Nuovi raid di Israele su Gaza: i morti sono più di 80


Israele intensifica i bombardamenti su Gaza, dove i morti salgono a 83. Un bimbo israeliano di 5 anni ucciso dai razzi palestinesi a Sderot

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Nuova notte di bombardamenti dell’esercito israeliano su Gaza City, dove ora il numero dei morti tra i palestinesi è salito a 83, tra cui 27 minori. A dare il bilancio di quello che appare la più intensa operazione militare di Tel Aviv sull’enclave palestinese dal 2014 è il ministero della Sanità locale.

Nella serata di ieri, le Brigate palestinesi Quds avevano annunciato attraverso la testata Palestine Chronicles il lancio di nuovi missili al di là del confine, verso Israele: secondo fonti di stampa concordanti almeno venti israeliani sono rimasti feriti a Sderot mentre a perdere la vita è stato un bambino di cinque anni, Ido Agival, che porta così il bilancio delle vittime israeliane a sette. Tra questi ci sono un cittadino indiano e un militare dell’esercito.

Le forze armate israeliane confermano che nella sola giornata di ieri Hamas ha esploso 130 missili contro Israele, di cui 40 sono caduti in territorio gazawi. Alla nuova azione di Hamas, il movimento che governa la Striscia, sono seguiti decine di attacchi contro l’enclave palestinese, dove risiedono circa 2 milioni di persone. Diversi gli edifici bombardati in città, colpito anche il campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia.

Come riporta l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), il campo solitamente accoglie oltre 80.000 rifugiati. Intanto il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu fa sapere di stare valutando un piano per attivare anche le forze di terra contro la Striscia di Gaza. Una decisione dovrebbe giungere entro oggi. Da lunedì, stando al quotidiano Haaretz cita ancora fonti dell’esercito, si sono contati 600 attacchi contro Gaza.

Mentre da Tel Aviv alle città israeliane del sud hanno suonato le sirene d’allarme per tutta la notte, costringendo le persone ad andare nei rifugi antiaerei, nel resto di Israele si sono registrati episodi di violenza: come riferiscono varie testate, dal Times of Israel al Guardian, “esponenti dell’estrema destra israeliana” hanno attaccato residenti arabi nelle città israeliane.

Gli atti di rappresaglia si sono registrati a Gerusalemme, Lod, Acre, Tiberiade, Giaffa e Bat Yam. In quest’ultima città, un gruppo di israeliani ha aggredito un residente arabo mentre era a bordo della sua auto, trascinandolo fuori e “picchiandolo selvaggiamente”, come riporta il Times of Israel. Nelle stesse città si sono verificati anche scontri tra israeliani di etnia araba o palestinesi contro la polizia israeliana, con un commissariato dato alle fiamme e un tentativo di sparatoria. Oltre 400 persone sono finite agli arresti.

Dal Regno Unito, il ministro per il Medio oriente James Cleverly ha fatto appello a Israele e ai gruppi armati palestinesi a una “de-escalation delle violenze” per scongiurare nuove vittime. Intanto diversi voli da e per Israele sono stati annullati, e la comagnia petrolifera Chevron ha annunciato lo stop alle attività per timori sulla sicurezza.

Il lancio di missili contro Israele, ricorda l’agenzia di stampa Dire (www.dire.it), è iniziato lunedì, dopo che Israele ha ignorato l’ultimatum di Hamas di sgomberare la spianata della moschea Al-Aqsa durante il mese sacro di Ramadan. Israele, oltre ad aver chiuso ai fedeli uno tra i luoghi più importanti per i fedeli di religione musulmana, ha cercato di dare seguito all’ordine di confisca di varie abitazioni private di famiglie arabe nel quartiere Shaikh Jarrah a Gerusalemme Est, nell’ambito di una controversa causa giudiziara depositata da coloni israeliani alla Corte suprema. Tutte azioni che hanno suscitato manifestazioni di proteste da parte della minoranza arabo-palestinese.