Emicrania acuta: conferme di efficacia per ubrogepant


Emicrania acuta: sicurezza ed efficacia di ubrogepant non sono influenzate dall’uso pregresso o concomitante dei triptani secondo una ricerca

Emicrania acuta: sicurezza ed efficacia di ubrogepant non sono influenzate dall'uso pregresso o concomitante dei triptani secondo una ricerca

Nei pazienti emicranici, la terapia con triptani precedente e concomitante non ha alcun effetto sull’efficacia e sulla tollerabilità di ubrogepant, anti-CGRP (calcitonin gene-related peptide) impiegato per il singolo attacco acuto, secondo uno studio pubblicato su “Headache”.

«L’obiettivo è quello di controllare gli attacchi di emicrania il più rapidamente possibile con il minor numero possibile di eventi avversi» scrivono i ricercatori, guidati dall’autore principale Andrew Blumenfeld,  direttore dell’Headache Center of Southern California, a Carlsbad. «Ubrogepant è molto efficace e ben tollerato perché ha pochi eventi avversi».
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I medici hanno una vasta gamma di farmaci a loro disposizione per trattare l’emicrania. Queste classi di farmaci includono triptani, ditani, FANS, diidroergotamina e analgesici combinati. Sebbene siano disponibili numerose opzioni farmacologiche per gestire questa popolazione di pazienti, si stima che il 95% di quanti  assumono farmaci orali per alleviare i sintomi dell’emicrania non riesca ancora a ottenere sollievo con almeno un episodio acuto.

Quali opzioni di prima linea in fase acuta?
I triptani rimangono un’opzione comune e una scelta di prima linea per alleviare l’emicrania acuta, ma la scarsa tollerabilità, tra gli altri fattori, continua a limitare la loro efficacia. Inoltre, le loro proprietà vasocostrittive impediscono il loro uso in specifiche popolazioni di pazienti, come quelli che hanno ipertensione, malattia vascolare periferica ed evento vascolare cerebrale.

Queste circostanze, combinate con altre esigenze cliniche insoddisfatte nell’emicrania, hanno spinto i ricercatori a esplorare nuove opzioni, tra cui una nuova classe di farmaci, gli antagonisti del recettore CGRP. Una proteina endogena, CGRP, ha proprietà infiammatorie e pronocicettive che svolgono un ruolo attivo nel contribuire alla patogenesi dell’emicrania.

Due studi con l’anti-GCRP in pazienti con uso pregresso di triptani
Per indagare gli effetti del trattamento anti-CGRP in pazienti con emicrania che avevano fatto uso in precedenza di triptani, i ricercatori hanno condotto due studi di fase 3, randomizzati, in doppio cieco, multicentrici, su singolo attacco, noti come ACHIEVE I e ACHIEVE II.

I partecipanti alla sperimentazione variavano in età da 18 a 75 anni con una storia documentata di emicrania con o senza aura. In ACHIEVE I, i ricercatori hanno randomizzano 1.327 partecipanti in proporzione 1:1:1 a ricevere placebo, ubrogepant 50 mg o ubrogepant 100 mg e placebo. I pazienti randomizzati in ACHIEVE II (n = 1.355) hanno ricevuto placebo, ubrogepant 25 mg o ubrogepant 50 mg per trattare un singolo episodio.

Durante il processo di screening, i ricercatori hanno ulteriormente collocato i pazienti in uno dei tre gruppi in base al loro precedente uso di triptani: responsivi ai triptani, insufficientemente responsivi ai tripitani e naive ai triptani.

I pazienti sono stati ulteriormente randomizzati in base alla loro precedente esperienza con i triptani e al loro attuale utilizzo per la prevenzione dell’emicrania. I pazienti che hanno partecipato allo studio hanno avuto fino a 60 giorni per trattare un’emicrania qualificante di natura moderata o grave a casa.

Gli studi avevano due endpoint primari. Il primo era la libertà dal dolore a 2 ore dopo la dose iniziale, definita come diminuzione della gravità del mal di testa da moderata o severa al basale a nessun dolore. L’altro endpoint primario era l’assenza del sintomo più fastidioso associato all’emicrania (MBS) – fotofobia, fonobia o nausea – 2 ore dopo la dose iniziale di ubrogepant.

L’analisi raggruppata ha raccolto i dati di 1.799 pazienti in entrambi gli studi (placebo, n = 912; ubrogepant 50 mg, n = 887). I pazienti sono stati suddivisi nelle seguenti categorie: 682 responsivi ai triptani (placebo, n = 350; ubrogepant, n = 332); 451 insufficientemente responsivi ai triptani (placebo, n = 223; ubrogepant, n = 228), e 666 naive ai triptani (placebo, n = 339; ubrogepant, n = 337).

Sulla base dei dati, circa il 25% dei pazienti iscritti allo studio si è incasellato nella categoria degli insufficientemente responsivi ai triptani. Di questa sottopopolazione, circa l’80% dei pazienti in ogni gruppo di trattamento ha sperimentato un’efficacia insufficiente quando si utilizzavano triptani.

Ogni gruppo di trattamento di insufficientemente responsivi, circa il 17% dei pazienti ha citato problemi di tollerabilità e il 3% ha avuto controindicazioni che hanno precluso loro la terapia con triptani.

Molto rari e non severi gli eventi avversi
L’incidenza degli eventi avversi emergenti dal trattamento (TEAE) e dei TEAE correlati al trattamento non differiva sensibilmente tra i sottogruppi di storia di esperienza con triptani.

La più alta percentuale di partecipanti che hanno sperimentato un TEAE correlato al trattamento nell’insieme del gruppo di trattamento con ubrogepant da 50 mg è stata riscontrata nel sottogruppo naive ai triptani (10,4%), mentre la percentuale più alta nel gruppo placebo è stata riscontrata nel sottogruppo naive ai triptani (9,7%). Nessun AE serio (SAE) è stato segnalato in nessun sottogruppo.

I ricercatori hanno concluso che «l’efficacia e la tollerabilità di ubrogepant non differivano per il trattamento acuto dell’emicrania nei partecipanti classificati come responsivi ai triptani, insufficientemente responsivi ai triptani e naive ai triptani in base alla loro esperienza storica con i triptani». Una limitazione dello studio è che si tratta di una sottoanalisi.

I risultati hanno mostrato che più pazienti nel braccio ubrogepant da 50 mg hanno raggiunto la libertà del dolore rispetto a quelli nel braccio placebo entro 2 ore dalla dose iniziale in ogni gruppo.

«L’emicrania è una condizione molto invalidante, quindi si tende a mettere l’attacco sotto controllo il più rapidamente possibile limitando al contempo il rischio di potenziali effetti collaterali» affermano Blumenfeld e colleghi.

»Ubrogepant è molto efficace e con pochissimi effetti negativi, ma il suo uso è limitato perché le compagnie di assicurazione richiedono il fallimento di diversi triptani» affermano, facendo riferimento alla realtà statunitente, dove il farmaco è stato approvato nel 2019 dalla FDA, mentre così non è finora da parte di EMA e AIFA.

Riferimenti

Blumenfeld AM, Goadsby PJ, Dodick DW, et al. Efficacy of ubrogepant based on prior exposure and response to triptans: A post hoc analysis. Headache. 2021;61(3):422-429. doi: 10.1111/head.14089. leggi