Nasce il Premio giornalistico Daphne Caruana Galizia


Il Parlamento europeo istituisce un premio giornalistico in memoria di Daphne Caruana Galizia, la giornalista d’inchiesta maltese uccisa nel 2017

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Il Premio giornalistico Daphne Caruana Galizia, istituito il 16 ottobre nell’anniversario della sua scomparsa, premierà il giornalismo d’eccellenza che riflette i valori europei.

“Il Premio Daphne Caruana Galizia riconoscerà il ruolo fondamentale che ricoprono i giornalisti nel preservare le nostre democrazie e servirà ai cittadini per ricordare l’importanza della libertà di stampa. Questo premio è concepito per sostenere i giornalisti nel lavoro che svolgono, di vitale importanza e spesso pericoloso, e per dimostrare che il Parlamento europeo sostiene i giornalisti d’inchiesta”, è quanto detto dalla vicepresidente del Parlamento Heidi Hautala.

Un premio dal valore di 20.000 euro

Il premio annuale, il cui valore ammonta a 20.000 euro, sarà assegnato a partire da ottobre 2021 a giornalisti o a team di giornalisti che operano nell’UE. I candidati e gli eventuali vincitori verranno selezionati da una giuria indipendente.

Chi era Daphne Caruana Galizia?

Daphne Caruana Galizia è stata una giornalista maltese, oltre che una blogger e un’attivista contro la corruzione. Nel suo lavoro, ha riferito ampiamente di corruzione, di riciclaggio di proventi illeciti, di crimine organizzato, della compravendita di passaporti per acquisire la cittadinanza maltese e del relativo collegamento del governo dell’isola allo scandalo dei Panama Papers. Per questo è stata vittima di vessazioni e minacce, che sono culminate nell’attacco terroristico che ha posto fine alla sua vita: il 16 ottobre 2017 è morta a causa dell’esplosione di una bomba nascosta nella sua auto.

Il clamore e le proteste su come le autorità competenti hanno gestito le indagini relative al suo omicidio hanno portato il primo ministro Joseph Muscat a dimettersi dall’incarico.

Critico sulle mancanze delle indagini, a dicembre 2019 il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione europea di prendere provvedimenti.

In una relazione pubblicata il 28 aprile 2021, il Consiglio ha indicato sulla “Piattaforma per promuovere la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti” 201 violazioni gravi della libertà di stampa avvenute nel 2020. Questo indica un aumento dei casi del 40% rispetto al 2019 e corrisponde al numero più alto di casi mai registrati da quando è stata creata la piattaforma nel 2014. Un altissimo numero di violazioni riguarda soprattutto attacchi fisici (52 casi) e intimidazioni o molestie (70 casi).

Il Parlamento sostiene con convinzione l’importanza della libertà di stampa: nella risoluzione adottata a maggio 2018 ha invitato gli stati membri ad assicurare un adeguato finanziamento pubblico agli organi di stampa e a promuovere un giornalismo plurale, indipendente e libero. Il Parlamento ha inoltre sottolineato ancora una volta l’importanza della libertà di stampa nel contesto della pandemia di COVID-19.

Quali rischi corrono i giornalisti in Europa?

Il 3 maggio si festeggia la Giornata mondiale della libertà di stampa e quest’anno il Parlamento ha tenuto un seminario online: “Quali rischi corrono i giornalisti in Europa?”. Gli eurodeputati coinvolti hanno intervistato i giornalisti in merito al numero sempre crescente di attacchi e minacce ai giornalisti e agli operatori dei media nell’UE. Al seminario hanno partecipato Christophe Deloire, segretario generale di Reporter senza frontiere, Veronika Munk, fondatrice e co-capodirettrice del quotidiano indipendente di notizie online Telex, Nikolay Staykov, giornalista bulgaro e co-fondatore del Fondo anticorruzione, e Federica Angeli, redattrice de La Repubblica. I tre giornalisti sono stati intervistati dagli eurodeputati Heidi Hautala, vicepresidente del Parlamento responsabile per i diritti umani e la democrazia, David Casa, membro del gruppo di lavoro in materia d’informazione e comunicazione, e Sophie In’t Veld, membro della commissione per le libertà civili e responsabile del gruppo di democrazia, principio di legalità e diritti fondamentali.