Trigliceridi alti associati a diabete gestazionale


Livelli elevati di lipidi nelle gestanti, in particolare di trigliceridi, sono stati associati al rischio futuro di diabete gestazionale

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Livelli elevati di lipidi circolanti nelle gestanti, in particolare di trigliceridi, sono stati associati al rischio futuro di diabete gestazionale e potrebbero essere potenzialmente integrati in un algoritmo in grado di calcolare l’eventuale rischio di malattia diabetica. Sono i risultati di una revisione sistematica e di una metanalisi pubblicata sulla rivista EClinicalMedicine (The Lancet).

Il diabete gestazionale è il disturbo metabolico più diffuso durante la gravidanza e in alcuni paesi interessa fino al 25% delle donne in attesa. Chi ne soffre ha un rischio più elevato di preeclampsia (presenza di edema, proteinuria o ipertensione), macrosomia (il feto alla nascita pesa più di 4 kg), parto prematuro, parto cesareo e mortalità natale. I nati da donne con diabete gestazionale hanno un’incidenza più elevata di ipoglicemia neonatale e di ricovero in unità di terapia intensiva. Le donne che sviluppano la condizione hanno inoltre un rischio circa 10 volte maggiore di sviluppare il diabete di tipo 2 più avanti nella vita, quasi la metà entro 10 anni dal parto. Infine la loro prole incorre in un rischio maggiore di avere intolleranza al glucosio, obesità e diabete durante l’infanzia e in età adulta.

Il diabete gestazionale è caratterizzato da un metabolismo del glucosio alterato che viene rilevato per la prima volta o inizia durante la gravidanza. Studi precedenti hanno suggerito un’associazione tra glucosio alterato e metabolismo lipidico nello sviluppo della condizione, ma i risultati sono stati incoerenti, hanno premesso gli autori.

Un’ampia metanalisi di studi clinici
«Anche se non abbiamo ancora compreso totalmente quale sia la causa del diabete gestazionale, fattori come l’obesità materna, un’età gestazionale più elevata e l’appartenenza ad alcuni gruppi etnici sono state identificati come ad alto rischio. Sempre più attenzione è stata prestata alle associazioni tra metabolismo alterato del glucosio, livelli anormali di lipidi circolanti e conseguente peggioramento dell’intolleranza al glucosio» ha scritto il primo autore dello studio Jiamiao Hu del College of Food Science presso la Fujian Agriculture and Forestry University, in Cina, e dello University of Leicester and Diabetes Research Centre presso il Leicester General Hospital, in UK. «Se l’esatta relazione tra il metabolismo dei lipidi plasmatici e il glucosio materni rimane poco chiara, studi recenti hanno evidenziato che il diabete gestazionale induce uno stato di dislipidemia compatibile con la resistenza all’insulina».

La revisione sistematica e la metanalisi hanno incluso 292 studi nei quali erano riportati i profili dei lipidi circolanti durante la gravidanza in donne con e senza diabete gestazionale fino a febbraio 2021. Nel complesso hanno coinvolto quasi 98mila donne in gravidanza, di cui circa 28mila avevano diabete gestazionale e le restanti fungevano da controlli.

Sono stati considerati i trial che avevano almeno una misurazione dei lipidi tra trigliceridi, colesterolo totale, colesterolo lipoproteico ad alta densità (HDL-C), colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL-C) o lipoproteine a densità molto bassa (VLDL-C).

Lipidi elevati associati al diabete gestazionale
Rispetto ai controlli, le donne con diabete gestazionale presentavano livelli di trigliceridi di circa il 20% superiori, con una differenza media ponderata (WMD) aggregata di 0,388 mM (p<0,001). Avevano anche livelli più elevati di colesterolo totale (WMD0,149 mM, p<0,001), LDL (WMD 0,079 mM, p=0,011) e VLDL (WMD 0,216 mM, p<0,001) e livelli inferiori di HDL (WMD -0,079 mM, p<0,001). Ulteriori analisi hanno anche evidenziato che i livelli elevati di trigliceridi si verificavano nel primo trimestre di gravidanza e persistevano nel tempo.

Le differenze nei livelli di trigliceridi tra le donne con e senza diabete gestazionale erano significativamente associate all’età, all’indice di massa corporea (BMI), al continente in cui è stato condotto lo studio, alla procedura del test di tolleranza al glucosio orale utilizzata e ai criteri di diagnosi del diabete gestazionale nelle analisi di meta-regressione.

Secondo gli autori, l’elevata eterogeneità osservata in questo ricerca depone a favore del fatto che i livelli di trigliceridi possono essere influenzati da variabili come l’etnia e il BMI, precedentemente identificati come fattori di rischio per lo sviluppo della condizione.

Plausibilità dell’associazione iperglicemia-dislipidemia
Nelle donne con diabete gestazionale, la resistenza all’insulina e livelli più elevati di estrogeni durante la gravidanza possono far sì che la normale fluttuazione del metabolismo dei lipidi associata alla gestazione superi le capacità fisiologiche di adattamento. Le conseguenze di questa iperglicemia e dislipidemia sul feto in via di sviluppo includono la disfunzione endoteliale del sistema vascolare fetoplacentare e lo sviluppo di aterosclerosi aortica fetale, che predispone i bambini nati da madri con diabete gestazionale a malattie cardiovascolari in età adulta.

Come riportato dagli autori, un modello di percorso a mediatori multipli ha dimostrato inoltre che l’aumento della resistenza materna all’insulina e dei livelli di glucosio, anche all’interno dell’intervallo normale, sono responsabili del 21% dell’associazione tra BMI pre-gravidanza e adiposità neonatale. La resistenza all’insulina è stata anche associata positivamente ai livelli di trigliceridi materni.

Bibliografia

Hu J et al. Association of maternal lipid profile and gestational diabetes mellitus: A systematic review and meta-analysis of 292 studies and 97,880 women. EClinicalMedicine, Volume 34, 2021, 100830, ISSN 2589-5370.

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