Tumore prostata sensibile agli ormoni: arriva enzalutamide


La Commissione UE ha approvato un’indicazione aggiuntiva per enzalutamide consentendone l’uso per i pazienti con tumore della prostata sensibile agli ormoni

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La Commissione europea ha approvato un’indicazione aggiuntiva per enzalutamide consentendone l’uso per i pazienti con tumore della prostata sensibile agli ormoni (mHSPC, conosciuto anche come tumore della prostata metastatico sensibile alla castrazione o mCSPC). Gli uomini che ricevono una diagnosi di mHSPC tendono ad avere una prognosi sfavorevole, con una sopravvivenza mediana di circa 3-4 anni, una situazione che mette in evidenza la necessità di nuove opzioni di trattamento.

Attualmente, enzalutamide è approvata nella UE per il trattamento di uomini adulti con cancro della prostata non metastatico (nmCRPC) ad alto rischio resistente alla castrazione e di uomini adulti con CRPC metastatico, nei quali la chemioterapia non è ancora clinicamente indicata o nei quali la malattia è progredita durante o al termine della terapia con docetaxel.

Enzalutamide diventa così il solo trattamento orale approvato in Europa per la cura di tre tipi distinti di tumore della prostata avanzato: tumore della prostata non metastatico e metastatico resistente alla castrazione (CRPC) e tumore della prostata metastatico sensibile agli ormoni (mHSPC).

La decisione si basa sui dati del trial registrativo di fase 3 ARCHES che ha valutato l’impiego di enzalutamide in uomini con mHSPC.

Studio che ha determinato la nuova indicazione
ARCHES (NCT02677896), un trial di Fase 3, multinazionale, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, sponsorizzato dall’azienda, ha arruolato 1.150 pazienti con mHSPC in vari siti distribuiti tra Stati Uniti, Canada, Europa, Sud America e la regione Asia-Pacifico.

I pazienti sono stati randomizzati per ricevere giornalmente enzalutamide 160 mg o placebo e hanno proseguito con un agonista o antagonista dell’ormone stimolante il rilascio dell’ormone luteinizzante (LHRH) oppure hanno avuto una storia di orchiectomia bilaterale. L’endpoint del trial era la sopravvivenza libera da progressione radiografica (rPFS) valutata da una revisione centrale indipendente in cieco.

La rPFS è stata definita come tempo dalla randomizzazione alla progressione radiografica della malattia in qualsiasi momento o morte entro 24 settimane dall’interruzione del farmaco dello studio. La progressione radiografica della malattia è stata definita da identificazione di due o più nuove lesioni ossee durante una scansione ossea con conferma (criteri del Prostate Cancer Working Group 2) e/o progressione della malattia nei tessuti molli. I pazienti sono stati stratificati in base a volume della malattia (basso vs. elevato) e precedente terapia con docetaxel per il tumore prostatico (nessuna terapia docetaxel precedente, 1-5 cicli o 6 cicli precedenti).

I dati del trial ARCHES hanno dimostrato che enzalutamide in combinazione con terapia di deprivazione androgenica (ADT) riduce in modo significativo il rischio di progressione radiografica o morte del 61% vs. placebo in combinazione con ADT negli uomini con mHSPC (n=1.150; Hazard Ratio [HR]=0,39 [IC 95%: 0,30-0,50]; P<0,001).

L’analisi di sicurezza del trial ARCHES sembra coerente con il profilo di sicurezza di enzalutamide dei precedenti trial clinici sul CRPC. Nel trial ARCHES, gli eventi avversi (AE) di Grado 3 o superiore (definiti come gravi/invalidanti o potenzialmente letali) sono stati simili per i pazienti che hanno ricevuto enzalutamide con ADT e quelli che hanno ricevuto placebo con ADT (24,3% vs. 25,6%).