Nuove soluzioni per le acque reflue urbane


Dalla ricerca scientifica del Cnr nuova vita alle acque reflue urbane all’interno del Centro di Ricerca Ipazia d’Alessandria

Con la piena ripresa delle attività di ricerca in campo e nei laboratori, seguita all’inevitabile rallentamento causato dal Covid-19, si dà attuazione all’accordo tra l’Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Ipsp), l’Istituto di ricerca sulle acque (Irsa) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, CISA S.p.A., Acquedotto Lucano S.p.a. e la Scuola di Ingegneria dell’Università degli Studi della Basilicata.

L’accordo prende le mosse dal Joint Research Agreement che il Cnr ha stipulato con Eni per la costituzione sul territorio italiano di quattro centri di ricerca di eccellenza inerenti altrettanti grandi temi fusione a confinamento magnetico; gestione sostenibile del ciclo dell’acqua; agricoltura a basse emissioni di CO2; cambiamenti climatici in Artico.

A Metaponto, in particolare, è stato costituito nel 2019 il Centro di Ricerca Acqua, intitolato ad Ipazia d’Alessandria, dedicato alla promozione di soluzioni e tecnologie innovative per l’efficienza e l’ottimizzazione della gestione delle acque in agricoltura.

I partner firmatari dell’accordo opereranno all’interno del Centro di Ricerca Ipazia d’Alessandria per valutare schemi di trattamento alternativi dei reflui municipali che consentano la riduzione della produzione dei fanghi ed il recupero della risorsa idrica a fini irrigui, condividendo l’opportunità di favorire il trasferimento in piena scala dei risultati della sperimentazione.

Per le attività operative è stato individuato il sito di Ferrandina dove sono attive, da oltre 15 anni, sperimentazioni sul campo nell’ambito della depurazione e del riutilizzo delle acque reflue urbane condotte dai gruppi di ricerca di Ingegneria Ambientale ed Agraria dell’Università della Basilicata. Il sito sperimentale, promosso e sostenuto fin dall’inizio dall’Amministrazione comunale di Ferrandina, è diventato un punto di riferimento in questo ambito nel panorama della ricerca nazionale ed internazionale, citato in oltre 500 lavori scientifici.

Le attività promosse con il presente accordo si inquadrano nelle strategie di sostenibilità e circolarità del ciclo di trattamento delle acque reflue che rappresentano un rilevante costo economico ed ambientale, ma, allo stesso tempo, se adeguatamente gestite, possono costituire una potenziale opportunità di sviluppo economico.

Le acque reflue infatti, oltre al loro rilevante contenuto in sostanze fertilizzanti indispensabili alle colture, sono costituite per oltre il 99% da “acqua dolce” e quindi sono particolarmente preziose. Non sfugge come non sia più sostenibile soddisfare i crescenti fabbisogni idrici di una agricoltura sempre più esposta ai cambiamenti climatici con nuovi invasi o prelievi dalle falde. Recuperare e valorizzare gli ingenti quantitativi di acqua che vengono scaricati dai depuratori non solo può contribuire a mitigare le ricorrenti crisi idriche che affliggono il mondo agricolo, ma possono dare concreto sviluppo a nuove filiere nel settore delle bio-agro energie.

La riduzione dei fanghi della depurazione è un altro tema di rilievo dell’accordo. Infatti, la gestione dei fanghi della depurazione rappresenta oggi un punto di attenzione dell’intero ciclo idrico integrato. Presso il sito sperimentale di Ferrandina verrà testato un sistema di trattamento innovativo (noto con l’acronimo SBBGR- Sequencing Batch Biofilter Granular Reactor) in grado di ridurre fino all’80% la produzione di fango. Tale sistema verrà integrato con sistemi di affinamento di ultima generazione al fine di produrre effluenti di elevata qualità per la valorizzazione agricola.

Le attività programmate, oltre a consolidare i rapporti con i partner scientifici ed industriali coinvolti, potranno costituire una preziosa opportunità di formazione sul campo per studenti e giovani ricercatori chiamati a svolgere un ruolo attivo negli ambiziosi programmi di sviluppo che si prospettano per l’immediato futuro della nazione.

Si ringrazia in ultimo l’Amministrazione Comunale di Ferrandina che, confermando l’interesse del territorio alle ricerche condotte nel campo della tutela ambientale e valorizzazione agricola delle acque reflue, ha assicurato piena collaborazione per lo svolgimento delle attività e la diffusione dei risultati.