Somos: storia di un massacro dei narcos arriva su Netflix


Online il trailer e la locandina della nuova serie drammatica Netflix “Somos: storia di un massacro dei narcos”, in uscita il 30 giugno

Somos: storia di un massacro dei narcos

La lettura della storia orale della giornalista premio Pulitzer Ginger Thompson, che narra di un massacro poco noto avvenuto nella città messicana di frontiera Allende implicando il governo americano che aveva contribuito a scatenarlo, è un’esperienza al tempo stesso personale e globale. Le voci delle vittime e dei responsabili sopravvissuti (in alcuni casi, i due ruoli si confondevano) ci conducono in un mondo che paradossalmente è oscurato proprio dai titoli che dovrebbero informarci.

La serie drammatica Somos: storia di un massacro dei narcos si concentra sui giorni precedenti alla terribile vicenda e sulle persone le cui vite sono cambiate per sempre in seguito a un’operazione della DEA finita male. I nostri obiettivi principali erano rendere visibili quelle persone che la nostra cultura spesso cerca di cancellare dalla percezione e dalla memoria e affermare l’esistenza che ci accomuna. In inglese, “Somos” si traduce con due parole: “we are” (noi siamo) o “we exist” (noi esistiamo), mentre in spagnolo basta una sola parola per esprimere il concetto. Nella versione originale, abbiamo aggiunto un punto su mio suggerimento, perché il titolo apparisse come un’affermazione.

Vite rappresentate sullo schermo

I personaggi di Somos: storia di un massacro dei narcos mettono in luce un aspetto spesso tralasciato di una storia che viene portata di frequente sullo schermo: invece che sui narcotrafficanti e sui poliziotti armati, infatti, abbiamo puntato le telecamere sulle comparse. Com’è la vita di quelle persone? A cosa stanno pensando? Che cosa succederà loro? I personaggi che gravitano ai margini dello schermo sono il cuore di Somos: storia di un massacro dei narcos.

La speranza del regista è che gli spettatori riescano a stringere un legame con gli abitanti di Allende e a condividere con loro risate, passioni e aspirazioni. “Nella nostra serie scoprirai cosa interessa a un giovane adolescente, a una madre, a un pompiere e al proprietario di un ranch. Vogliamo che queste cose contino anche per te, indipendentemente dalla tragedia che incalza”.

La realtà si manifesta tramite la finzione

Anche se Somos: storia di un massacro dei narcos si basa sulla realtà, è essenzialmente un’opera di immaginazione. Non volevamo che gli abitanti di Allende ritrovassero persone vere ricordate o rappresentate in modo inadeguato, perciò abbiamo preso elementi da storie diverse e creato nuovi personaggi che le interpretassero e ampliassero. In questo modo, gli abitanti di Allende riconosceranno se stessi e i loro vicini, ma ci auguriamo che le storie inventate possano aggiungere qualcosa alla realtà condivisa tra loro e noi, facendo in modo che se ne parli di più.

Una squadra messicana e latinoamericana

Ho sempre saputo che Somos: storia di un massacro dei narcos doveva essere creata da messicani e rivolta soprattutto ai messicani. Il mio ruolo è stato quello di osservatore ai margini e ho sfruttato la mia ignoranza per fare largo al team straordinario che ha realizzato la serie. Sapevo poco di produzione televisiva, anche dopo decenni nell’industria cinematografica, e nulla del Messico. Per fortuna, il team è stato paziente nei confronti dei miei progressi lenti e dolorosi nell’apprendimento dello spagnolo e anche di quelli veloci ed entusiastici nella scoperta della cucina locale.

Questa impresa aveva lo scopo di dare spazio a qualche centinaio di colleghi per fare emergere la loro voce, condividere le loro conoscenze e dare vita alle loro prospettive e idee, in modo da creare un mondo autentico fin nei minimi dettagli. Le scenografe Monika Revilla e Fernanda Melchor, la produttrice Sandra Solares, i registi Álvaro Curiel e Mariana Chenillo, oltre alla responsabile del montaggio Soledad Salfate, hanno condiviso questo impegno di emancipazione collettiva. Non è un caso che la maggioranza dei leader creativi della serie siano donne, perché sono state soprattutto le donne a confidarsi senza paura nella storia orale di Ginger Thompson e sono loro che continuano a capitanare l’impresa di registrare e tramandare gli eventi narrati in Somos: storia di un massacro dei narcos.