Sargramostim, un farmaco oncologico utilizzato in vari tipi di leucemia per prevenire le infezioni, si sta mostrando promettente per la malattia di Alzheimer
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Un farmaco oncologico utilizzato in vari tipi di leucemia per prevenire le infezioni si sta mostrando promettente per il trattamento della malattia di Alzheimer (AD). È quanto suggeriscono i risultati di uno studio randomizzato di fase 2, pubblicati su “Alzheimer & Dementia: Translational Research and Clinical Interventions”.
Gli investigatori hanno scoperto che sargramostim, un fattore umano ricombinante stimolante le colonie di granulociti e di macrofagi umani (GM-CSF), offre benefici misurabili di modificazione della malattia e di miglioramento della memoria nei pazienti con AD da lieve a moderata.
Riscontri positivi preclinici
Mentre i riscontri sono coerenti con precedenti ricerche condotte sui topi, «l’effetto del trattamento clinico e la sua velocità ed estensione risulltano nuovi e inaspettati» fanno notare i ricercatori guidati da Huntington Potter, dell’Alzheimer e Cognition Center dell’University of Colorado, ad Aurora.
Il GM-CSF è un modulatore ematopoietico e del sistema immunitario innato e una citochina pro-infiammatoria i cui effetti benefici sulla cognizione possono derivare da diversi meccanismi.
Nelle lesioni neurologiche e nelle malattie, è stato dimostrato che il GM-CSF ha effetti anti-apoptotici sui neuroni, promuove la neurogenesi e l’arteriogenesi e riduce la formazione di cicatrici gliali. Proprio di recente, sono stati trovati livelli ridotti di GM-CSF nel liquido cerebrospinale (CSF) dei pazienti con AD.
Nel precedente lavoro con topi AD transgenici, Potter e colleghi avevano osservato che iniezioni giornaliere di GM-CSF riducevano la patologia dell’Alzheimer di oltre il 50% e avevano completamente invertito il deficit cognitivo.
Benefici ancora superiori nella sperimentazione sull’uomo
In questo studio di fase 2, hanno testato l’ipotesi che GM-CSF/sargramostim avrebbe stimolato il sistema immunitario innato, migliorato la cognizione e ridotto la patologia negli adulti con AD da lieve a moderata.
Lo studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo ha arruolato 40 adulti con AD da lieve a moderata. La metà ha ricevuto GM-CSF/sargramostim (iniezione sottocutanea da 250 μg/m2 per 5 giorni alla settimana per 3 settimane) e la metà ha ricevuto iniezioni di placebo. Le visite di follow-up si sono verificate a 45 giorni e a 90 giorni, con valutazioni neurologiche, neuropsicologiche, valutazioni di biomarcatori del sangue e mediante imaging.
L’endpoint primario era la sicurezza. Il trattamento con GM-CSF/sargramostim è stato sicuro e ben tollerato senza gravi eventi avversi o anomalie di imaging correlate all’amiloide.
Gli eventi avversi più comuni correlati a sargramostim erano dermatologici (16 vs 5 placebo), gastrointestinali (8 vs 5) e mal di testa (8 vs 2), come previsto per questo farmaco e coerenti con la relativa scheda tecnica.
Come previsto, il trattamento GM-CSF/sargramostim ha aumentato i marcatori del sistema immunitario innato. Il numero assoluto di monociti, linfociti e neutrofili è apparso aumentato in modo statisticamente significativamente nel gruppo sargramostim rispetto al gruppo placebo.
Il trattamento con sargramostim ha anche portato ad aumenti statisticamente significativi dell’interleuchina (IL)-2, IL-6 e IL-10 e del fattore alfa di necrosi tumorale, così come a una diminuzione dell’IL-8.
Migliorati gli aspetti cognitivi e i biomarker patologici
Sebbene lo studio fosse piccolo e quindi intrinsecamente sottopotenziato, diverse valori di efficacia (esiti secondari/esplorativi) erano statisticamente significativi a favore di sargramostim.
Al termine del trattamento, la variazione media del punteggio totale del Mini-Mental State Examination (MMSE) nel gruppo sargramostim era superiore di 1,45 unità rispetto al basale (P = 0,0074). La differenza nella variazione media rispetto al basale nei punteggi totali MMSE tra i gruppi sargramostim e placebo era di 1,80 (P = 0,0370) al termine del trattamento e 1,75 (P = 0,0272) 45 giorni dopo.
Oltre a migliorare la cognizione, sargramostim ha modulato i biomarcatori ematici della neuropatologia AD verso il normale; l’amiloide beta 40, che è diminuita nell’AD, è aumentata del 10% (P = 0,0105) e la tau totale e l’idrolasi L1 dell’ubiquitina C-terminale (UCH-L1) sono diminuite rispettivamente del 24% (P = 0,0174) e del 42% (P = 0,0019), dopo il trattamento con sargramostim rispetto al placebo.
Attivazione del sistema immunitario innato
Questi risultati suggeriscono che il trattamento con sargramostim a breve termine porta ad «attivazione del sistema immunitario innato, miglioramento cognitivo e della memoria e normalizzazione parziale delle misure del sangue della patologia amiloide e tau e del danno neuronale» nell’AD da lieve a moderata, scrivono Potter e colleghi.
I risultati hanno portato all’avvio di uno studio più ampio con GM-CSF/sargramostim nell’AD che coinvolge più pazienti trattati per un periodo più lungo.
Sargramostim è approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ed è stato utilizzato nei pazienti affetti da leucemia per ridurre il rischio di infezione. Attualmente non è approvato per il trattamento dell’AD.
Riferimenti
Potter H, Woodcock JH, Boyd TD, et al. Safety and efficacy of sargramostim (GM-CSF) in the treatment of Alzheimer’s disease. Alzheimers Dement (N Y). 2021;7(1):e12158. doi: 10.1002/trc2.12158.
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