente dall’incremento della produzione di globuli rossi.

L’EPO è stata utilizzata clinicamente per 3 decenni per trattare l’anemia nella nefropatia allo stadio finale e, per quanto l’incidenza di fratture all’anca si sia ridotta negli Usa generalmente a partire dal 1990, questa è cresciuta tra i pazienti in emodialisi in concomitanza con l’introduzione e la successiva titolazione verso l’altro dei dosaggi di EPO.

In ragione di questo paradosso clinico e dei risultati degli studi condotti su modelli murini secondo i quali l’elevazione dei livelli di EPO influenza la salute ossea, gli autori del nuovo studio hanno voluto esaminare il trattamento con EPO come fattore di rischio di frattura in pazienti emodializzati.

Nel dettaglio, la relazione tra il trattamento con EPO e le fratture all’anca è stata analizzata attingendo ad un database Usa di pazienti con problemi renali (1997-2013), mettendo insieme i dati del 2013 provenienti da un altro dataset basato su Web.

I ricercatori hanno messo a confronto il rischio di frattura dei pazienti trattati con <50 unità di EPO/kg/settimana rispetto a quelli trattati con dosi più elevate mediante regressione di Cox multivariabile.

Risultati principali
I tassi di frattura all’anca per 747.832 pazienti del primo dataset di dati (1997-2013) sono aumentati da 12 per 1.000 pazienti-anni nel 1997 a 18,9 nel 2004, per ridursi nuovamente a 13,1 nel 2013.

In concomitanza con questo trend, le dosi medie di EPO sono aumentate da 11.900 unità/settimana nel 1997 a 18.300 nel 2004, per ridursi nuovamente a 8.800 nel 2013.
Durante quello lasso di tempo, gli hazard ratio aggiustati per le fratture all’anca con i range di EPO seguenti (50-149, 150-299, >300 unità/kg/settimana) rispetto a <50 unità/kg/settimana sono stati pari a 1,08 (IC95%= 1,01-1,15); 1,22 (IC95%= 1,14-1,31); 1,41 (IC95%= 1,31-1,52), rispettivamente.

Le analisi multivariate condotte su 128.941 pazienti del secondo dataset (2013) hanno replicato quanto osservato nel primo.

In conclusione, questo studio implica che il trattamento con EPO è un fattore di rischio indipendente di fratture all’anca in pazienti emodializzati e suffraga la conclusione che il trattamento con EPO potrebbe avere contribuito al cambiamento dei trend di incidenza di frattura per questi pazienti.

Bibliografia
Suresh S et al. Erythropoietin treatment and the risk of hip fractures in hemodialysis patients. JBMR 2021
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