Osteoporosi: zoledronato aiuta la massa ossea


Il trattamento con una singola dose di zoledronato dopo una terapia a breve termine con teriparatide e denosumab potrebbe prevenire la perdita di massa ossea

Il trattamento con una singola dose di zoledronato dopo una terapia a breve termine con teriparatide e denosumab potrebbe prevenire la perdita di massa ossea

Far seguire un trattamento con una singola dose di zoledronato dopo una terapia a breve termine con teriparatide e denosumab potrebbe prevenire la perdita di massa ossea associata a cessazione di denosumab in donne in post-menopausa. Queste le conclusioni di uno studio pubblicato su the Journal of Bone and Mineral Research che suggerisce come questo regime di trattamento potrebbe rivelarsi efficace nella gestione a lungo termine dei pazienti a rischio elevato di frattura di fragilità.

Razionale e disegno dello studio
La terapia di combinazione a base di teriparatide e denosumab è notoriamente in grado di aumentare in modo rapido e sostanziale la densità minerale ossea (BMD) in tutti i siti anatomici. Tuttavia, l’interruzione del trattamento con denosumab comporta una perdita di massa ossea da elevato turnover e un innalzamento del rischio di frattura.

Il problema di prevenire questa perdita di massa ossea ha indotto la messa a punto di questo studio, che rappresenta un’estensione pre-pianificata del trial DATA-HD, dove donne in post-menopausa con osteoporosi (OP) erano state randomizzate al trattamento per 9 mesi con 20 μg o 40 μg di teriparatide al giorno in concomitanza con denosumab (60 mg somministrati a 3  e a 9 mesi).

La coorte è stata seguita per 15 mesi nello studio originale. Successivamente, tutte le 60 donne che avevano completato lo studio DATA-HD sono state invitate ad entrare in questa fase di estensione, in aperto, a singolo braccio, nel corso della quale sono state trattate con una singola dose di zoledronato (mediante iniezione endovena) da 24 a 35 settimane dopo l’ultima somministrazione di denosumab.

Tutte le partecipanti allo studio erano donne jn post-menopausa aventi almeno 45 anni, con rischio elevato di frattura.

Mediante DEXA, i ricercatori hanno analizzato la BMD areale della colonna lombare, dell’anca in toto, del collo femorale e del terzo distale del radio 27 mesi e  42 mesi dopo i dati al basale del trial DATA-HD.

Inoltre, sono stati registrati, nel corso del periodo di estensione del trial, tutti gli eventi avversi accaduti, comprese le fratture.

Risultati principali
Cinquantatre donne hanno preso parte alla fase di estensione dello studio DATA-HD (età media: 65,7 anni, 98% di etnia Caucasica); di queste, il 49% mostrava i segni di una frattura clinica pregressa.

A livello della colonna lombare, le partecipanti allo studio hanno sperimentato un guadagno medio di BMD pari al 13,6% durante lo studio originale.
Quel guadagno è stato mantenuto fino a 27 mesi, ma si è ridotto a circa il 3% a 42 mesi, riducendosi al 10,1% dal basale a 42 mesi.

La coorte in studio ha avuto un guadagno medio percentuale della BMD dell’anca in toto pari al 5,1%, mentre il guadagno della BMD del collo femorale è stato pari al 5,6%. Entrambi i valori si sono mantenuti durante lo studio di estensione.

Il guadagno di BMD a livello del terzo distale del radio si è mantenuto a 27 mesi ma si è poi ridotto a valori simili al basale a 42 mesi. Inoltre, non vi sono stare differenze di variazioni di BMD tra le donne trattate con uno dei due dosaggi di teriparatide previsti dal protocollo dello studio DATA-HD.

La maggior parte delle partecipanti allo studio ha mantenuto o migliorato il guadagno di BMD da 15 a 27 mesi, il 92% a livello della colonna lombare, il 93% a livello dell’anca in toto e il 75% a livello del collo femorale.

Anche da 15 a 42 mesi, la maggior parte delle partecipanti allo studio ha mantenuto o migliorato il guadagno di BMD, il 50% a livello della colonna lombare, l’87% a livello dell’anca in toto e il 78% a livello del collo femorale.

Per quanto riguarda la safety, ci sono stati 4 casi di frattura clinica durante la fase di estensione dello studio, con due fratture sostenute da trauma significativo e le altre due da trauma minimo. Non sono stati registrati, invece, casi di frattura vertebrale.

Riassumendo
In conclusione “…l’adozione di una terapia di combinazione a breve termine con denosumab e teriparatide, seguita da acido zoledronico, potrebbe rivelarsi una strategia terapeutica particolarmente efficace nella gestione a lungo termine dei pazienti a rischio elevato di frattura di fragilità – scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro. – Sono necessari, a questo punto, nuovi studi confermativi che definiscano la strategia di trattamento ideale dopo la terapia a lungo termine con denosumab, come pure trial di dimensioni e durata maggiori che valutino gli outcome di frattura con la terapia di follow-on dopo sospensione del trattamento con denosumab”.

Bibliografia
Ramchand SK et al. Efficacy of Zoledronic Acid in Maintaining Areal and Volumetric Bone Density After Combined Denosumab and Teriparatide Administration: DATA‐HD Study Extension. JBMR 2021
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