Psoriasi: deucravacitinib meglio di apremilast


Nei pazienti affetti da psoriasi moderata/grave, deucravacitinib ha ridotto significativamente l’attività della malattia più di apremilast

Psoriasi: l'anticorpo monoclonale bimekizumab si dimostra efficace e sicuro secondo due studi di fase III pubblicati su Lancet

Nei pazienti affetti da psoriasi moderata/grave, l’inibitore orale sperimentale della tirosina chinasi 2 (TYK2) deucravacitinib ha ridotto significativamente l’attività della malattia in misura superiore all’inibitore orale della fosfodiesterasi di tipo-4 apremilast e al placebo. Sono i risultati di due studi di fase III presentati al congresso dell’American Academy of Dermatology (AAD) 2021 da Bristol Myers Squibb, che sta sviluppando il farmaco.

PrOgram to Evaluate the efficacy and safety of deucravacitinib, un inibitore selettivo della TYK2 (POETYK) PSO-1 e POETYK PSO-2, sono due trial registrativi di fase III multicentrici, randomizzati e in doppio cieco, condotti su pazienti con psoriasi a placche da moderata a grave (n= 666 e n=1.020). Entrambi hanno valutato deucravacitinib alla dose di 6 mg una volta al giorno rispetto a placebo e ad apremilast 30 mg due volte al giorno. Il secondo studio includeva una sospensione randomizzata seguita dalla ripresa del trattamento dopo la settimana 24.

Gli endpoint co-primari di entrambe le sperimentazioni erano la percentuale di pazienti che ottenevano una riduzione del 75% rispetto al basale nello Psoriasis Area Severity Index (PASI 75) e raggiungevano un punteggio di 0/1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) nello static Physician’s Global Assessment (sPGA) alla settimana 16 vs placebo. I principali endpoint secondari includevano la percentuale di pazienti che raggiungevano PASI 75 e sPGA 0/1 rispetto ad apremilast, sempre alla settimana 16.

Deucravacitinib meglio di apremilast e placebo
Risposta PASI 75:

  • Negli studi POETYK PSO-1 e POETYK PSO-2, alla settimana 16 ha ottenuto una risposta PASI 75 rispettivamente il 58,7% e il 53,6% dei pazienti che ricevevano deucravacitinib, contro il 12,7% e il 9,4% con il placebo e il 35,1% e il 40,2% con apremilast.
  • Alla settimana 24 ha raggiunto una risposta PASI 75 il 69,0% e il 59,3% dei pazienti sottoposti a deucravacitinib, rispetto al 38,1% e al 37,8% del gruppo apremilast.
  • Tra quanti hanno raggiunto il PASI 75 alla settimana 24 con deucravacitinib e hanno continuato il trattamento, rispettivamente l’82,5% e l’81,4% ha mantenuto la risposta alla settimana 52.

Risposta sPGA 0/1:

  • Negli studi POETYK PSO-1 e POETYK PSO-2, alla settimana 16 il 53,6% e il 50,3% dei pazienti che ricevevano deucravacitinib ha ottenuto una risposta sPGA 0/1, contro il 7,2% e l’8,6% di quelli trattati con placebo e il 32,1% e il 34,3% del gruppo apremilast.
  • Alla settimana 24 ha raggiunto la risposta il 58,4% e il 50,4% dei soggetti deucravacitinib, rispetto al 31,0% e al 29,5% di quelli trattati con apremilast.

Il nuovo farmaco è stato ben tollerato. Hanno manifestato effetti avversi gravi alla settimana 16 l’1,8% dei pazienti nel gruppo deucravacitinib, il 2,9% nel gruppo placebo e l’1,2% nel gruppo apremilast. Gli effetti collaterali più comuni (≥5%) con deucravacitinib stati rinofaringite e infezione del tratto respiratorio superiore, con bassa incidenza di cefalea, diarrea e nausea. Alla settimana 16, il 2,4% dei pazienti deucravacitinib, il 3,8% dei pazienti placebo e il 5,2% dei pazienti apremilast hanno manifestato eventi avversi che hanno portato all’interruzione del trattamento. Non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza nel periodo compreso tra le settimane 16 e 52.

«In entrambi gli studi registrativi deucravacitinib si è dimostrato superiore ad apremilast su più endpoint, comprese la durata e il mantenimento della risposta, suggerendone le potenzialità per diventare un nuovo standard di cura orale per i pazienti che richiedono una terapia sistemica e necessitano di un’opzione orale per la psoriasi a placche da moderata a grave» ha commentato April Armstrong, professore di dermatologia presso la University of Southern California. «Dato che molti di questi soggetti sono sottotrattati o addirittura non trattati, è molto incoraggiante vedere che deucravacitinib ha migliorato l’efficacia dimostrata da apremilast».

Una nuova classe di molecole
Deucravacitinib è un nuovo inibitore selettivo sperimentale della tirosina chinasi 2 (TYK2) in monosomministrazione orale giornaliera. La TYK2 è coinvolta nelle vie di segnalazione di interleuchina (IL) -12, IL-23 e interferone di tipo 1 (IFN), fattori implicati nella patogenesi della psoriasi e di altre malattie immuno-mediate.

La selettività consente il legame con il dominio regolatorio della TYK2 senza che si verifichino interferenze rilevanti con le Janus chinasi (JAK) 1, 2 e 3. L’efficacia riscontrata nei pazienti con psoriasi da moderata a grave, combinata con una buona sicurezza e tollerabilità, sono coerenti con il nuovo meccanismo d’azione del farmaco, che è il potenziale apripista di una nuova classe di molecole.

Deucravacitinib è in fase di studio in molteplici malattie immuno-mediate, tra cui psoriasi, artrite psoriasica, lupus e malattie infiammatorie intestinali, ma al momento non è ancora approvato per nessuna indicazione in nessun paese. Oltre ai due studi citati, è in valutazione in altri tre trial di fase III sulla psoriasi: POETYK PSO-3, POETYK PSO-4 e POETYK PSO-LTE.