Onco Hair: protesi tricologiche per donne in chemio


Nasce il progetto Onco Hair: protesi tricologiche per le donne sottoposte a chemioterapia per tumore al seno e maggiore fragilità economica

Parrucche Onco Hair

Venticinque protesi tricologiche CNC (Capelli Naturali a Contatto) donate ad altrettante donne che stanno affrontando la chemioterapia per sconfiggere il cancro al seno. Durerà un anno il progetto Onco Hair dell’associazione per il Policlinico Onlus, la Fondazione Cariplo e CRLAB: un’iniziativa per supportare le donne con maggiore fragilità economica nella battaglia contro il carcinoma alla mammella, il tumore più diagnosticato nel 2020, anno in cui si sono registrati 54.976 casi, il 14,6% di tutte le nuove diagnosi. Così un comunicato stampa.

Grazie al sostegno di Fondazione Cariplo e CRLAB, Associazione per il Policlinico Onlus donerà a 25 donne selezionate da un’equipe di oncologi e psicologi del Policlinico di Milano un dispositivo medico che è molto di più di una tradizionale parrucca. Si tratta di una protesi del capillizio altamente personalizzata, un unicum mondiale realizzato totalmente all’interno dei laboratori CRLAB di Zola Predosa (Bologna) e da qui esportato in tutto il globo.

Come spiega la Dire (www.dire.it) viene creato utilizzando capelli umani, non trattati, inseriti uno alla volta in una sottile membrana polimerica biocompatibile coperta da brevetto. Il processo produttivo, completamente realizzato a mano, comprende 39 fasi ed è interamente certificato secondo lo standard ISO 9001:2008.

Uno studio pilota realizzato da Salute Donna Onlus e condotto presso l’Istituto Nazionale Tumori di Milano ha misurato in 10 punti di miglioramento sulla scala BIS (scala dell’immagine corporea, che va da 0 a 30) l’impatto positivo per le pazienti con recidiva di carcinoma mammario e alopecia recidivante che utilizzano questo dispositivo invece che la parrucca. La calvizie indotta da chemioterapia è forse lo stigma sociale più riconoscibile del tumore, è considerata dal 47% delle donne l’aspetto più traumatico dell’intero percorso di cure, tanto che l’8% di esse vorrebbe rifiutarle proprio per evitare questa perdita. La protesi CNC permette a chi la indossa una vita assolutamente normale, diventa parte integrante del corpo, non va tolta la notte e consente di nuotare, legarsi i capelli e persino farseli tirare.

“Nella guerra contro il cancro – spiega la Presidente dell’Associazione per il Policlinico Onlus Claudia Buccellati – lo stato d’animo di chi combatte è fondamentale. La perdita dei capelli si riflette in maniera molto importante sul benessere psicologico, sull’autostima, sulla sessualità’, sulle relazioni sociali e sulla percezione di sé. Abbiamo deciso di dare avvio al progetto proprio ascoltando le molte testimonianze delle donne che hanno utilizzato questo presidio medico. Il tumore colpisce tutti, ma non tutti hanno la forza economica per affrontare questa prova con gli strumenti che consentono di viverla al meglio. Vogliamo offrire un supporto alle donne colpite dalla malattia che hanno fragilità economiche, perché avere le armi migliori per combattere il male dovrebbe essere un diritto di tutti”. Sempre attenta alle fragilità a 360 gradi, la Fondazione Cariplo ha scelto di appoggiare il progetto “per sostenere, in un percorso di cura pesantissimo e sfibrante, donne che non avrebbero potuto permettersi il sistema protesico CRLAB, alleviando almeno un po’ la loro sofferenza psicologica”, ha spiegato Sarah Maestri, componente della Commissione Centrale di Beneficenza della Fondazione Cariplo. “Il racconto della mamma in chemioterapia che, grazie al sistema protesico CRLAB, ha potuto continuare a far giocare il suo bambino con i propri capelli, tranquillizzandolo così rispetto alla malattia, ci ha convinto subito: tutte le donne che lottano contro il tumore alla mammella dovrebbero avere questa opportunità”.

Le 25 donne, che verranno selezionate nell’arco dei prossimi 3 mesi, riceveranno la loro protesi su misura entro 40 giorni dal primo rilievo del cranio. Dalla raccolta di testimonianze di donne che indossano o hanno indossato nel corso della loro battaglia il sistema protesico CRLAB: “Ero nel pieno della mia battaglia, sono inciampata per strada, ed è caduta anche la parrucca. Lo sguardo compassionevole di quel ragazzo gentile che mi ha aiutato ad alzarmi mi ha annientata. Il fatto di sapere che con il sistema CNC questo non possa più accadere mi è di estremo conforto”. “Cercare di non vedersi ammalati quando ci si guarda allo specchio è di massima importanza perché aiuta a reagire”. “Chi pensa che con patologie gravi l’ultimo dei problemi siano i capelli e vedersi bene non ha mai avuto il cancro. Non è vanità, vedere il meno possibile i segni della malattia è importante”. “Dal punto di vista psicologico l’idea di avere capelli fissi è un grande aiuto”. “Per una donna perdere i capelli è un evento difficile da accettare. Grazie alla protesi, nessuno si è accorto che si trattasse di capelli non miei, non mi sono mai trovata in situazioni imbarazzanti. Ovviamente mi auguro di avere di nuovo i miei capelli, ma la sicurezza di avere eventualmente a disposizione una opzione così valida mi conforta molto”.

“Grazie a questo dispositivo sono riuscita a riprendere in mano la mia vita sentendomi, in mezzo agli altri, non diversa ma uguale, quella di sempre. Sono andata in bicicletta, ho fatto la doccia, mi sono goduta le mie vacanze al mare e alle terme senza aver paura di fare un bagno in piscina sotto lo sguardo delle persone che mi circondavano. Ho potuto vivere a contatto con i miei colleghi e conoscenti senza suscitare in loro un interesse morboso sul mio stato di salute, mi sono sentita normale e non trasformata dalla mia condizione di ammalata”, continua il comunicato con le testimonianze. “Ho vissuto un momento tragico della mia vita, ma con i disagi e le sofferenze psicologiche dimezzate”. “Il sistema protesico CNC mi ha dato la possibilità di vivere questo periodo difficile con più serenità e sicurezza. Prima non mi sentivo mai sicura della mia immagine, non potevo piegarmi, il vento era un nemico, togliersi un maglione o una giacca rischiava di spostare o far cadere la parrucca e rendermi -come mi sentivo io- ridicola. Prima, dormire con la parrucca era impossibile, così come fare sport e nuotare”. “Anche se magari non è affatto così, quando sei in mezzo alla gente con la parrucca normale ti senti tutti gli occhi puntati e pensi che possa essersi spostata”.