Asma: nuovi studi su risposta a steroidi per via parenterale


La risposta agli steroidi per via parenterale potrebbe essere predittiva del declino della funzione polmonare nei pazienti con asma secondo nuove ricerche

La risposta agli steroidi per via parenterale potrebbe essere predittiva del declino della funzione polmonare nei pazienti con asma secondo nuove ricerche

Negli adulti affetti asma di grado moderato-severo, la risposta ai corticosteroidi somministrati per via parenterale potrebbe rivelarsi utile per predire il declino della funzione polmonare. Ciò è quanto sembrano suggerire i risultati di uno studio di recente pubblicazione su the American Journal of Respiratory Critical Care Medicine.

Razionale e disegno dello studio
In letteratura non è ancora chiaro il motivo per il quale alcuni pazienti con asma di grado moderato-severo continuino a veder declinare la funzione polmonare, nonostante la terapia in atto, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio.

Di qui l’ipotesi che i partecipanti con le risposte di minor entità alla terapia con steroidi per via parenterale potrebbero avere rischi maggiori di andare incontro a declino severo della funzione polmonare.

Per verificare questa ipotesi, i ricercatori hanno valutato i diversi fenotipi di risposta ai corticosteroidi come predittori longitudinali di declino polmonare in 396 pazienti asmatici adulti di grado moderato-severo, inclusi nello studio NHLBI (the National Heart, Lung, and Blood Institute (NHLBI) Severe Asthma Research Program III).

Questi erano stati sottoposti ad un ciclo di trattamento con triamcinolone intramuscolare al basale, nonché ad almeno due o più visite di follow-up.
I ricercatori hanno registrato l’entità del declino/mancato declino della funzione polmonare, sulla base dei valori di percentuale predetta di FEV1, come:
– Declino severo della funzione polmonare (Perdita annuale > 2%)
– Declino lieve della funzione polmonare  (Perdita annuale > 0,5%-2%)
– Assenza di declino funzione polmomare  (da Perdita annuale pari a 0,5% a guadagno annuale < 1%)
– Miglioramento della funzione polmonare (guadagno annuale pari all’ 1%).

Risultati principali
Lo studio ha incluso 396 pazienti. Di questi, 78 (età media= 50 anni; 66,7% donne) erano interessati da declino severo della funzione polmonare; 91 (età media= 47,5 anni; 68,1% donne) da declino lieve; 114 (età media: 46,9 anni; 64% donne) da mancato declino della funzione polmonare e 113 (età media= 46,9 anni; 69% donne) da miglioramento delle vie aeree respiratorie).

Dalle analisi univariate, i ricercatori hanno osservato una relazione tra la differenza della percentuale predetta di FEV1 indotta da triamcinolone e la variazione della funzione polmonare o della categoria indicata dalla curva FEV1 a 4 anni (p<0,001).

Dopo aggiustamento dei dati in base ai valori iniziali di FEV1, ad una storia pregressa di riacutizzazioni asmatiche, alla presenza di eosinofili nel sangue e al BMI, i ricercatori hanno documentato un’aumentata probabilità del 50% per i partecipanti allo studio di essere classificati come pazienti con declino severo della funzione respiratoria (OR = 1,5; IC95%= 1,3-1,8) per ciascun decremento percentuale del 5% della differenza della percentuale predetta di FEV1 indotta dal triamcinolone.

Riassumendo
In conclusione, “…utilizzando un biomacatore unico, la risposta delle vie aeree respiratorie ai corticosteroidi parenterali, si è in grado di identificare i soggetti con maggiori probabilità di andare incontro a declino della funzione delle vie aeree respiratorie – scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro -. L’abilità di identificate quel gruppo in modo prospettico renderà possibile l’esame della patologia legata alla perdita progressiva della funzione delle vie aeree respiratorie e, probabilmente, la messa a punto di interventi in grado di prevenire le condizioni di disabilità permanente”.

Bibliografia
Denlinger LC et al. Responsiveness to Parenteral Corticosteroids and Lung Function Trajectory in Adults with Moderate-to-Severe Asthma. Am J Respir Crit Care Med. 2021;doi:10.1164/rccm.202002.0454OC.
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